Svolta Geopolitica: Italia e Francia Guidano la Nuova Direzione Europea

Pubblicato: 20/12/2025, 08:27:295 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Svolta Geopolitica: Italia e Francia Guidano la Nuova Direzione Europea

L'Inatteso Ribaltamento delle Dinamiche di Potere a Bruxelles

Il recente Consiglio europeo ha segnato un punto di svolta inatteso nelle dinamiche di potere all'interno dell'Unione Europea, evidenziando un netto ridimensionamento dell'influenza di figure chiave precedentemente considerate pilastri della politica comunitaria. L'esito di alcune votazioni cruciali ha visto emergere con forza la leadership congiunta di Italia e Francia, relegando in secondo piano posizioni precedentemente dominanti. In particolare, la posizione del cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha subito un duro colpo, con due dossier fondamentali che hanno preso una piega contraria alle sue aspettative. Questo scenario suggerisce una ricalibrazione degli equilibri, dove la diplomazia pragmatica e mirata di Roma e Parigi sta guadagnando terreno sulla tradizionale architettura decisionale di Bruxelles. La prima battuta d'arresto per la linea tedesca è giunta sul tema spinoso dell'utilizzo dei fondi russi congelati in Belgio. Nonostante le pressioni per un’azione immediata e decisa, la maggioranza dei leader ha optato per una soluzione più cauta, un risultato che premia la strategia negoziale sviluppata in sordina. Come analizzato da Politico Europe in merito alle dinamiche interne al Consiglio, la capacità di tessere alleanze trasversali è stata determinante. La Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha saputo orchestrare un consenso che ha superato le resistenze iniziali, dimostrando una leadership emergente capace di influenzare l'agenda comunitaria.

Il Fallimento della Strategia Tedesca e l'Ascesa della Diplomazia Italiana

Il secondo affronto subito dalla linea sostenuta da Merz riguarda il rinvio della firma del cruciale patto commerciale con il Mercosur. Questo dossier, su cui Berlino aveva investito notevoli energie politiche, vedendo nell'accordo un tassello fondamentale per la politica commerciale dell'UE, è stato invece posticipato a causa di resistenze interne, in parte alimentate proprio dalle preoccupazioni espresse da alcuni stati membri, tra cui l'Italia, riguardo agli standard ambientali e alla tutela dei settori produttivi sensibili. La capacità italiana di portare avanti la propria agenda, spesso percepita come meno dogmatica rispetto ad altre cancellerie, si è rivelata vincente. La vittoria diplomatica italiana non è stata plateale, ma sostanziale. Mentre altri leader si concentravano su dichiarazioni pubbliche, la strategia di Meloni si è focalizzata sulla costruzione di maggioranze silenziose. Il supporto italiano alla negoziazione belga per trovare una via d'uscita alternativa ai fondi russi, che ha coinvolto anche il Primo Ministro belga Bart De Wever in trattative con Budapest, ha dimostrato un approccio orientato alla soluzione pratica piuttosto che allo scontro ideologico. Questa metodologia ha permesso di aggirare gli ostacoli posti da chi propugnava soluzioni più rigide, come sembrava essere la posizione iniziale di Merz.

La Nuova Coppia di Comando: Roma e Parigi al Timone

L'esito del Consiglio cristallizza un nuovo asse di potere che vede l'asse Roma-Parigi assumere un ruolo di primo piano nella definizione delle strategie europee. La Francia, sotto la guida del Presidente Emmanuel Macron, ha storicamente mantenuto una forte influenza, ma la rinnovata assertività italiana sta ridefinendo l'asse franco-tedesco che ha dominato per decenni. Secondo le analisi del Financial Times sulle proiezioni di voto e influenza politica, l'allineamento tra le due potenze del Mediterraneo sta creando un blocco decisionale capace di dettare i tempi e i modi delle future politiche UE. Questa convergenza non è solo tattica, ma sembra riflettere una visione condivisa su temi chiave, dalla gestione dei flussi migratori alla politica energetica, passando per la necessità di una maggiore autonomia strategica europea. Il "buon senso" invocato da Meloni al termine dei lavori è interpretato come un richiamo a politiche più aderenti alle realtà nazionali, un messaggio che risuona forte in un momento di incertezza economica e geopolitica. La leadership non è più appannaggio esclusivo di Berlino o Bruxelles, ma si è distribuita, con un peso significativo ora detenuto dai governi di Roma e Parigi.

Implicazioni Future e Sfide per l'Assetto Istituzionale

La percezione di una "doppia sconfitta" per Merz e, indirettamente, per la linea politica che intendeva rappresentare, solleva interrogativi sulla futura governance dell'Unione. Sebbene le istituzioni formali rimangano invariate, la sostanza del processo decisionale sembra essersi spostata. La Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, si trova ora a dover navigare in un contesto dove le direttrici principali vengono stabilite con maggiore chiarezza dalle capitali nazionali più assertive. L'influenza crescente di Italia e Francia potrebbe portare a una maggiore enfasi sulla flessibilità nelle implementazioni delle direttive europee e a una rinegoziazione delle priorità economiche, potenzialmente a scapito di politiche di austerità o di integrazione finanziaria troppo rapide. Come sottolineato da esperti di relazioni internazionali citati da Le Monde, questo riequilibrio è il sintomo di una crisi di consenso sulla direzione ideologica dell'UE, che sta spingendo verso soluzioni più real-politiche. Le sfide future consisteranno nel consolidare questa nuova intesa senza alienare gli altri Stati membri, mantenendo l'unità necessaria per affrontare le crisi globali.

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