Un Ponte tra Culture: L'Arrivo ad Ankara
Il volo di Leone XIV, partito questa mattina dall'aeroporto di Fiumicino, è atterrato ad Ankara, segnando l'inizio del suo primo viaggio apostolico in Turchia e Libano. Un viaggio denso di significato, che si propone come un ponte tra culture e religioni, portando un messaggio di pace e speranza in due nazioni cruciali per gli equilibri del Medio Oriente. L'aereo di Ita Airways, che trasportava il Pontefice, il suo seguito e una folta delegazione di giornalisti, è stato accolto con tutti gli onori all'aeroporto internazionale di Ankara Esenboğa. Ad attendere il Santo Padre, rappresentanti del governo turco e della comunità cattolica locale, pronti a testimoniare l'importanza di questa visita. La presenza a bordo del volo dell'immagine di Maria, Madre del Buon Consiglio, custodita nel Santuario di Genazzano, sottolinea la dimensione spirituale del viaggio e l'affidamento alla protezione mariana.
Istanbul e Iznik: Sulle Orme della Storia Cristiana
Dopo una breve cerimonia di benvenuto ad Ankara, Leone XIV ripartirà in serata alla volta di Istanbul, cuore pulsante della Turchia e città ricca di storia e significato per il cristianesimo. La visita ad Istanbul prevede incontri con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, figura chiave nel dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Un momento di preghiera congiunta e di riflessione sui temi della fratellanza e della collaborazione interreligiosa sarà centrale in questa tappa. Particolarmente significativa sarà la visita a Iznik (l'antica Nicea), dove quest'anno si celebra il 1700° anniversario del primo Concilio di Nicea, un evento fondamentale per la definizione della dottrina cristiana. Come sottolinea lo storico Alberto Melloni, esperto di storia del cristianesimo, "il Concilio di Nicea rappresenta un momento cruciale per la Chiesa, un'occasione per riflettere sulle radici comuni e per rinnovare l'impegno a favore dell'unità dei cristiani" (cfr. *Il Concilio Imperfetto*, Laterza). La presenza di Leone XIV a Iznik testimonia l'importanza che la Chiesa cattolica attribuisce al dialogo ecumenico e alla ricerca di una sempre maggiore comunione tra le diverse confessioni cristiane.
Libano: Un Messaggio di Speranza in un Paese Ferito
La seconda tappa del viaggio apostolico di Leone XIV sarà il Libano, a partire da domenica 30 novembre. Un paese segnato da profonde crisi politiche, economiche e sociali, aggravate dalla tragica esplosione del porto di Beirut nel 2020. La visita del Pontefice rappresenta un segno di vicinanza e di solidarietà con il popolo libanese, che da anni lotta per superare le difficoltà e ricostruire un futuro di pace e prosperità. Come ha affermato il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, "la presenza del Santo Padre in Libano è un balsamo per le ferite del nostro popolo, un incoraggiamento a non perdere la speranza e a continuare a lavorare per un futuro migliore" (cfr. intervista a *Vatican News*). Il programma della visita in Libano prevede incontri con le autorità politiche e religiose, con i rappresentanti della società civile e con le comunità cristiane locali. Momenti di preghiera e di riflessione saranno dedicati alle vittime della violenza e della crisi, e un appello sarà lanciato alla comunità internazionale affinché sostenga il Libano nel suo percorso di ricostruzione e di riforma.
Un Viaggio di Dialogo e Pace
L'intero viaggio apostolico di Leone XIV in Turchia e Libano si configura come un'occasione preziosa per promuovere il dialogo interreligioso e la comprensione reciproca tra culture diverse. In un mondo segnato da conflitti e divisioni, il Pontefice porta un messaggio di pace e di speranza, invitando tutti a superare le barriere e a costruire ponti di fraternità. La scelta di visitare due paesi così diversi, ma entrambi cruciali per gli equilibri del Medio Oriente, testimonia la volontà di Leone XIV di essere un pastore vicino al suo gregge, attento alle sofferenze e alle aspirazioni di tutti i popoli. Il viaggio rappresenta un'opportunità unica per rafforzare i legami tra la Chiesa cattolica e le comunità cristiane locali, per incoraggiare il dialogo con le altre religioni e per promuovere la pace e la giustizia in una regione tormentata.
