L'iBook
La nascita dell'iBook: un'innovazione nel 1999
Nel luglio 1999, durante il Macworld Expo di New York, Steve Jobs presentò l'iBook come quarto e ultimo prodotto della lineup consumer di Apple. Pensato specificamente per studenti e consumatori giovani, questo laptop si distingueva per il design a conchiglia in plastica traslucida colorata, con tonalità come Blueberry e Tangerine. Dotato di un manico retrattile integrato nella cerniera, Apple lo definì 'l'iMac da portare con sé', rendendolo il primo notebook wireless grazie all'opzione AirPort integrata in modelli successivi. Nonostante il peso di 3 kg, circa 6.7 libbre, rappresentava un passo rivoluzionario per la portabilità e l'accessibilità economica.
Le specifiche tecniche dell'iBook originale riflettevano un equilibrio tra costo e prestazioni: processore PowerPC G3 a 300 MHz, 32 MB di RAM espandibili, hard disk da 3.2 GB, display da 12.1 pollici con risoluzione 800x600, lettore CD-ROM, porta USB singola e autonomia fino a sei ore. Mancavano però porte FireWire, uscita video e microfono per mantenere il prezzo a partire da 1.599 dollari. Questo approccio low-cost lo rese competitivo contro rivali come i laptop IBM o Compaq, catturando un pubblico giovane attratto dal look vivace e dalla facilità d'uso del sistema Mac OS 9. L'iBook vendette oltre 800.000 unità nei primi sei mesi, confermando il suo successo immediato.
L'impatto culturale dell'iBook fu immediato: incarnava lo spirito giocoso dell'era iMac, con colori vivaci che rompevano la monotonia dei beige dei competitor. Riviste come CNN ne parlarono come di un dispositivo che democratizzava la computazione mobile per i giovani, favorendo l'adozione di internet nelle scuole e università. Anche oggi, collezionisti e appassionati ne testano la longevità, installando software vintage su unità originali, dimostrando come la sua ingegneria robusta resista al tempo.