A Campobasso, madre e figlia perdono la vita dopo una cena sospetta. L'autopsia punta su tossine alimentari, forse funghi. Indagini su medici e pasti natalizi in corso.
La Tragica Fine di Antonella e Sara
Antonella Di Ielsi, 50 anni, e la figlia Sara Di Vita, 15 anni, sono decedute all'ospedale Cardarelli di Campobasso tra sabato 28 e domenica 29 dicembre 2025, dopo essere state colpite da una grave intossicazione. La famiglia, residente a Pietracatella, aveva consumato una cena il 23 dicembre che ora è al centro delle indagini. Il padre, Gianni Di Vita, ex sindaco del paese, e l'altra figlia di 18 anni sono sopravvissuti, ma ricoverati in gravi condizioni allo Spallanzani di Roma. I sintomi sono comparsi dopo quel pasto, condiviso solo da madre, figlia minore e padre, mentre la maggiore era assente.
Le due donne si erano presentate al pronto soccorso due volte prima del decesso, ma erano state rimandate a casa con diagnosi di intossicazione alimentare lieve. Solo al terzo accesso il quadro clinico è peggiorato rapidamente, portando al ricovero e al tragico epilogo. L'Asrem, l'azienda sanitaria regionale, ha confermato l'ipotesi di una tossinfezione di natura alimentare, escludendo per ora contaminazioni esterne come veleni per topi. La famiglia era in buona salute prima dell'evento, rendendo il caso ancora più misterioso e doloroso per la comunità locale.
Pietracatella è sotto shock: Gianni Di Vita, figura nota politicamente, lotta per la vita insieme alla figlia maggiore, supportati da un team psicologico. Le autorità hanno sequestrato cartelle cliniche e resti di alimenti dall'abitazione, mentre la procura di Campobasso coordina un'inchiesta ampia per ricostruire la catena degli eventi. Questo dramma natalizio ha acceso i riflettori sui rischi nascosti nei pasti festivi.
La Cena del 23 Dicembre Sotto la Lente
La serata del 23 dicembre emerge come momento critico: madre, padre e Sara minore consumarono un pasto che includeva funghi, pesce e altri ingredienti. La figlia maggiore, assente, non ha accusato malori, rafforzando il sospetto su quel menu. Gli inquirenti stanno analizzando i prelievi organici e i residui alimentari per identificare la tossina responsabile, con i risultati attesi tra sessanta giorni.
Secondo il procuratore Nicola D’Angelo, non emergono elementi di avvelenamento doloso immediato, ma tutte le piste restano aperte, inclusa l'ipotesi di terzi. La cena natalizia, pensata per unire la famiglia, si è trasformata in tragedia. Fonti investigative puntano su funghi non perfettamente identificati o mal conservati, comuni causa di intossicazioni letali se contengono specie velenose come l'Amanita phalloides.
Ricostruire i pasti precedenti è essenziale: pesce crudo o funghi selvatici potrebbero aver rilasciato tossine termostabili, resistenti alla cottura. La procura ha ordinato analisi tossicologiche approfondite, mentre la Squadra Mobile ha perquisito l'abitazione. Questo caso evidenzia i pericoli dei cibi non tracciati durante le feste.
Autopsie e Risultati Preliminari
Il 31 dicembre 2025, le autopsie sui corpi di Antonella e Sara sono state eseguite all'obitorio del Cardarelli, durando circa sette ore. L'anatomopatologo Marco Di Paolo ha confermato una tossinfezione alimentare generica, compatibile con un evento ingerito, ma senza identificare l'agente specifico. Serviranno esami di laboratorio per conferme definitive.
Non emergono traumi o segni di violenza, scartando omicidi immediati. Le due vittime erano sane, decedute per insufficienza multiorgano da tossine. Gianni Di Vita è stato trasferito da rianimazione a reparto ordinario allo Spallanzani, con miglioramenti, mentre la figlia maggiore è sotto osservazione precauzionale. Tutti gli scenari restano possibili, da funghi tossici a contaminazioni batteriche.
Gli accertamenti proseguono su alimenti sequestrati, con focus sul 23 dicembre. La nota dell'Irccs Spallanzani rassicura sul supporto medico e psicologico alla famiglia. Questo step autoptico rafforza l'ipotesi accidentale, ma l'attesa per i risultati lab lascia aperte domande cruciali.
Indagini sui Medici e Prospettive Future
Cinque medici del Cardarelli, tra cui due venezuelani e tre italiani, sono indagati per omicidio colposo, dopo i due accessi precedenti dimessi. La procura mira a ricostruire la catena assistenziale, sequestrando cartelle cliniche. L'inchiesta è prioritaria per chiarire se interventi tempestivi avrebbero potuto salvare le vite.
Nonostante le dimissioni precoci, i sintomi iniziali mimavano una comune gastroenterite, complicata poi da tossine potenti. La Squadra Mobile indaga su ogni dettaglio, escludendo veleni esterni ma non dolosità residuali. La comunità attende risposte per chiudere il lutto.
Le indagini dureranno mesi, con analisi tossicologiche decisive. Questo caso solleva temi su pronto soccorso festivo, rischi alimentari e prevenzione. La famiglia Di Vita, unita nel dolore, riceve solidarietà diffusa, mentre Campobasso riflette su una perdita evitabile.
