Lorenzo Fontana, presidente della Camera e esponente leghista, ha definito la guerra in Ucraina un 'fallimento totale' per la Russia, evidenziando le aspettative deluse di Mosca e una crescente fiducia nei negoziati di pace. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante il tradizionale scambio di auguri con la stampa, contrastano con altre posizioni politiche e riflettono un'analisi geopolitica sul conflitto iniziato nel 2022.
Le dichiarazioni di Lorenzo Fontana sul fallimento russo
Durante il tradizionale scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare, Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei deputati e figura di spicco della Lega, ha espresso una valutazione netta sul conflitto in Ucraina. Ha affermato che 'questa guerra è stata un fallimento totale per la Russia a livello strategico', sottolineando come Vladimir Putin avesse inizialmente previsto una rapida conquista di Kiev per installare un governo filorusso. Invece, la resistenza del popolo ucraino ha trasformato l'invasione in un boomerang per Mosca, rivelando limiti militari inattesi. Fontana ha paragonato la situazione storica, notando che mentre Napoleone e Hitler fallirono nell'invadere la Russia, quest'ultima non ha dimostrato la superiorità attesa contro un avversario percepito come debole.
Fontana ha approfondito il concetto di fallimento evidenziando l'incapacità russa di consolidare guadagni territoriali significativi dopo quasi quattro anni di ostilità. 'Tutti pensavano che si sarebbe fatta un sol boccone dell'Ucraina', ha dichiarato, ma l'avanzata di Mosca è rimasta limitata, esponendo carenze strategiche e logistiche. Questa analisi si basa sull'osservazione che la Russia, nonostante le narrative propagandistiche interne di vittoria, non ha raggiunto gli obiettivi iniziali come il controllo su regioni considerate storicamente proprie. Tale posizione contrasta con visioni più accomodanti verso il Cremlino, posizionando Fontana come voce critica all'interno del panorama politico italiano.
Le parole del presidente della Camera riflettono un'evoluzione nel dibattito italiano sulla guerra, dove Fontana insiste sulla debolezza russa emersa dal conflitto. Ha descritto Mosca non come la grande potenza preconizzata, ma come un attore geopolitico le cui ambizioni sono state frustrate dalla tenacia ucraina. Questa prospettiva invita a una rilettura degli equilibri europei, considerando le implicazioni per la sicurezza NATO e l'Unione Europea, e sottolinea come il protrarsi del conflitto abbia evidenziato vulnerabilità russe oltre le perdite umane.
Contesto storico e aspettative deluse di Putin
Il conflitto russo-ucraino, iniziato con l'invasione su vasta scala il 24 febbraio 2022, era stato concepito da Mosca come un'operazione lampo. Putin mirava a un cambio di regime a Kiev in pochi giorni, ma la feroce resistenza ucraina ha capovolto lo scenario. Fontana ha richiamato questo punto, notando che la Russia ha impiegato quasi quattro anni senza conquistare territori ritenuti vitali, un fallimento che mina la narrazione di potenza imperiale. Riferimenti storici a Napoleone e Hitler servono a contestualizzare: se la Russia resistette a quelle invasioni, oggi fatica a imporre la propria volontà su un vicino più piccolo.
Prima del 2022, l'opinione internazionale vedeva la Russia come una superpotenza militare capace di dominare rapidamente l'Ucraina. Invece, come evidenziato da Fontana, l'avanzata è stata 'limitata', con difficoltà nel mantenere posizioni guadagnate. Questo ha portato a sanzioni occidentali, isolamento diplomatico e un'economia russa sotto pressione, trasformando la guerra in un costo strategico enorme. La dichiarazione di Fontana durante gli auguri natalizi del 16 dicembre 2025 cattura questo sentiment, offrendo una critica basata su evidenze sul campo.
Il parallelo storico tracciato da Fontana non è isolato: lo stesso leader leghista Matteo Salvini aveva usato argomentazioni simili in passato, ma il Cremlino le ha celebrate, mentre Fontana le usa per sottolineare il fallimento russo. Questa divergenza interna alla Lega evidenzia tensioni nel centrodestra italiano sulla Russia, con il presidente della Camera che opta per un'analisi più sfavorevole a Putin, basata sull'andamento effettivo del conflitto.
Prospettive di pace e ottimismo di Fontana
Nonostante il giudizio severo sul fallimento russo, Fontana si mostra 'un po' più fiducioso' sui negoziati di pace rispetto all'estate precedente. Durante l'incontro con la stampa, ha indicato che dopo quasi quattro anni di guerra, emergono volontà comuni di chiusura, spinte da 'interessi economici' convergenti. Questa fiducia deriva dalla stanchezza bellica e dalle pressioni interne russe, oltre che dal sostegno occidentale all'Ucraina che potrebbe spingere verso compromessi.
Fontana ha collegato l'ottimismo a dinamiche geopolitiche più ampie, inclusa la spesa militare europea salita al 5% del PIL, superando aspettative USA. Questo incremento rafforza la deterrenza NATO, rendendo meno appetibile per Mosca un prolungamento indefinito del conflitto. La sua visione bilancia critica alla Russia con pragmatismo diplomatico, suggerendo che il dialogo possa prevalere sull'odio, come espresso in interviste precedenti sul ruolo della diplomazia nelle guerre.
Le dichiarazioni su una pace imminente contrastano con posizioni russe rigide, come il rifiuto di truppe NATO in Ucraina espresso da Mosca. Fontana vede tuttavia un allineamento di interessi che potrebbe accelerare i colloqui, inclusi quelli su Donbass e Crimea, dove Kiev rifiuta concessioni territoriali. Questa prospettiva offre speranza in un contesto di negoziati stagnanti.
Implicazioni politiche e reazioni nel dibattito italiano
Le parole di Fontana hanno suscitato reazioni, specie in contrasto con Salvini, le cui frasi su Hitler e Napoleone sono state elogiate dal Cremlino. Il presidente della Camera smentisce implicitamente posizioni più filo-russe, affermando che 'la Russia ha fallito completamente questa guerra'. Questo segna una linea distinta nella Lega, influenzando il dibattito sul sostegno all'Ucraina e la spesa per difesa.
Nel contesto europeo, Fontana critica l'UE ma difende incrementi militari, notando che l'Italia deve prepararsi a scenari mediterranei aggressivi. La sua analisi sul conflitto come 'boomerang' per Mosca rafforza l'idea di una difesa comune UE-NATO, come emerso da vertici recenti. Tali posizioni riflettono un'Italia più assertiva sulla sicurezza.
Complessivamente, le dichiarazioni di Fontana del 16 dicembre 2025 ridefiniscono il posizionamento leghista, enfatizzando fallimento russo e necessità di pace negoziata. Contribuiscono a un dibattito maturo sul conflitto, bilanciando sostegno ucraino con realismo strategico, e invitano a monitorare evoluzioni nei colloqui di pace.
