Aurora Livoli, 19 anni, è la ragazza ritrovata senza vita nel cortile di un condominio milanese. Scomparsa da casa da oltre un mese, la sua identificazione ha sciolto il mistero iniziale, aprendo scenari inquietanti legati a un possibile delitto.
Il ritrovamento del corpo in via Paruta
Lunedì 29 dicembre 2025, intorno alle 8.30, il corpo di una giovane donna è stato scoperto nel cortile interno di un supercondominio in via privata Paruta 74-76 a Milano, nella periferia nord-ovest della città. La vittima appariva semisvestita, con evidenti segni sul collo e un ematoma su un occhio, compatibili con un intervento violento. I carabinieri, intervenuti sul posto, hanno immediatamente escluso l'ipotesi di un decesso naturale, aprendo un fascicolo per omicidio coordinato dal pm. Le prime ricostruzioni indicano che la morte potrebbe essere avvenuta dopo le 22 di domenica 28 dicembre, con il corpo forse spostato nel cortile approfittando di cancelli aperti.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno catturato due figure entrare nel cortile a notte fonda: una donna seguita da un uomo, ripreso successivamente da solo mentre usciva. Questi frame sgranati, analizzati dalla Scientifica, sono stati cruciali per diffondere le immagini della vittima e accelerare l'identificazione. Testimoni oculari hanno descritto la scena come agghiacciante, con il corpo riverso in un angolo del giardino condominiale, attirando l'attenzione di residenti che hanno allertato le forze dell'ordine. L'intervento del medico legale ha confermato la necessità di un'autopsia per determinare le cause esatte del decesso e verificare eventuali abusi subiti prima della morte.
La zona di via Paruta, un'area residenziale densa di condomini popolari, non è nuova a episodi di cronaca nera, ma questo caso ha scosso la comunità per la giovane età della vittima e i segni di violenza evidenti. I residenti hanno collaborato con le autorità fornendo dettagli preziosi, mentre le indagini si concentrano su un raggio temporale ristretto per ricostruire gli ultimi movimenti della ragazza. L'operazione di sgombero del cortile è proseguita per ore, con nastro giallo e tecnici al lavoro per raccogliere ogni traccia utile.
L'identificazione di Aurora Livoli
Martedì 30 dicembre, i genitori adottivi di Aurora Livoli si sono presentati alla caserma dei carabinieri dopo aver riconosciuto il volto della figlia nei frame diffusi pubblicamente dai militari del Comando provinciale di Milano. La 19enne, nata a Roma e residente a Monte San Biagio in provincia di Latina, era stata denunciata scomparsa dalla famiglia il 4 novembre precedente. L'ultima comunicazione con i genitori risaliva al 26 novembre, quando Aurora aveva espresso l'intenzione di non tornare a casa, senza rivelare la sua posizione.
L'identificazione ha confermato che la giovane, descritta inizialmente con un'età presunta tra i 25 e i 30 anni, era in realtà molto più giovane, solo 19 anni. Le autorità hanno verificato i dati anagrafici e le denunce di scomparsa, collegando il caso milanese a quello laziale. I genitori, sconvolti, hanno fornito dettagli sulla vita della figlia, inclusi possibili legami con Milano dove potrebbe essersi trasferita volontariamente. Questa svolta ha permesso di chiudere il cerchio sul mistero iniziale, passando dalla ricerca dell'identità alle indagini sull'omicidio.
La diffusione delle immagini è stata una mossa strategica dei carabinieri, che hanno sfruttato i social e i media per ottenere risposte rapide dalla popolazione. In poche ore, il riconoscimento ha portato i familiari sul posto, evitando settimane di incertezze. Ora, con un nome e un'identità, le indagini possono approfondire il passato di Aurora, inclusi amici, conoscenti e motivi della sua fuga da casa.
La scomparsa e il background della vittima
Aurora Livoli si era allontanata da casa il 4 novembre 2025, come denunciato formalmente dai genitori residenti a Monte San Biagio, in provincia di Latina. La ragazza, originaria di Roma, non aveva lasciato indicazioni precise sul suo destino, ma l'ultima telefonata ai familiari il 26 novembre aveva rivelato un'intenzione di indipendenza drastica. Non si conoscono dettagli su un eventuale lavoro o studi a Milano, ma le indagini stanno esplorando se avesse legami stabili nella città lombarda.
La famiglia adottiva ha descritto Aurora come una giovane ribelle, forse in cerca di autonomia dopo tensioni domestiche. Non risultano denunce precedenti di violenza o problemi giudiziari a suo carico, ma gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze da conoscenti per ricostruire i suoi spostamenti post-scomparsa. È possibile che la 19enne fosse arrivata a Milano poco dopo la fuga, integrandosi in ambienti marginali della periferia nord.
Casi di giovani scomparsi che culminano in tragedie come questa sono purtroppo frequenti, spesso legati a vulnerabilità personali o contesti sociali complessi. Le autorità laziali e milanesi stanno collaborando per tracciare il percorso di Aurora, inclusi possibili viaggi in treno o autobus. Questa fase è cruciale per identificare potenziali testimoni degli ultimi giorni della sua vita.
Indagini in corso e sviluppi attesi
Le indagini, coordinate dal pm Pansa, procedono a ritmo serrato con l'analisi delle telecamere di sorveglianza che ritraggono l'uomo sospetto. L'autopsia, prevista nei prossimi giorni, chiarirà se la morte sia dovuta a strangolamento, come suggeriscono i segni sul collo, e se vi siano tracce di abusi sessuali o droghe. La Scientifica sta processando il DNA e impronte dal corpo e dal cortile per confrontarle con database nazionali.
Priorità assoluta è identificare l'uomo ripreso nelle immagini, descritto come l'ultima persona vista con Aurora. I carabinieri stanno visionando filmati di vie limitrofe e interrogando residenti per avvistamenti recenti. Ipotesi come un femminicidio o un litigio degenerato sono al vaglio, con possibili piste legate a ambienti di spaccio o prostituzione forzata, anche se non confermate.
La comunità milanese e quella di Latina seguono con apprensione gli sviluppi, mentre le autorità invitano chiunque abbia informazioni a contattare le forze dell'ordine. Questo caso evidenzia la fragilità dei giovani in fuga e l'importanza di reti di supporto. Ulteriori aggiornamenti sono attesi dall'autopsia e dalle analisi forensi, che potrebbero portare a un arresto imminente.
