Frode da 2,5 milioni: il caso Orlando Taddeo

Pubblicato: 31/12/2025, 16:54:165 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Frode da 2,5 milioni: il caso Orlando Taddeo
Maxi evasione IVA nel settore telecomunicazioni, arrestato imprenditore romano

La Guardia di Finanza di Roma ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Orlando Taddeo, 51 anni, imprenditore accusato di una sofisticata frode fiscale nel settore delle telecomunicazioni. L'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, ha rivelato un sistema di fatturazioni false e crediti IVA inesistenti per oltre 2,5 milioni di euro, realizzato attraverso una fittizia attività di intermediazione di traffico telefonico internazionale.

Chi è Orlando Taddeo e le accuse mosse dal gip

Orlando Taddeo, 51 anni, è un noto imprenditore attivo da circa trent'anni principalmente nei settori della tecnologia e delle telecomunicazioni. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Valeria Tomassini, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare personale nei suoi confronti su richiesta della Procura della Repubblica di Roma. Taddeo è fratello del sindaco di Formia, Gianluca Taddeo, il quale risulta completamente estraneo all'inchiesta e agli addebiti.

L'accusa principale riguarda l'evasione dell'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) per oltre 2,5 milioni di euro. Secondo la Procura di Roma, Taddeo sarebbe il dominus, ovvero l'ideatore e organizzatore, di un'articolata frode fiscale. Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, hanno rivelato un danno erariale significativo e un sistema fraudolento particolarmente sofisticato.

Attualmente sottoposto a misura cautelare ai domiciliari, Taddeo è descritto come imprenditore nel settore dell'innovazione digitale, infrastrutture di rete e servizi avanzati per le imprese. La sua esperienza pluridecennale nel comparto tecnologico e delle telecomunicazioni lo avrebbe reso particolarmente idoneo a concepire e realizzare un meccanismo fraudolento di tale complessità e portata economica.

Il meccanismo della frode: il trading telefonico fittizio

La frode si basava su una fittizia attività di intermediazione di traffico telefonico, comunemente nota come "trading telefonico" o "reselling telefonico". telegolfo.com Secondo gli inquirenti, l'imprenditore avrebbe ideato un sistema basato su una fittizia attività di intermediazione di traffico telefonico internazionale, il cosiddetto "trading telefonico", finalizzato alla creazione di crediti IVA inesistenti da utilizzare in compensazione fiscale</a>. Il meccanismo si fondava su tre piattaforme digitali gestite tramite società di diritto irlandese riconducibili al medesimo Taddeo.

Il sistema era capace di generare volumi di traffico telefonico artificiali, in particolare verso lo Zambia. Il traffico telefonico "intermediato" dalle società coinvolte era destinato in gran parte allo Zambia, con volumi sproporzionati rispetto al traffico reale certificato dalle autorità zambiane. Questa discrepanza rappresentava uno dei principali elementi che ha permesso agli investigatori di identificare la natura fittizia dell'operazione.

La frode permetteva a società italiane, tra cui la società Reload Spa, di generare crediti IVA inesistenti. Questi crediti venivano poi utilizzati in compensazione per ridurre o azzerare le somme dovute all'Erario. L'operazione coinvolgeva l'emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo superiore a 60 milioni di euro in soli due anni, evidenziando la scala massiccia della frode.

Le indagini e i soggetti coinvolti nella rete fraudolenta

Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma e coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma. L'operazione ha rivelato un settore delle telecomunicazioni altamente tecnico e caratterizzato da controlli insufficienti, che si è dimostrato terreno fertile per frodi di portata milionaria. Gli investigatori hanno dovuto affrontare la complessità tecnica del settore per smascherare il sistema fraudolento.

Sono complessivamente cinque le persone indagate, tra cui due residenti in Irlanda del Nord e nel Regno Unito. Oltre a Orlando Taddeo, gli indagati includono il 65enne Glauco Verdoia, il 45enne irlandese Terence Peter Kirby e l'indiano 49enne Manjit Singh. La presenza di soggetti residenti all'estero evidenzia la natura internazionale della rete fraudolenta e la sofisticazione dell'operazione.

Nel corso dell'indagine è emerso anche il coinvolgimento di una società di telecomunicazione, la Limecom srl, con sede a Roma, che è andata in fallimento. Taddeo era stato coinvolto in quanto ex amministratore unico dell'azienda fallita. Nel 2023, la Procura di Roma aveva già chiesto il rinvio a giudizio di Taddeo per le condotte che avevano portato al fallimento della società. Nell'ambito dell'operazione più recente, è stata disposta anche una misura interdittiva a carico dell'amministratore della società che ha utilizzato la piattaforma fraudolenta.

Le implicazioni e il contesto della frode nel settore telecomunicazioni

Questo caso rappresenta un esempio emblematico di come il settore delle telecomunicazioni, caratterizzato da operazioni tecnicamente complesse e da una regolamentazione ancora in evoluzione, possa essere vulnerabile a sofisticate frodi fiscali. La Guardia di Finanza di Roma ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura capitolina. L'operazione dimostra l'impegno delle autorità nel contrastare frodi fiscali di grande portata.

Il danno erariale complessivo ammonta a oltre 2,5 milioni di euro, una cifra significativa che rappresenta risorse pubbliche sottratte allo Stato. La sofisticazione del meccanismo fraudolento, basato su piattaforme digitali internazionali e su una conoscenza approfondita del settore telecomunicazioni, evidenzia come le frodi fiscali moderne richiedono competenze tecniche elevate e una rete di complici distribuiti geograficamente. Questo aspetto rappresenta una sfida crescente per le autorità di controllo.

L'indagine ha portato alla luce anche questioni relative alla governance societaria e alla responsabilità degli amministratori. La misura interdittiva disposta a carico dell'amministratore della società che ha utilizzato la piattaforma fraudolenta rappresenta un tentativo di prevenire il ripetersi di comportamenti illeciti. Il caso sottolinea l'importanza di controlli più rigorosi nel settore delle telecomunicazioni e della necessità di una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi di frode fiscale in questo comparto.

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