Strage di Sydney: un monito per l'Occidente

Pubblicato: 22/12/2025, 19:01:352 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Strage di Sydney: un monito per l'Occidente
L'attacco antisemita a Bondi Beach e le lezioni per l'Europa

La strage di Sydney del 14 dicembre 2025

La tragedia di Bondi Beach: cronaca di un attacco improvviso

Nel tardo pomeriggio del 14 dicembre 2025, centinaia di persone si erano radunate sulla celebre spiaggia di Bondi Beach a Sydney per celebrare la vigilia di Hanukkah, una festività ebraica simbolo di luce e resistenza. L'atmosfera festosa fu interrotta da decine di colpi d'arma da fuoco, sparati da due uomini armati che causarono almeno 15 morti e oltre 40 feriti. Tra le vittime spiccano figure emblematiche: il rabbino Eli Schlanger del movimento Chabad, l'87enne Alexander Kleytman sopravvissuto all'Olocausto e la bambina di 10 anni Matilda. Questo massacro, il più violento contro la comunità ebraica nella storia moderna dell'Australia, ha sconvolto il paese e il mondo intero.

I due assalitori, identificati come padre e figlio, Sajid Akram di 50 anni e Naveed Akram di 24, agirono con ferocia calcolata. Il padre fu ucciso sul posto dalla polizia, mentre il figlio fu ricoverato in condizioni critiche. Le indagini rivelarono che possedevano armi legalmente, con Naveed che deteneva un porto d'armi nonostante precedenti segnalazioni. Video diffusi online catturarono il caos: passanti in fuga, sirene ululanti e un eroe improvviso, Ahmed el Ahmed, fruttivendolo di 43 anni, che placò uno degli aggressori strappandogli l'arma, evitando potenzialmente un bilancio ancora più tragico.

Le autorità australiane classificarono immediatamente l'evento come atto terroristico mirato alla comunità ebraica. Non ci furono slogan o proclami, solo una sparatoria metodica dal ponticello che sovrasta la spiaggia. La polizia escluse la presenza di terzi complici, concentrandosi sui legami familiari e ideologici dei due uomini. Questo attacco, avvenuto in un luogo simbolo di svago e multiculturalismo, ha messo in luce vulnerabilità nelle celebrazioni pubbliche, spingendo a una riflessione globale sulla sicurezza durante eventi religiosi.

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