Zona cuscinetto nel Donbas: USA spingono l'Ucraina a ritirare le truppe, non la Russia

Pubblicato: 11/12/2025, 15:47:434 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Esteri
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Zona cuscinetto nel Donbas: USA spingono l'Ucraina a ritirare le truppe, non la Russia
Il piano di pace statunitense propone un'area demilitarizzata nel Donbas, ma Kiev esprime forti riserve

Gli Stati Uniti hanno presentato un aggiornamento del loro piano di pace per il conflitto in Ucraina, che prevede la creazione di una zona demilitarizzata nel Donbas. Tuttavia, la pressione per il ritiro delle truppe ricade principalmente sull'Ucraina, mentre la Russia non è chiamata a ritirarsi. Questa proposta ha suscitato preoccupazioni a Kiev, che teme un congelamento del conflitto e una possibile ripresa delle ostilità.

Il contesto del piano di pace statunitense per il Donbas

Gli Stati Uniti hanno recentemente aggiornato il loro piano di pace per il conflitto in Ucraina, presentando una proposta articolata in quattro documenti che delineano un quadro per una possibile risoluzione. Al centro del piano vi è la creazione di una zona demilitarizzata nel Donbas, che dovrebbe fungere da cuscinetto tra le forze ucraine e russe, riducendo il rischio di scontri diretti.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la pressione per il ritiro delle truppe ricade principalmente sull'Ucraina, mentre la Russia non è chiamata a ritirare le proprie forze dalle aree contese. Questa dinamica rappresenta una novità rispetto ai precedenti tentativi di negoziazione, in cui si richiedeva un ritiro bilaterale.

Il piano si ispira al modello della zona demilitarizzata tra Corea del Nord e Corea del Sud, esistente da oltre 70 anni, e prevede che la zona di sicurezza copra circa il 30% del territorio del Donbas, includendo le regioni di Donetsk e Luhansk. Tuttavia, la definizione precisa dei confini amministrativi e delle condizioni di accesso rimane ancora da finalizzare.

Le reazioni di Kiev e le preoccupazioni sul futuro del conflitto

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso forti riserve riguardo alla proposta statunitense, temendo che la creazione di una zona demilitarizzata possa trasformarsi in un congelamento del conflitto, consentendo a Mosca di riorganizzarsi e preparare una nuova offensiva. Questa posizione è stata evidenziata in un'analisi del NV.ua, che sottolinea come Kiev veda nel piano un rischio di stallo piuttosto che una vera soluzione di pace.

Inoltre, la proposta prevede che solo le truppe ucraine si ritirino dalla zona demilitarizzata, una condizione che molti analisti considerano svantaggiosa per l'Ucraina, poiché significherebbe cedere terreno senza un ritiro corrispondente delle forze russe. Questo aspetto ha suscitato critiche interne e timori di una perdita di sovranità sulle aree contese.

Le autorità ucraine hanno presentato una risposta dettagliata al piano, proponendo emendamenti soprattutto riguardo allo status della centrale nucleare di Zaporizhzhia e alle condizioni delle aree temporaneamente occupate, ma non hanno ancora raggiunto un accordo con Washington sulle questioni territoriali.

Dettagli tecnici e implicazioni della zona demilitarizzata

Il piano statunitense definisce la zona demilitarizzata come un'area in cui nessuna delle parti coinvolte potrà dispiegare truppe o armamenti pesanti. La proposta stabilisce che l'area copra circa il 30% del territorio del Donbas, includendo le regioni di Donetsk e Luhansk, e che questa zona sia riconosciuta a livello internazionale come parte della Russia, pur vietando l'ingresso alle forze russe.

Questa formulazione ha generato confusione e controversie, poiché implica un riconoscimento de facto del controllo russo su queste aree, senza però concedere un riconoscimento legale formale. Come riportato da Voennoe Delo, la rimozione di alcune formulazioni precedenti ha reso il testo più ambiguo, alimentando le tensioni tra le parti.

Inoltre, il piano prevede che le forze ucraine e russe rimangano fuori da un confine amministrativo ancora da definire, con l'obiettivo di evitare scontri diretti. Tuttavia, la mancanza di dettagli concreti e la complessità del controllo territoriale rendono difficile prevedere come questa zona potrà essere effettivamente implementata e monitorata.

Prospettive e sfide per una soluzione duratura del conflitto

Il piano di pace statunitense rappresenta un tentativo significativo di mediazione, ma le divergenze tra le parti rimangono profonde. La riluttanza di Kiev ad accettare un ritiro unilaterale e la diffidenza verso un congelamento del conflitto indicano che il percorso verso una pace stabile è ancora incerto.

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, consapevole che una soluzione duratura richiederà compromessi difficili e garanzie di sicurezza credibili. Come evidenziato dal Radio Free Europe, il riconoscimento de facto del controllo russo sul Donbas rappresenta una delle principali barriere diplomatiche da superare.

In questo contesto, il ruolo degli Stati Uniti e dei partner europei sarà cruciale per facilitare il dialogo e sostenere Kiev nel negoziato, bilanciando le esigenze di sicurezza con la necessità di evitare un'escalation militare che potrebbe riaccendere il conflitto su larga scala.

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