Exor ha respinto all'unanimità l'offerta vincolante di Tether per l'acquisto delle sue quote in Juventus, pari al 65,4% del capitale. La famiglia Agnelli ribadisce l'impegno di lungo periodo nel club, mentre Tether, già azionista all'11,5%, puntava a un ingresso totale. Un episodio che evidenzia le tensioni tra tradizione e innovazione finanziaria nel calcio italiano.
Il rifiuto ufficiale di Exor alla proposta di Tether
Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli, ha annunciato che il suo Consiglio di Amministrazione ha respinto all'unanimità l'offerta non richiesta di Tether Investments per acquisire tutte le azioni Juventus di sua proprietà. Questa decisione arriva in un momento di speculazioni sul futuro del club bianconero, segnato da recenti difficoltà sportive ed economiche. La nota ufficiale sottolinea che Exor non ha alcuna intenzione di cedere le proprie partecipazioni, né a Tether né ad altri soggetti, ribadendo un impegno stabile e di lungo termine. Tale posizione riflette la visione strategica della proprietà, che vede la Juventus non come un mero asset finanziario, ma come un patrimonio storico e identitario.
La proposta di Tether riguardava specificamente il 65,4% del capitale sociale detenuto da Exor, rappresentando un'offerta vincolante con scadenza al 22 dicembre. Secondo fonti vicine alla società, il rifiuto è stato motivato dalla volontà di preservare il controllo familiare sul club, evitando ingressi di investitori esterni legati al mondo delle criptovalute. Paolo Ardoino, CEO di Tether, aveva già manifestato interesse mesi fa, commentando l'ingresso iniziale della società nel capitale juventino come un modo per diversificare il business. Tuttavia, Exor ha scelto di mantenere la linea dura, priorizzando la continuità gestionale e il supporto al nuovo team dirigenziale.
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di voci su possibili cessioni, alimentate anche dalla recente vendita di asset come 'La Stampa'. Eppure, la holding ha chiarito che la Juventus non è in discussione, controllata con il 79% dei voti. Il messaggio è netto: non si tratta di affari, ma di affetti e tradizione, come emerso dalle dichiarazioni ufficiali che enfatizzano il secolo di orgoglio azionario.
Chi è Tether e il suo interesse per la Juventus
Tether è la società emittente di USDT, la stablecoin più utilizzata nel mondo delle criptovalute, con una capitalizzazione di mercato enorme che la rende leader nel settore. Già da febbraio 2025, Tether ha acquisito l'11,5% delle azioni Juventus, motivando l'operazione con il desiderio di portare innovazione e diversificazione nel calcio. Paolo Ardoino, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', ha descritto questa mossa come un modo per iniettare 'una ventata d'aria fresca' in un settore tradizionale, sfruttando le competenze finanziarie della società con sede in El Salvador.
L'offerta respinta mirava a un investimento da circa un miliardo di euro, con l'intenzione di lanciare successivamente un'Opa per le quote residue sul mercato. Tether si presentava come partner strategico, pronto a sostenere il club in un periodo di transizione, ma Exor ha percepito la mossa come un tentativo di scalata non allineato ai suoi valori. La potenza finanziaria di Tether, con riserve legate alle cripto, contrasta con la visione conservativa della famiglia Agnelli, che preferisce investitori stabili e non speculativi.
Ardoino ha confermato l'offerta tramite un post su X, ribadendo la proposta ufficiale per l'acquisto delle quote. Questo interesse riflette una tendenza globale: società tech e crypto puntano sul calcio per visibilità e diversificazione. Tuttavia, nel caso juventino, l'operazione si è scontrata con la determinazione di Exor a non cedere il controllo, evidenziando i rischi di frizioni tra mondi finanziari diversi.
La posizione ferma della famiglia Agnelli
La famiglia Agnelli, attraverso Exor, detiene un legame secolare con la Juventus, club storico e di successo che considera un pilastro del suo patrimonio. Il comunicato ufficiale descrive la Juve come un'entità di cui sono 'azionisti stabili e orgogliosi da oltre un secolo', impegnati a supportare la strategia del nuovo gruppo dirigenziale per risultati eccellenti in campo e fuori. John Elkann, alla guida di Exor, ha implicitamente detto no a qualsiasi rialzo, sottolineando che non si tratta di una questione economica ma di fedeltà.
Exor ha respinto non solo l'offerta di Tether, ma ha smentito qualsiasi negoziazione in corso, come riportato in precedenza. Questa linea è coerente con dichiarazioni passate: la holding non intende vendere azioni a terzi, preservando il 65,4% del capitale e il controllo dei voti. In un contesto di difficoltà finanziarie per la Juventus, post scandali e sanzioni, la stabilità della proprietà è vista come garanzia per il rilancio, evitando avventure con investitori volatili come quelli del crypto-market.
Il rifiuto unanime del CdA manda un segnale forte al mercato: la Juventus non è in vendita, nonostante le sirene di capitali esteri. Questo rafforza l'immagine di una proprietà radicata, pronta a investire autonomamente per il ritorno ai vertici, senza cedere a proposte miliardarie che potrebbero alterare l'equilibrio gestionale.
Implicazioni per il futuro della Juventus
Il no di Exor a Tether chiude una pagina di speculazioni, ma apre interrogativi sul percorso della Juventus. Il club, reduce da stagioni complicate, necessita di capitali per competere in Serie A e Champions, ma la proprietà sceglie la via interna, sostenendo il progetto sportivo senza diluire il controllo. Questo potrebbe accelerare riforme gestionali, focalizzandosi su sostenibilità e risultati, come promesso nella nota ufficiale.
Tether, pur sconfitta, mantiene l'11,5% e potrebbe influenzare future assemblee, ma senza il consenso di Exor, un'Opa appare improbabile. L'episodio evidenzia il divario tra calcio tradizionale e finanza innovativa: mentre altri club accolgono investitori crypto, la Juve resta ancorata alla sua identità. Per i tifosi, è un sollievo che garantisce continuità, ma solleva dubbi su risorse per rafforzare la rosa.
Prospettive future dipendono dall'attuazione della 'strategia chiara' menzionata da Exor: risultati sul campo sotto la guida del nuovo management, bilanci in ordine e potenziale crescita extra-campo. Senza ingressi esterni, il club punterà su alleanze strategiche conservative, mantenendo il legame con la famiglia Agnelli come valore aggiunto in un panorama calcistico sempre più globalizzato e finanziario.
