La Ferrari si presenta al 2026 in una situazione critica. Dopo un 2025 deludente con zero vittorie e il ritorno al quarto posto costruttori, la Scuderia deve affrontare un cambio regolamentare radicale senza una struttura tecnica solida. Ritardi nello sviluppo del motore, assenza di leadership tecnica e tensioni interne minacciano il progetto della casa di Maranello.
Un 2025 da dimenticare: i numeri della crisi
La stagione 2025 rappresenta uno dei capitoli più bui della storia recente della Ferrari. I numeri sono impietosi: zero vittorie, un ritorno al quarto posto costruttori dopo aver lottato per il mondiale l'anno precedente, una situazione che non si verificava dal 2004. Lewis Hamilton, arrivato con grande entusiasmo per guidare la rinascita della Scuderia, non ha mai raggiunto il podio, un risultato che contrasta nettamente con le aspettative create dal suo arrivo. A questi dati si aggiungono episodi imbarazzanti come la doppia squalifica in Cina e una gara Sprint fuori dai punti, la prima volta da Monza 2021.
Questi risultati non sono il frutto del caso, ma riflettono problemi strutturali che affliggono la Scuderia da tempo. La sensazione diffusa è che manchi una linea tecnica precisa e una visione strategica coerente. I continui cambi di tecnici, la comunicazione disallineata tra i piloti e i vertici, e le strategie altalenanti hanno creato un ambiente di incertezza che ha pesato pesantemente sulle prestazioni. Per costruire un progetto vincente in Formula 1 serve una struttura coesa e ben organizzata, qualità che attualmente sembrano mancare a Maranello.
La crisi non è limitata alle sole prestazioni in pista. Il clima interno della Scuderia è teso e carico di dubbi sul futuro. Charles Leclerc, stanco di promesse non mantenute e di progressi limitati, ha già avviato colloqui con altre scuderie, in particolare con l'Aston Martin attraverso il suo agente Nicolas Todt. Questa situazione evidenzia quanto sia grave la perdita di fiducia all'interno dell'organizzazione e quanto sia urgente un cambio di rotta prima che sia troppo tardi.
I ritardi nello sviluppo del motore 2026
Uno dei problemi più critici che la Ferrari deve affrontare riguarda lo sviluppo della power unit per il 2026. Lo sviluppo del motore Ferrari 2026 a Maranello è drammaticamente in ritardo sulla tabella di marcia programmata, con la Scuderia che sta accumulando settimane preziose di ritardo. Questo ritardo è particolarmente preoccupante considerando che il 2026 rappresenta un cambio regolamentare radicale, con nuove specifiche tecniche che ridefiniranno completamente gli equilibri della categoria.
Il ritardo nello sviluppo della power unit è tanto più grave perché il 2026 avrebbe dovuto rappresentare il punto di forza della Ferrari nel nuovo ciclo tecnico. Invece, mentre i rivali avanzano nei loro programmi di sviluppo, la Scuderia rischia di arrivare impreparata all'era delle nuove regole motoristiche. La Mercedes, dopo stagioni difficili, sembra aver ritrovato una direzione chiara, con i primi segnali dalla galleria del vento che parlano di un progetto coerente e di una power unit invidiata da molti. La Ferrari, al contrario, si presenta come un cantiere aperto e fragile.
Questo ritardo rischia di compromettere l'intero progetto 2026 e di costare anni di sofferenze alla Scuderia. In un cambio regolamentare così pesante, chi rimane indietro nella fase iniziale di sviluppo fatica a recuperare negli anni successivi. La finestra temporale per mettere a punto una power unit competitiva è ristretta, e ogni settimana di ritardo rappresenta un vantaggio perso nei confronti dei concorrenti. Se la Ferrari non dovesse essere competitiva nel 2026, sarà difficile giustificare il mantenimento dell'attuale organizzazione.
L'assenza di una guida tecnica forte
Secondo gli esperti, uno dei nodi principali dei problemi della Ferrari è la mancanza di una direzione tecnica solida e presente. Sulla carta c'è Serra come direttore tecnico, ma si è visto poco della sua influenza. Un direttore tecnico efficace deve gestire la squadra e le strategie con una struttura piramidale ben definita, coinvolgendo il suo 'esercito' di ingegneri e tecnici. Storicamente, figure come Ross Brawn hanno dimostrato come una leadership tecnica forte possa trasformare un'organizzazione, dando importanza ai collaboratori e spingendoli verso l'eccellenza.
La mancanza di una presenza costante e autorevole in fabbrica è un altro elemento critico. Serve qualcuno che lavori fianco a fianco con gli ingegneri, che capisca i loro problemi e li spinga verso il miglioramento continuo. Guardando la linea di sviluppo del 2025, non è chiaro se questa presenza esista realmente. È una sensazione che emerge dalle analisi di chi conosce bene l'ambiente di Maranello, ma dopo un anno così deludente è difficile pensare che la struttura stia funzionando correttamente.
La frammentazione della leadership tecnica ha conseguenze dirette sulle prestazioni. Senza una visione unificata e una guida forte, i vari dipartimenti della Scuderia tendono a lavorare in modo disallineato, creando inefficienze e ritardi. Questo è particolarmente evidente nel settore motoristico, dove il coordinamento tra i diversi team è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo. La Ferrari ha bisogno di una figura tecnica che possa unificare gli sforzi e dare una direzione chiara al progetto 2026.
Il 2026 come crocevia decisivo
Il 2026 rappresenta un momento cruciale per la Ferrari e per il suo amministratore delegato Fred Vasseur. Il cambio di regolamento è così pesante da favorire chi sta dietro nella classifica, offrendo un'opportunità di rilancio. Tuttavia, se la Ferrari non dovesse essere competitiva nel nuovo ciclo, sarà difficile giustificare il mantenimento dell'attuale organizzazione. Questo non sarebbe il primo scossone gestionale degli ultimi anni, ma potrebbe essere il più significativo se il progetto dovesse fallire.
Le stime degli analisti non sono incoraggianti. Jefferies ha pubblicato un rapporto negativo sul futuro di Ferrari, con l'Ebit previsto in calo dal 29,4% del 2025 al 29,1% del 2026. La transizione alla nuova offerta di modelli sarà lenta, con conseguenze immediate sui profitti. Anche i profitti per azione subiranno un duro colpo, con il target price delle azioni ridotto da 345 a 310 euro. Questi dati riflettono le preoccupazioni del mercato sulla capacità della Ferrari di affrontare il prossimo ciclo.
La nuova monoposto, progettata in un contesto frammentato e pieno di interrogativi, sarà il banco di prova definitivo del progetto attuale. Se avrà basi solide, la Ferrari potrà sperare in un rilancio competitivo. Se invece dovesse deludere, sarà necessario un nuovo scossone gestionale che coinvolga non solo la leadership tecnica, ma potenzialmente anche quella amministrativa. Per i tifosi della Scuderia, il 2026 rappresenta un momento di speranza e di ansia, consapevoli che il futuro della Ferrari dipenderà dalle decisioni prese nei prossimi mesi.
