Il ritorno del condono: l’Italia che non impara mai

Pubblicato: 10/12/2025, 15:00:325 min
Scritto da
Maria Gloria Domenica
Categoria: Lifestyle
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Il ritorno del condono: l’Italia che non impara mai
Tra sanatorie fiscali e edilizie, un ciclo che si ripete senza risolvere i problemi strutturali

L’Italia si prepara a un nuovo capitolo nel lungo e controverso percorso dei condoni, con la Legge di Bilancio 2026 che riapre la porta a sanatorie fiscali e edilizie. Questo fenomeno, che si ripete ciclicamente, solleva interrogativi sulla capacità del Paese di apprendere dalle esperienze passate e di adottare soluzioni strutturali efficaci per il recupero delle entrate e la regolarizzazione delle irregolarità. L’articolo analizza le ultime novità, le implicazioni economiche e sociali, e il dibattito politico che accompagna il ritorno del condono in Italia.

Il nuovo condono fiscale nella Manovra 2026

Con la Legge di Bilancio 2026 si apre una nuova fase di sanatorie fiscali, nota come Rottamazione Quinquies, che mira a facilitare il pagamento dei debiti tributari accumulati da cittadini, imprese e professionisti tra il 2000 e il 2023. Questa misura prevede l’esclusione totale o parziale di sanzioni e interessi, oltre alla possibilità di rateizzare il debito residuo fino a otto anni, con un massimo di 96 rate mensili. L’obiettivo dichiarato è duplice: recuperare gettito e alleggerire la pressione fiscale, riducendo il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che gestisce un magazzino crediti di circa 1.200 miliardi di euro.

La novità principale riguarda l’estensione della platea dei contribuenti ammessi, inclusi coloro che erano decaduti dalle precedenti edizioni della rottamazione, offrendo così una seconda chance per regolarizzare la propria posizione. Tuttavia, la misura non riguarda somme derivanti da sentenze penali o aiuti di Stato illegittimi, mantenendo alcuni limiti stringenti. Secondo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, questa sanatoria rappresenta un tentativo di chiudere in modo ordinato le partite fiscali pregresse, puntando a un rapporto meno conflittuale tra fisco e cittadini.

Nonostante le buone intenzioni, la Rottamazione Quinquies suscita dubbi sull’efficacia reale nel lungo termine, poiché si tratta di un’ennesima sanatoria che potrebbe incentivare comportamenti di inadempienza fiscale, rinviando la risoluzione dei problemi strutturali del sistema tributario italiano. Per approfondire i dettagli normativi e le implicazioni, è possibile consultare l’articolo dedicato sulla Rottamazione Quinquies 2026.

Il ritorno del condono edilizio: proposte e criticità

Parallelamente alla sanatoria fiscale, la Legge di Bilancio 2026 riapre il dibattito sul condono edilizio, con diverse proposte di emendamenti che prevedono la riapertura dei termini per il condono del 2003 e l’introduzione di una nuova sanatoria per abusi edilizi completati entro il 30 settembre 2025. Queste misure mirano a regolarizzare situazioni di irregolarità edilizia accumulate negli anni, spesso legate a costruzioni abusive o ampliamenti non autorizzati.

Le proposte prevedono che i Comuni abbiano tempo fino al 31 marzo 2026 per completare le domande in sospeso relative ai condoni precedenti, e che vengano rilasciati i titoli abilitativi in sanatoria entro la stessa data. Tuttavia, sono esclusi gli immobili situati in aree con vincoli assoluti, per tutelare l’ambiente e il paesaggio. Questa nuova fase di condono edilizio riporta al centro il tema della legalità urbanistica e della tutela del territorio, spesso sacrificata in nome di soluzioni emergenziali.

Il rischio è che, come in passato, queste sanatorie non risolvano le cause profonde del fenomeno abusivo, ma ne favoriscano la reiterazione, alimentando un circolo vizioso che mette a rischio la pianificazione urbanistica e la qualità della vita. Per un’analisi dettagliata delle novità e delle implicazioni, si rimanda all’approfondimento su Condono edilizio 2026.

Le ragioni dietro il ricorso continuo ai condoni

Il ricorso frequente ai condoni in Italia è spesso interpretato come un segnale di difficoltà strutturali nella gestione fiscale e urbanistica del Paese. Da un lato, le sanatorie fiscali rappresentano uno strumento per recuperare gettito in tempi brevi, soprattutto in presenza di un’evasione fiscale diffusa e di un sistema di riscossione inefficiente. Dall’altro, i condoni edilizi riflettono una debolezza nella pianificazione territoriale e nella capacità di controllo delle amministrazioni locali.

Questa dinamica è alimentata anche da una cultura politica e sociale che tende a privilegiare soluzioni emergenziali rispetto a riforme strutturali, con conseguenze negative sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e sulla qualità della governance. Inoltre, il ricorso ai condoni può generare effetti distorsivi, premiando chi ha violato le regole e penalizzando chi ha rispettato le normative.

Un’analisi critica di questo fenomeno evidenzia come il condono, pur rappresentando una risposta immediata a problemi concreti, rischi di diventare un’abitudine pericolosa, che impedisce all’Italia di sviluppare un sistema fiscale e urbanistico più equo, efficiente e sostenibile. Per approfondire le implicazioni economiche e sociali, si può consultare l’articolo su Manovra 2026 e condono.

Prospettive future e possibili alternative

Guardando al futuro, il ritorno del condono impone una riflessione sulle possibili alternative per affrontare le criticità del sistema fiscale e urbanistico italiano. Tra le soluzioni auspicabili vi è un rafforzamento delle capacità di controllo e di prevenzione, attraverso investimenti in tecnologie digitali e una maggiore collaborazione tra enti locali e Agenzia delle Entrate. Ciò potrebbe ridurre la necessità di ricorrere a sanatorie straordinarie.

Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura della legalità e della responsabilità fiscale, accompagnata da riforme che semplifichino il sistema tributario e migliorino la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione. Solo così si potrà costruire un rapporto di fiducia duraturo tra cittadini e Stato, riducendo l’evasione e le irregolarità.

Infine, la politica deve evitare di utilizzare il condono come strumento elettorale o come soluzione temporanea, ma puntare a interventi strutturali che affrontino le cause profonde dei problemi. Solo con un approccio sistemico e lungimirante l’Italia potrà superare la dipendenza dalle sanatorie e costruire un futuro più stabile e sostenibile. Per ulteriori approfondimenti sulle misure fiscali in arrivo, si consiglia la lettura di Nuovo condono edilizio 2026.

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