Ramazzotti distrugge casa al vicino: 200mila € in ballo

Pubblicato: 27/12/2025, 18:43:225 min
Scritto da
Redazione
Categoria: Spettacolo
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Ramazzotti distrugge casa al vicino: 200mila € in ballo
La lite condominiale a CityLife: lavori killer e una causa da 200mila euro

Paolo Rossi accusa Eros Ramazzotti di avergli rovinato l'appartamento con lavori di ristrutturazione invasivi. Il cantante rifiuta di pagare i danni stimati in oltre 200mila euro, scatenando una battaglia legale a Milano. Ecco i dettagli della vicenda.

La lite nasce dai lavori di ristrutturazione

Nel cuore del quartiere <strong>CityLife</strong> a Milano, Paolo Rossi, revisore contabile e proprietario di un appartamento, ha visto la sua vita sconvolta dai lavori di ristrutturazione nell'abitazione sovrastante, di proprietà di Eros Ramazzotti. Il cantante avrebbe avviato interventi radicali, inclusa la demolizione di muri divisori interni, porte e impianti, seguiti dalla rimozione di pavimenti e massetto con martelli pneumatici. Queste operazioni, descritte come 'devastanti' dai legali di Rossi, hanno provocato vibrazioni intense che si sono propagate fino all'appartamento sottostante, causando gravi danni strutturali. Rossi racconta di un crollo improvviso del plafone in una stanza, con calcinacci che sono piovuti dal soffitto, rendendo l'immobile inabitabile e interrompendo la sua attività professionale svolta proprio lì.

I fatti risalgono a pochi mesi fa, quando i rumori assordanti dei martelli pneumatici hanno iniziato a tormentare Rossi. Inizialmente, l'architetto e l'impresa di Ramazzotti si erano dichiarate disponibili a sospendere i lavori per verificare i danni, ma secondo il vicino questa promessa non è stata mantenuta. Al contrario, le demolizioni sono riprese nonostante l'incidente, aggravando la situazione. Rossi ha dovuto chiamare i Vigili del Fuoco e la Polizia Municipale, i cui verbali hanno parzialmente confermato le responsabilità legate ai lavori. Da quel momento, Rossi vive 'accampato' da oltre un anno in condizioni precarie, senza poter rientrare nella sua casa.

La vicenda evidenzia i rischi dei cantieri in condomini moderni come CityLife, dove edifici di lusso convivono con normative stringenti sulla sicurezza. Esperti del settore sottolineano che l'uso massiccio di attrezzi vibranti come i martelli pneumatici richiede precauzioni specifiche, come smorzatori e monitoraggi strutturali, spesso trascurate in ristrutturazioni private. Questo caso sta attirando attenzione sul tema della convivenza condominiale in contesti urbani densi, dove un intervento edile può trasformarsi in un incubo per i vicini.

I danni subiti e la quantificazione economica

I danni all'appartamento di Rossi non si limitano al crollo iniziale del plafone, ma si estendono a sfondellamento dell'intonaco in diverse stanze, crepe nelle pareti e problemi agli impianti idraulici ed elettrici. Un ingegnere incaricato dal condominio ha certificato che tali lesioni derivano direttamente dai lavori senza precauzioni strutturali, escludendo cause preesistenti. Rossi ha dovuto evacuare l'immobile, affittando temporaneamente un altro appartamento e subendo interruzioni nella sua attività professionale, con conseguenti perdite economiche significative.

La richiesta di risarcimento ammonta a oltre <strong>200mila euro</strong>, una cifra che include i costi di riparazione strutturale, il canone di affitto alternativo e i mancati introiti dall'attività lavorativa. Gli avvocati di Rossi hanno prodotto relazioni tecniche dettagliate che legano i danni alle demolizioni upstairs, con vibrazioni che hanno propagato lo stress meccanico alle murature sottostanti. Senza questi interventi, l'edificio non avrebbe subito tali propagazioni, secondo le perizie. Rossi descrive una situazione di stallo che lo costringe a una vita precaria, lontano dal suo studio professionale.

Questa quantificazione non è arbitraria: si basa su preventivi di imprese edili specializzate e valutazioni forensi. In contesti simili, i tribunali italiani spesso riconoscono risarcimenti per danni da vibrazioni edilizie, considerando sia i costi materiali che i disagi immateriali. Il caso di Rossi potrebbe fare giurisprudenza per futuri contenziosi in condomini di pregio, dove i valori immobiliari elevati amplificano l'impatto economico.

La posizione di Eros Ramazzotti e la difesa

Dal canto suo, Eros Ramazzotti e il suo legale, Antonio Cacciato, respingono le accuse definendole 'generiche e non riscontrabili'. La difesa sostiene che i danni derivino da problemi strutturali occulti dell'edificio, non dai lavori di ristrutturazione. Secondo questa tesi, l'immobile presentava già difetti nascosti che il cantiere ha solo portato alla luce, scaricando la responsabilità sul condominio o sul costruttore originario. Ramazzotti non avrebbe quindi alcuna obbligazione risarcitoria diretta.

L'impresa appaltatrice ha inizialmente offerto di verificare i danni, ma le trattative si sono arenate con reciproche accuse di scarsa collaborazione. I legali del cantante criticano l'atteggiamento di Rossi, definendolo poco propenso al dialogo, e attendono la perizia del giudice per chiarire le cause. Nel frattempo, i lavori nell'appartamento di Ramazzotti procedono, alimentando tensioni nel palazzo. Questa posizione riflette una strategia difensiva comune nei contenziosi edili, volta a spostare l'onere probatorio sull'accusa.

Ramazzotti, noto per la sua riservatezza sulle vicende private, non ha rilasciato commenti pubblici diretti. Fonti vicine al cantante sottolineano che la ristrutturazione era necessaria per adattare l'immobile alle sue esigenze familiari, in linea con le norme urbanistiche milanesi. La difesa punta su consulenze tecniche indipendenti per smontare la catena causale tra martelli pneumatici e crollo, invocando possibili vizi di costruzione nel complesso CityLife.

Il percorso giudiziario e le prossime mosse

La disputa è approdata in tribunale a gennaio 2025, con Rossi che ha formalmente contestato i danni a Ramazzotti e all'impresa. Non essendoci accordo, gli avvocati del vicino hanno depositato una causa per risarcimento, supportata da verbali delle forze dell'ordine e perizie ingegneristiche. Il giudice milanese Carlo Di Cataldo ha fissato il secondo tentativo di conciliazione per il 19 gennaio 2026, offrendo alle parti un'ultima chance di mediazione prima dell'udienza piena.

Il consulente tecnico d'ufficio avrà tempo fino al 9 febbraio per la relazione preliminare e fino al 10 aprile per quella definitiva, con osservazioni delle parti entro l'11 marzo. Questo iter è tipico delle cause civili per danni da vicinato in Italia, dove la perizia tecnica riveste un ruolo cruciale. Rossi spera in una soluzione rapida per tornare alla normalità, mentre la difesa di Ramazzotti confida nelle evidenze strutturali per prevalere.

La vicenda rammenta l'importanza di autorizzazioni condominiali e assicurazioni nei lavori edili. In futuro, casi come questo potrebbero spingere a protocolli più rigidi per ristrutturazioni in palazzi condivisi, tutelando i residenti da rischi imprevedibili. Per Rossi, la battaglia continua, con l'auspicio che la giustizia ristabilisca equità in questo scontro tra vicini celebri.

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