L'indice FTSE 100 è stato a lungo criticato per i suoi rendimenti apparentemente deludenti, ma una prospettiva più ampia rivela una storia completamente diversa. Quando si includono i dividendi reinvestiti, le performance dell'indice britannico mostrano risultati significativamente superiori, sfidando la narrazione di un mercato stagnante e offrendo lezioni importanti per gli investitori globali.
Il paradosso dei rendimenti: perché il FTSE 100 sembra più debole di quanto sia
Per decenni, gli analisti finanziari hanno sottolineato come il FTSE 100 abbia registrato rendimenti apparentemente modesti, con un aumento da 1.000 a 7.733 punti in 40 anni, implicando un rendimento annualizzato del prezzo di appena il 5,3%. Questa cifra ha alimentato il dibattito sulla competitività del mercato azionario britannico rispetto alle alternative globali, in particolare il mercato americano. Tuttavia, questa valutazione si basa su un calcolo incompleto che ignora un elemento cruciale della strategia di investimento moderna.
Il problema fondamentale risiede nel modo in cui vengono calcolati i rendimenti dell'indice. fisherinvestments.com Il FTSE 100 è un indice di società con pagamenti di dividendi relativamente elevati secondo gli standard globali, ma i rendimenti headline sono calcolati solo sul prezzo, escludendo i dividendi reinvestiti</a>. Quando una società distribuisce dividendi agli azionisti, l'importo per azione viene dedotto dal prezzo del titolo, creando un'illusione ottica nei dati storici.
Questa metodologia di calcolo ha conseguenze significative sulla percezione del valore degli investimenti britannici. Gli investitori che reinvestono i loro dividendi, una pratica comune e consigliata dai consulenti finanziari, beneficiano di rendimenti composti che non vengono riflessi nelle statistiche ufficiali dell'indice. Di conseguenza, la reputazione del FTSE 100 come investimento poco attraente è stata costruita su fondamenta incomplete, portando molti risparmiatori a cercare opportunità altrove.
La trasformazione con i dividendi reinvestiti: quando i numeri raccontano la vera storia
Quando si includono i dividendi reinvestiti nel calcolo, la narrativa cambia radicalmente. Nel corso dei 40 anni di storia dell'indice, il rendimento annualizzato totale supera l'8%, una cifra significativamente superiore al 5,3% del rendimento del solo prezzo. Questa differenza di quasi tre punti percentuali, sebbene possa sembrare modesta in termini assoluti, rappresenta un divario enorme quando viene applicato al calcolo dei rendimenti composti nel lungo termine.
Per comprendere l'impatto reale di questa differenza, è utile considerare un esempio storico parallelo. fisherinvestments.com L'indice S&P 500 americano, dopo il crollo del 1929, impiegò circa 25 anni per recuperare il suo massimo precedente in termini di rendimento del solo prezzo, ma con i dividendi reinvestiti raggiunse il pareggio quasi 10 anni prima, godendo di una crescita composta massiccia mentre l'indice dei prezzi stava ancora cercando di recuperare</a>. Questo esempio dimostra come l'esclusione dei dividendi possa distorcere significativamente la percezione della performance storica.
Il contrasto è ancora più evidente se si osservano i numeri finali del periodo post-1929. Entro la fine del 1954, il rendimento del prezzo dal settembre 1929 era di appena il 19,3%, mentre il rendimento totale con dividendi reinvestiti raggiungeva il 371,0%. Questa differenza straordinaria illustra come i dividendi, spesso sottovalutati dagli investitori moderni, rappresentino una componente essenziale della ricchezza a lungo termine.
Il contesto internazionale: come il FTSE 100 si confronta con i mercati globali
Nonostante la revisione positiva dei rendimenti del FTSE 100 quando si includono i dividendi, l'indice britannico continua a confrontarsi con sfide significative nel panorama internazionale. pearsonblog.campaignserver.co.uk Il rendimento annuale equivalente (AER) del FTSE 100 nel periodo considerato è inferiore a metà di quello dell'S&P 500, con il FTSE che ha offerto un rendimento annuale di appena il 2,57% tra il 2015 e il 2020, mentre l'indice americano ha offerto il 16,48%</a>. Questa disparità riflette non solo le diverse dinamiche economiche dei due paesi, ma anche fattori strutturali più profondi.
Gli indici europei continentali hanno mostrato performance migliori rispetto al FTSE 100 in diversi periodi. Sia l'indice francese che quello tedesco hanno offerto tassi di rendimento superiori, in particolare nella parte finale del periodo analizzato. Questa tendenza ha implicazioni significative per gli investitori britannici, che affrontano un costo opportunità più elevato quando scelgono di investire nel mercato domestico rispetto alle alternative europee e americane.
La percezione di rischio e incertezza ha giocato un ruolo cruciale nel determinare i rendimenti attesi. pearsonblog.campaignserver.co.uk Dal 1998 al 2008, il valore medio dell'indice di incertezza era 89, ma dal 2008 è salito a 163, e dal voto sulla Brexit ha raggiunto 185, indicando una percezione molto più elevata di rischio e incertezza negli ultimi 15 anni</a>. Questa maggiore incertezza si traduce in tassi di rendimento attesi più elevati richiesti dagli investitori come compensazione, rendendo molti progetti di investimento a lungo termine meno redditizi.
Prospettive future: il FTSE 100 può tornare a competere globalmente?
La recente attività nel mercato britannico suggerisce che il FTSE 100 potrebbe essere in una fase di rinascita. Secondo le analisi di esperti del settore, ci sono stati segnali incoraggianti di ripresa, con attività di riacquisto di azioni e realizzazione di asset che indicano una rinnovata fiducia nel mercato. Questi sviluppi potrebbero rappresentare l'inizio di un nuovo capitolo per l'indice, dopo anni di sottoperformance relativa.
La chiave per il successo futuro del FTSE 100 risiede nella capacità del mercato britannico di affrontare le sfide strutturali che hanno limitato la crescita negli ultimi anni. La riduzione dell'incertezza, attraverso una maggiore chiarezza politica e normativa, potrebbe abbassare i tassi di rendimento attesi richiesti dagli investitori, rendendo più attraenti gli investimenti a lungo termine. Inoltre, una maggiore consapevolezza tra gli investitori riguardo all'importanza dei dividendi reinvestiti potrebbe contribuire a una rivalutazione più accurata della performance storica e futura dell'indice.
Per gli investitori che cercano esposizione al mercato britannico, la lezione principale è che il FTSE 100 non dovrebbe essere giudicato esclusivamente sulla base dei rendimenti dei prezzi. Una strategia di investimento che enfatizza il reinvestimento dei dividendi e una prospettiva a lungo termine potrebbe trasformare la percezione di questo indice da "dinosauro" stagnante a opportunità di crescita composta significativa. Con i giusti strumenti analitici e una comprensione completa dei fattori che guidano i rendimenti, il FTSE 100 potrebbe sorprendere gli scettici e dimostrare che il mercato britannico ha ancora molto da offrire agli investitori pazienti.
