Claire Brosseau
La Storia di Claire Brosseau e la Sua Lotta Quotidiana
Claire Brosseau ha iniziato a fantasticare sulla morte fin dall'asilo, segnata da un'infanzia drammatica con crisi e scoppi d'ira. Diagnosticata con disturbo bipolare di tipo I, disturbo alimentare e un passato di traumi, ha provato innumerevoli terapie senza successo duraturo. Nel 2021, una crisi suicidaria l'ha portata in ospedale a Toronto, dove è stata trattenuta con la forza, un'esperienza che ha peggiorato il suo stato mentale. Ha presentato reclamo e vinto, ma il trauma persiste, spingendola a isolarsi in un villaggio marittimo in Nuova Scozia alla ricerca di pace.
Oggi Brosseau esce di casa solo per necessità, tagliata fuori dal mondo eccetto medici e avvocati. Descrive la sua esistenza come un inferno incessante: 'Fanno finta che sia una richiesta di morte, e lo è, ma è una supplica per la mia vita, per liberarmi da questa sofferenza'. Ha esaurito tutte le opzioni terapeutiche e i valutatori hanno confermato che la sua condizione è irrimediabile. Per lei, il suicidio assistito rappresenta un'alternativa pacifica al suicidio violento, con medici e cari al fianco, evitando traumi ad altri.
La sua determinazione non deriva da un capriccio, ma da anni di dolore intollerabile. Brosseau paragona la sua situazione a quella di pazienti oncologici: 'Non chiediamo ai malati di cancro di vivere in attesa di una cura che infligge dolore immenso'. Nonostante periodi di sollievo, le sue patologie mentali non sono scomparse, lasciandola in una prigione psicologica da cui vede una sola via d'uscita dignitosa.