Milano e Napoli: Dialogo tra Classico e Contemporaneo

Pubblicato: 09/12/2025, 11:42:544 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Milano e Napoli: Dialogo tra Classico e Contemporaneo

Un Ponte Culturale tra Nord e Sud

L'asse culturale che unisce Milano e Napoli si sta rivelando un terreno fertile per progetti espositivi audaci, capaci di tessere una narrazione complessa tra il rigore storico della tradizione e l'urgenza espressiva dell'arte contemporanea. Questa sinergia non è solo un esercizio curatoriale, ma una vera e propria dichiarazione sulla vitalità del patrimonio artistico italiano, capace di dialogare incessantemente con le nuove generazioni di creatori. Il recente progetto che ha visto protagoniste due istituzioni di spicco, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, ne è la più lampante dimostrazione. Queste due realtà, pur avendo identità storiche e collezioni profondamente diverse – l'una custode di un'eredità lombarda e l'altra emblema della magnificenza borbonica – hanno trovato un punto di incontro nel lavoro dell'artista Nicola Samorì. L'iniziativa, intitolata Classical Collapse, suggerisce immediatamente l'intento: decostruire e riassemblare la percezione del "classico" attraverso lenti contemporanee. L'arte, in questo contesto, smette di essere un reperto statico per diventare un laboratorio di metamorfosi.

Nicola Samorì: La Materia che Trasforma il Mito

Il cuore pulsante di questa collaborazione risiede nell'intervento site-specific di Nicola Samorì (Forlì, 1977). L'artista non si pone come un semplice giustappositore di opere, ma come un catalizzatore che innesca una conversazione visiva tra i suoi lavori e i capolavori selezionati dalle due collezioni museali. L'approccio di Samorì è caratterizzato da una profonda rispettosa indagine sulla materia pittorica e scultorea del passato. Le sue opere, spesso caratterizzate da superfici trattate, quasi corrose o ricomposte, prendono spunto da soggetti iconografici classici – si pensi ai suoi episodi che rievocano il martirio o i miti greci – per esplorare la fragilità e la persistenza della forma nel tempo. Come evidenziato in analisi critiche sul suo lavoro, Samorì utilizza la tradizione non per copiarla, ma per interrogarla sulla sua capacità di resistere alle trasformazioni storiche e materiali. L'allestimento, in particolare nelle sale di Capodimonte, ha trasformato gli spazi in una vera e propria scenografia dinamica, dove dipinti barocchi prediletti dall'artista si trovano affiancati alle sue creazioni, creando cortocircuiti temporali sorprendenti.

Capodimonte e l'Eredità Barocca Incontrata dalla Modernità

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, che ha inaugurato questa esposizione dopo un significativo restauro delle sue sale, ha offerto a Samorì un palcoscenico ideale per confrontarsi con la pittura del Seicento e Settecento. L'eredità dei grandi maestri napoletani e internazionali presenti nelle sue collezioni fornisce la base per una riflessione sulla potenza espressiva del colore e del chiaroscuro. L'artista non teme il confronto con giganti del passato; al contrario, lo ricerca per evidenziare come i temi universali – dolore, trionfo, metamorfosi – rimangano costanti, pur cambiando la veste formale. Questo dialogo tra la ricchezza cromatica del Barocco napoletano e le texture materiche di Samorì dimostra come l'arte contemporanea possa agire da lente di ingrandimento sul passato, rivelandone sfumature altrimenti sopite.

L'Ambrosiana: Tra Manierismo e Nuove Visioni

Parallelamente, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano ha partecipato al progetto offrendo la sua collezione, nota per la sua ricchezza di opere manieriste e rinascimentali, come contrappunto alla narrazione napoletana. Sebbene le due sedi ospitassero sezioni diverse del progetto, l'intento unitario era quello di creare un percorso concettuale che superasse la distanza geografica. L'accostamento delle opere di Samorì ai dipinti conservati a Milano ha permesso di esplorare come la tensione tra figura e astrazione sia un elemento ricorrente nella storia dell'arte italiana, dal tardo Rinascimento fino alle sperimentazioni odierne. La curatela ha saputo orchestrare oltre cinquanta opere, creando un dialogo serrato che invita il visitatore a riconsiderare i confini tra "arte antica" e "arte moderna", dimostrando che l'innovazione spesso affonda le sue radici più profonde nella conoscenza del canone.

La Tradizione come Motore di Innovazione

L'unione tra Milano e Napoli in questo specifico contesto artistico non è un evento isolato, ma un sintomo di una rinnovata consapevolezza nazionale sul valore del proprio patrimonio storico come risorsa inesauribile per la creatività futura. L'arte contemporanea, quando è ben radicata, non distrugge la tradizione, ma la rinvigorisce, offrendo nuove chiavi di lettura. L'esperienza di Samorì con i fondi museali di Capodimonte e dell'Ambrosiana sottolinea che il dialogo tra le due città, storicamente distinte per temperamento e vocazione artistica, può generare una sintesi culturale di grande impatto, capace di attrarre pubblico e critica internazionale.

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