La Svolta di BasicNet e l'Onda di Protesta
L'acquisizione di Woolrich Europe da parte di BasicNet, il gruppo torinese già proprietario di marchi noti come Kappa e Briko, ha innescato una reazione a catena che ha superato le aspettative di una semplice riorganizzazione aziendale. L'annuncio, giunto a dicembre 2025, prevedeva la chiusura delle sedi operative di Bologna e Milano, con il conseguente trasferimento dei 139 dipendenti presso il nuovo quartier generale piemontese. Questa mossa ha creato immediatamente un clima di forte tensione e incertezza tra i lavoratori, i quali si sono visti presentare un ultimatum: accettare il trasferimento o considerare le dimissioni, perdendo di fatto il diritto all'indennità di disoccupazione. I sindacati hanno immediatamente etichettato la manovra come un "licenziamento collettivo mascherato", nonostante le rassicurazioni ufficiali di BasicNet sulla tutela di tutto il personale.
La Voce Inascoltata dei Protagonisti
Ciò che ha esacerbato gli animi non è stata solo la decisione logistica, ma la modalità con cui è stata comunicata e implementata. In un contesto dove le istituzioni hanno iniziato a prendere posizione, i veri protagonisti della vicenda – i dipendenti – hanno deciso di rompere il silenzio attraverso una missiva incisiva, definita dai media come una "lettera al veleno". Il cuore del loro messaggio è un appello diretto ai vertici della nuova proprietà: "Ascoltateci, abbiamo tenuto in piedi l’azienda". I lavoratori lamentano una totale assenza di dialogo preventivo. Essi sottolineano come la decisione sia stata percepita come "una decisione immediata, senza alcun periodo di ascolto o valutazione di alternative". Questa mancanza di apertura è particolarmente dolorosa, considerando il loro storico impegno.
L'Appello per Soluzioni Alternative
La lettera evidenzia come non siano state prese in considerazione opzioni che avrebbero potuto mitigare l'impatto del trasferimento. I dipendenti avevano proposto alternative concrete, quali l'implementazione di modelli di smart working esteso, la creazione di poli operativi misti o il mantenimento di presidi territoriali minimi. Queste proposte, secondo i firmatari, avrebbero permesso di salvaguardare l'efficienza operativa pur rispettando le esigenze personali e familiari del personale. L'accusa implicita è che la nuova proprietà abbia privilegiato una visione puramente finanziaria e logistica, ignorando il capitale umano che, negli anni, ha garantito la continuità e il successo del marchio, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà economica. Il senso di tradimento è palpabile, come espresso nel loro documento dove si legge che "abbiamo sempre sostenuto l’azienda, anche nei momenti più...".
L'Esperienza Accumulata: Un Valore Inestimabile
Il punto cruciale sollevato dai lavoratori è legato al valore dell'esperienza accumulata. Per anni, il personale di Bologna e Milano ha rappresentato il tessuto connettivo operativo di Woolrich Europe. La loro competenza specifica nel settore dell'abbigliamento tecnico e di lusso non è facilmente replicabile o trasferibile senza costi impliciti significativi per l'azienda. Come evidenziato da analisi di settore, citate da testate specializzate in economia del lavoro, la perdita di personale chiave in seguito a riorganizzazioni drastiche spesso comporta un calo temporaneo della produttività e una diluizione del know-how aziendale. I dipendenti rivendicano il loro ruolo di pilastri, sottolineando che la loro fedeltà e dedizione sono state la vera assicurazione per la sopravvivenza del brand in Italia. L'appello finale è un invito a riconoscere questo contributo prima che sia troppo tardi, trasformando un potenziale conflitto in un'opportunità di collaborazione costruttiva.
