La Rinascita del Forte Spagnolo: Un Simbolo che Ritorna
Dopo anni di attesa e un complesso iter di restauri, il Castello Cinquecentesco dell’Aquila, noto anche come Forte Spagnolo, riapre le sue porte al pubblico. Questo evento segna un momento cruciale per la città abruzzese, duramente colpita dal terremoto del 2009, che aveva costretto alla chiusura e al trasferimento delle sue preziose collezioni. La riapertura, sebbene parziale, rappresenta un passo fondamentale verso la piena ripresa del patrimonio culturale cittadino. L'edificio, la cui costruzione fu voluta dagli Spagnoli tra il 1534 e il 1567 sotto l'impulso di Carlo V d’Asburgo, non è solo un capolavoro di architettura militare, ma un vero e proprio baluardo identitario per gli aquilani. La sua funzione originaria era prettamente difensiva, eretta per controllare una popolazione sottomessa, ma nel corso dei secoli ha assunto ruoli diversi, da caserma a carcere, fino a diventare la sede del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA).
Il Viaggio delle Collezioni: Dall'Esilio al Ritorno
Il sisma del 2009 aveva inflitto danni significativi alla struttura, rendendo impossibile la conservazione sicura dei reperti al suo interno. Di conseguenza, il MuNDA è stato temporaneamente trasferito all’ex Mattatoio di Borgo Rivera a partire dal 2015, un’iniziativa che ha permesso di mantenere viva l'esposizione delle meraviglie archeologiche e artistiche della regione. Il ritorno parziale delle collezioni nella loro sede storica è il risultato di un meticoloso lavoro di consolidamento strutturale e adeguamento sismico del Forte. Le autorità preposte alla tutela hanno sottolineato come l'obiettivo non fosse solo ripristinare l'involucro, ma creare un museo moderno e pienamente accessibile, in linea con gli standard museali contemporanei. Questo rientro, sebbene non coinvolga ancora l'intera dotazione museale, è un segnale forte di fiducia nella resilienza del tessuto urbano e culturale dell'Aquila.
Sfide e Prospettive: Un Museo a Fasi
La riapertura non coincide con la completa fruibilità di tutti gli spazi del Castello. La natura complessa del restauro di un monumento di tale portata, aggravata dalle successive scosse, impone un approccio graduale. Le sezioni che riaprono offrono una selezione significativa del patrimonio del MuNDA, focalizzandosi su aree ritenute strutturalmente più sicure e già pienamente operative. La direzione museale ha espresso la volontà di integrare le nuove tecnologie espositive, pur mantenendo il rispetto per la stratificazione storica dell'edificio, progettato dall'architetto spagnolo Pyrro Luis Escrivá. La prospettiva futura è quella di completare i lavori nelle aree ancora inaccessibili, permettendo il ricongiungimento totale delle collezioni e l'apertura di percorsi tematici più ampi. Il percorso espositivo attuale invita i visitatori a riscoprire la storia del territorio, dalle epoche più remote fino al periodo in cui il Castello fungeva da presidio militare.
L'Importanza del Contesto Storico e Culturale
Il Castello Cinquecentesco non è solo un contenitore di opere d'arte; è esso stesso un manufatto storico di eccezionale valore. La sua costruzione, avvenuta in un periodo di forte controllo spagnolo sul Regno di Napoli, riflette le dinamiche politiche e militari dell'epoca. Come evidenziato da studi sulla storia militare del Sud Italia, la sua presenza era strategica per prevenire rivolte locali, sebbene, ironicamente, non sia mai stato impiegato in battaglia. La sua successiva trasformazione in sede museale, avvenuta dopo essere stato dichiarato monumento nazionale nel 1902, ne ha sancito il passaggio da fortezza a tempio della cultura. La riapertura parziale del MuNDA in questo luogo sacro è un atto di riappropriazione culturale da parte della comunità aquilana, un passo essenziale per ricostruire quel senso di normalità e appartenenza che il sisma aveva drammaticamente interrotto.
