Un viaggio ingannevole
La storia di Eva, 21 anni, nata a Rimini ma di origini bengalesi, è un racconto di inganno, violenza e coraggio. Nel novembre 2024, Eva intraprende un viaggio verso il Bangladesh, apparentemente per far visita alla nonna malata. Accompagnata dalla madre e da una cara amica, non sospetta minimamente la trappola che la attende. "Sono partita in buona fede," racconta Eva, "ma quando sono arrivata, ho scoperto che il viaggio era stato organizzato per ben altro." Invece di un affettuoso ricongiungimento familiare, Eva si ritrova catapultata in un incubo: un matrimonio forzato con un uomo che non ha scelto.
L'incubo delle nozze forzate
Il 17 dicembre 2024, a Dacca, la vita di Eva cambia per sempre. Costretta a sposare un uomo contro la sua volontà, si ritrova intrappolata in una spirale di violenze fisiche e psicologiche. Le nozze segnano l'inizio di un periodo di privazioni, umiliazioni e riduzione in schiavitù. "Ero completamente isolata," confessa Eva, "privata di ogni libertà e controllo sulla mia vita." La situazione precipita ulteriormente con la somministrazione forzata di farmaci, un ulteriore strumento di controllo e sottomissione. La violenza sessuale diventa una realtà quotidiana, trasformando il matrimonio in un vero e proprio inferno.
La fuga e la denuncia
Dopo mesi di sofferenze indicibili, Eva trova la forza di reagire. Con un coraggio straordinario, riesce a pianificare la sua fuga e a tornare in Italia. Una volta al sicuro, non esita a denunciare la sua famiglia per le violenze subite. La sua testimonianza è un atto di ribellione contro una tradizione oppressiva e un messaggio di speranza per tutte le donne che si trovano in situazioni simili. Amnesty International, da sempre in prima linea nella lotta contro i matrimoni forzati, sottolinea come queste pratiche violino i diritti umani fondamentali delle donne, privandole della loro autonomia e dignità.
Ricominciare a vivere
Oggi, Eva sta cercando di ricostruire la sua vita. Con il sostegno del suo fidanzato, anch'egli di origini bengalesi-romagnole, ha ripreso gli studi e sta lavorando per realizzare i suoi sogni. "Ho ricominciato a studiare per diventare operatrice del turismo," afferma con determinazione, "ho ricominciato ad amare e a vivere." Il suo obiettivo è quello di crearsi un futuro libero da condizionamenti e paure, un futuro fatto di scelte sue, soltanto sue. La sua storia, seppur dolorosa, è un esempio di resilienza e di speranza. Come evidenziato da UN Women, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne, il sostegno psicologico e legale è fondamentale per aiutare le vittime di matrimoni forzati a superare il trauma e a ricostruire la propria vita. L'ultimo contatto con la madre è stato un SMS, un addio definitivo mentre i carabinieri la attendevano all'aeroporto di Bologna per metterla in salvo.
