Armi USA invadono il Canada: Boom di violenza

Pubblicato: 21/12/2025, 14:12:265 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Esteri
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Armi USA invadono il Canada: Boom di violenza
Come il traffico di armi dagli Stati Uniti sta alimentando un aumento drammatico della criminalità con pistola in Canada

Un'ondata di armi da fuoco provenienti dagli Stati Uniti sta inondando il Canada, contribuendo a un netto incremento della violenza armata. Dati ufficiali rivelano migliaia di pistole sequestrate di origine americana, con reti di contrabbando che sfruttano la porosa frontiera. Questo fenomeno minaccia la sicurezza pubblica canadese, spingendo autorità a intensificare i controlli.

L'aumento della violenza armata in Canada

Negli ultimi anni, il Canada ha registrato un preoccupante incremento della violenza legata alle armi da fuoco, particolarmente evidente nelle grandi città come Montreal. Secondo dati del dipartimento di polizia di Montreal, i tentati omicidi sono passati da 33 nel 2019 a 78 nel 2020, mentre gli spari denunciati sono balzati da 71 a 144 tra il 2020 e il 2021. Le pistole manuali dominano questi crimini, con circa il 90% di quelle sequestrate che risultano importate illegalmente dagli Stati Uniti. Questo trend riflette una vulnerabilità sistemica legata alla facilità di acquisto di armi al di là del confine, dove le normative sono molto meno stringenti.

La pandemia ha amplificato il problema, con un picco di criminalità violenta che ha colto di sorpresa le forze dell'ordine. Le statistiche indicano non solo un aumento quantitativo degli incidenti, ma anche una maggiore letalità, spesso associata a bande organizzate che utilizzano armi potenti. A Montreal, la tracciabilità delle pistole sequestrate conferma l'origine americana nel 90% dei casi, evidenziando come il confine condiviso diventi un'autostrada per il crimine transfrontaliero. Le autorità canadesi lottano contro un flusso costante che mina gli sforzi per il controllo delle armi nazionali.

Questo spike non è isolato: province come il Québec e l'Atlantico riportano sequestri record. La correlazione tra l'arrivo di armi USA e l'escalation della violenza è supportata da analisi forensi, che rivelano pattern ricorrenti di contrabbando. Senza interventi coordinati, il Canada rischia di importare non solo merci, ma un'epidemia di violenza simile a quella statunitense, con conseguenze devastanti per le comunità urbane.

Le rotte del contrabbando: i 'pipeline' di ferro

Il contrabbando di armi dagli USA verso il Canada avviene principalmente attraverso cosiddetti 'iron pipeline', reti consolidate che seguono le principali autostrade. Uno dei percorsi più attivi è l'I-95 dalla Florida al Québec, utilizzato da gruppi organizzati per trasportare pistole e fucili. Tra il 2017 e il 2021, l'ATF ha tracciato 24.586 armi americane recuperate in Canada, confermando la vastità del fenomeno. Queste rotte sfruttano la prossimità geografica e la differenza normativa, rendendo il confine un punto debole critico.

Gruppi di trafficanti, simili a quelli dell'era del Proibizionismo, operano con edifici transfrontalieri tra Vermont e Québec, facilitando il passaggio di armi insieme a droga e tabacco. L'ATF identifica tre grandi pipeline negli USA: East Coast I-95, Mississippi River e Southwest, con l'I-95 che mostra il 12% di armi legate a sparatorie, doppio della media nazionale. In Canada, queste armi finiscono rapidamente nelle mani di criminali, alimentando cicli di violenza urbana.

Le 'hub networks' organizzate non mirano solo al profitto immediato, ma a reti complesse che integrano armi con altri traffici illeciti. Christian Leuprecht e Andrew Althouse descrivono queste operazioni come evolute, con obiettivi strategici che sfidano le forze dell'ordine bilaterali. Il Canada, con le sue restrizioni più severe, diventa un mercato nero attraente, perpetuando il flusso incessante.

Dati ATF e sequestri alla frontiera

L'Agenzia delle Dogane canadese (CBSA) ha intensificato i controlli, sequestrando 270 armi nel 2024 solo nell'Atlantico, inclusi casi di smuggling di pistole e fucili d'assalto da residenti USA. Tra il 2019 e il 2023, 9.813 armi esportate legalmente dagli USA sono state recuperate in Canada dopo crimini, su un totale di 20.072 traceate all'estero dall'ATF. Florida e California emergono come fonti primarie, con il 17% delle armi 'multi-caliber devices' provenienti dalla Sunshine State.

Esempi concreti includono arresti a St. Stephen, New Brunswick: in aprile un viaggiatore con arma smontata è stato condannato a tre mesi e 5.000 dollari di multa; in giugno un residente USA con fucile d'assalto ha ecitato oltre due anni di prigione. Questi incidenti sottolineano la varietà dei metodi, da bagagli nascosti a veicoli modificati, con pene che variano da multe a incarcerazione.

L'ATF nota che il 63,9% delle armi passa tramite venditori non autorizzati, il 62,5% da fabbricazione illegale, inclusi ghost guns in ascesa. In Canada, il 49% delle traceate da esportazioni legali proviene dagli USA, con un focus su hub come l'I-95. Questi dati spingono a una collaborazione più stretta, ma il volume resta elevato, alimentando la crisi.

Implicazioni e risposte politiche

Il flusso di armi USA minaccia la sicurezza canadese, con il 90% delle pistole sequestrate a Montreal di origine americana, secondo analisi forensi. Questo non solo aumenta la violenza, ma sfida le politiche di controllo armi del Canada, che ha irrigidito le norme negli ultimi decenni. Le autorità spingono per tracciabilità migliorata e intelligence condivisa con l'ATF, ma i trafficanti evolvono rapidamente.

Le risposte includono sequestri record e condanne, come i 63 kg di cannabis associati ad armi a Halifax, o multe per non dichiarare pistole. Tuttavia, le hub networks complesse richiedono approcci multilivello, integrando dogane, RCMP e partner USA. Senza ridurre l'offerta americana, il Canada combatte una battaglia in salita.

Prospettive future puntano a tecnologia per il tracciamento e accordi bilaterali. L'epidemia americana si propaga, ma consapevolezza e azione coordinata possono mitigare l'impatto. Il Canada deve bilanciare sovranità e cooperazione per invertire il trend, proteggendo cittadini da un'ondata di violenza importata.

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