L'emersione del video sospetto
Un video che circola online sta sollevando un polverone di polemiche e interrogativi. Il filmato mostra una presunta personal shopper marocchina che afferma di aver lavorato per Olena Zelensky, moglie del presidente ucraino, acquistando abiti di lusso. Tuttavia, un'analisi approfondita rivela incongruenze che suggeriscono fortemente la natura manipolata del video, classificandolo come un deepfake. La diffusione di questo tipo di contenuti rappresenta una seria minaccia alla credibilità delle informazioni e può essere utilizzata per scopi di disinformazione e propaganda.
Analisi delle anomalie
Diversi elementi nel video destano sospetti. Innanzitutto, la qualità dell'immagine è tutt'altro che ottimale, con una risoluzione che appare volutamente bassa per mascherare eventuali imperfezioni nella ricostruzione facciale. In secondo luogo, l'audio presenta delle discontinuità e una certa roboticità nella voce della presunta personal shopper, un tratto comune nei deepfake. Infine, come sottolineato da esperti di analisi forense digitale, il collo della figura nel video appare innaturalmente lungo, un dettaglio grottesco che tradisce la manipolazione. Hany Farid, professore di informatica all'Università della California, Berkeley, e rinomato esperto in deepfake, ha più volte evidenziato come questi difetti siano spesso presenti in produzioni amatoriali o realizzate con software meno sofisticati.
Il contesto della guerra ibrida
La diffusione di questo deepfake non è un evento isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di guerra ibrida, dove la disinformazione e la propaganda giocano un ruolo cruciale. L'obiettivo sembra essere quello di screditare la figura di Olena Zelensky e, di conseguenza, minare il sostegno internazionale all'Ucraina. La narrazione che si cerca di veicolare è quella di una first lady che sperpera denaro pubblico in beni di lusso, mentre il suo paese è dilaniato dalla guerra. Questo tipo di propaganda mira a fomentare il risentimento e la sfiducia nei confronti della leadership ucraina, sia all'interno del paese che all'estero. Nina Jankowicz, esperta di disinformazione e autrice del libro "How to Be a Woman Online", ha ampiamente documentato come la disinformazione venga utilizzata come arma per influenzare l'opinione pubblica e destabilizzare i governi.
Le implicazioni e le contromisure
Le implicazioni della diffusione di deepfake sono molteplici e preoccupanti. Oltre a danneggiare la reputazione di individui e istituzioni, questi video possono essere utilizzati per manipolare elezioni, diffondere odio e incitare alla violenza. È fondamentale sviluppare strumenti e strategie per contrastare questa minaccia. Tra le contromisure possibili, vi sono: il miglioramento delle tecnologie di rilevamento dei deepfake, l'educazione del pubblico sui rischi della disinformazione e la promozione di un giornalismo di qualità che verifichi accuratamente i fatti prima di pubblicarli. Claire Wardle, direttrice esecutiva di First Draft News, sottolinea l'importanza della literacy mediatica per aiutare le persone a distinguere tra informazioni vere e false.
