Processo Satnam bis: Antonello Lovato chiede domiciliari, padre con obblighi di firma

Pubblicato: 10/12/2025, 17:28:205 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Processo Satnam bis: Antonello Lovato chiede domiciliari, padre con obblighi di firma
Nel secondo filone giudiziario per caporalato, emergono nuove richieste cautelari e l’ammissione di parti civili

Il processo bis per la morte del bracciante Satnam Singh vede imputati Antonello Lovato e suo padre Renzo, accusati di caporalato e sfruttamento di manodopera irregolare. Antonello Lovato ha richiesto gli arresti domiciliari, mentre per il padre sono stati disposti obblighi di firma. Nel frattempo, il Comune di Cisterna e altre parti civili sono state ammesse nel procedimento, che mette in luce condizioni di lavoro gravemente irregolari e sfruttamento nel settore agricolo dell’Agro Pontino.

Il contesto del processo Satnam bis e le accuse di caporalato

Il processo bis nasce dall’inchiesta sulla tragica morte di Satnam Singh, bracciante agricolo vittima di un grave incidente sul lavoro nell’Agro Pontino. La procura di Latina ha avviato un nuovo procedimento giudiziario contro Antonello Lovato e suo padre Renzo, entrambi imprenditori agricoli, con l’accusa di caporalato e sfruttamento di lavoratori irregolari. La richiesta di giudizio immediato è stata avanzata per la chiarezza delle prove raccolte, che evidenziano un sistema di intermediazione illecita e condizioni di lavoro disumane.

Secondo l’accusa, i Lovato avrebbero impiegato braccianti senza permesso di soggiorno, sottoponendoli a turni estenuanti di 8-9 ore al giorno, sette giorni su sette, senza contratti regolari, riposi settimanali o straordinari retribuiti. Le condizioni igieniche e di sicurezza erano del tutto inadeguate, senza accesso a servizi essenziali o dispositivi di protezione. Queste informazioni sono emerse anche grazie alle testimonianze coraggiose dei colleghi di Satnam, che hanno denunciato lo sfruttamento nonostante il clima di paura.

Il quadro investigativo è stato approfondito dai Carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Marina Marra, che hanno evidenziato come l’azienda dei Lovato fosse gestita di fatto dal padre Renzo, mentre Antonello era il titolare formale. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di sfruttamento nel settore agricolo italiano, dove il caporalato rappresenta una piaga sociale e giuridica ancora molto radicata. Maggiori dettagli sono disponibili su Collettiva.it.

Le misure cautelari richieste e le condizioni di detenzione

Antonello Lovato, già detenuto in carcere per l’accusa di omicidio volontario legata alla morte di Satnam Singh, ha recentemente presentato una richiesta di arresti domiciliari nell’ambito del processo bis per caporalato. La sua posizione è al centro di un acceso dibattito legale, considerando la gravità delle accuse e la necessità di garantire un equilibrio tra tutela della persona e esigenze cautelari.

Per il padre Renzo Lovato, invece, il tribunale ha disposto l’obbligo di firma, una misura meno restrittiva rispetto al carcere ma che comunque impone un controllo costante sulla sua attività e presenza sul territorio. Questa decisione riflette una valutazione differenziata delle responsabilità e del ruolo di ciascun imputato nel contesto dell’azienda agricola e delle presunte violazioni commesse.

Le richieste di misure alternative alla detenzione sono seguite a un’attenta analisi delle condizioni personali e processuali degli imputati, ma anche alla pressione delle parti civili e dell’opinione pubblica, che chiedono giustizia per Satnam Singh e per i lavoratori sfruttati. Per approfondire le ultime novità sulle misure cautelari si può consultare l’articolo di LatinaOggi.

L’ammissione delle parti civili e il ruolo delle istituzioni locali

Nel corso del processo bis, il Tribunale di Latina ha accolto la richiesta di ammissione come parti civili di numerosi soggetti, tra cui il Comune di Cisterna, il Comune di Latina, alcuni lavoratori coinvolti e i familiari di Satnam Singh, compresa la sua compagna Soni Soni. Questa decisione rafforza il peso civile del procedimento e sottolinea l’importanza di tutelare le vittime e la comunità locale.

Il Comune di Cisterna, in particolare, ha espresso un forte impegno nella difesa dei diritti dei lavoratori agricoli, sottolineando la necessità di diffondere una cultura della prevenzione e del rispetto delle normative sul lavoro. L’ammissione come parte civile consente al Comune di partecipare attivamente al processo, contribuendo a rappresentare l’interesse pubblico e a promuovere un controllo più rigoroso sulle pratiche aziendali.

Le parti civili hanno inoltre presentato una lista di testimoni, tra cui sindacalisti e sociologi, che saranno ascoltati nel corso del dibattimento per fornire un quadro più ampio delle dinamiche di sfruttamento e delle condizioni di lavoro nei campi. La partecipazione delle istituzioni locali e delle associazioni rappresenta un elemento chiave per contrastare il fenomeno del caporalato. Ulteriori informazioni sono disponibili su Studio93.it.

Le testimonianze e le prospettive del processo in corso

Le udienze del processo Satnam bis stanno vedendo l’escussione di numerosi testimoni, tra cui colleghi di lavoro di Satnam Singh, operatori di polizia giudiziaria e consulenti tecnici. Questi contributi sono fondamentali per ricostruire con precisione le condizioni di lavoro e gli eventi che hanno portato alla morte del bracciante, nonché per confermare le accuse di sfruttamento e intermediazione illecita.

I testimoni, pur non essendo presenti al momento dell’incidente, hanno fornito dettagli preziosi sulle pratiche aziendali e sulle condizioni di vita dei lavoratori, spesso caratterizzate da precarietà, paura e mancanza di diritti. Le loro dichiarazioni contribuiscono a delineare un quadro di sfruttamento sistematico e a sostenere la tesi accusatoria della procura.

Il processo proseguirà con l’ascolto di ulteriori testimoni e la discussione delle parti, con la possibilità di una rapida conclusione vista la richiesta di giudizio immediato. L’esito di questo procedimento avrà un impatto significativo sul contrasto al caporalato nell’Agro Pontino e potrà rappresentare un precedente importante per la tutela dei diritti dei lavoratori agricoli. Per aggiornamenti sulle udienze e le testimonianze si rimanda a Articolo21.org.

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