Dopo la sconfitta contro Aryna Sabalenka a Roma, Marta Kostyuk ha dichiarato di perdere spesso contro avversarie avvantaggiate per ragioni biologiche. La numero uno del mondo ha replicato duramente, parlando di scuse, riaprendo un dibattito già affrontato in passato sul ruolo delle differenze fisiche nel tennis femminile.
Le parole di Kostyuk dopo la sconfitta a Roma
Dopo la sconfitta al terzo turno degli Internazionali BNL d’Italia 2025 contro Aryna Sabalenka, Marta Kostyuk ha rilasciato dichiarazioni che hanno immediatamente acceso un dibattito acceso nel mondo del tennis femminile. La tennista ucraina, uscita con il punteggio di 6-1, 7-6(8) dalla sfida con la numero uno del mondo, ha spiegato di sentirsi svantaggiata in molti confronti diretti per ragioni legate alle differenze fisiche e biologiche tra giocatrici. Kostyuk ha sottolineato come, in diversi match, si ritrovi a perdere contro avversarie che considera avvantaggiate da una maggiore potenza fisica, un tema che in passato ha già sollevato in diverse occasioni.
La giocatrice, attualmente tra le top 30 del ranking WTA, ha chiarito che non sta mettendo in discussione il merito delle avversarie, ma che la sua esperienza sul circuito le fa notare un pattern ricorrente: molte delle giocatrici che la battono con più facilità sono quelle con un fisico più imponente e una potenza di colpo superiore. Secondo Kostyuk, questo non sarebbe solo un problema tecnico o tattico, ma anche una questione di equilibrio tra giocatrici con caratteristiche fisiche molto diverse, che inciderebbe sulla competitività e sulla percezione della parità nel tennis femminile. Le sue parole sono state interpretate da alcuni come una critica indiretta al sistema di classificazione e inclusione nel circuito WTA.
La polemica si inserisce in un contesto più ampio, già affrontato in passato da altre giocatrici, sul ruolo delle differenze biologiche nel tennis femminile. Kostyuk non è la prima a sollevare il tema, ma lo fa con un tono particolarmente diretto, sostenendo che in certi match si sente in una posizione di svantaggio oggettivo. Questo tipo di dichiarazioni, tuttavia, rischia di alimentare discussioni delicate, soprattutto quando si parla di inclusione e regole di partecipazione nel circuito femminile, temi che la WTA ha affrontato in diverse occasioni attraverso linee guida specifiche sull’inclusione e l’idoneità alle competizioni femminili.
La reazione di Sabalenka: “Sono solo scuse”
Aryna Sabalenka, fresca vincitrice del match contro Kostyuk a Roma, non ha preso bene le dichiarazioni dell’ucraina e ha risposto con toni molto netti. La bielorussa, numero uno del mondo e una delle giocatrici più potenti del circuito, ha definito le parole di Kostyuk delle “scuse” e ha sottolineato che nel tennis femminile si vince grazie a lavoro, preparazione e merito, non per presunti vantaggi biologici. Sabalenka ha ricordato che anche lei ha dovuto affrontare critiche simili in passato, ma ha sempre preferito concentrarsi sul proprio percorso e sullo sviluppo del proprio gioco, piuttosto che cercare giustificazioni esterne.
La campionessa ha aggiunto che, se si comincia a parlare di “vantaggi biologici” ogni volta che si perde un match, si rischia di sminuire il valore del lavoro di tutte le giocatrici. Secondo Sabalenka, ogni tennista ha caratteristiche diverse – altezza, potenza, velocità, tecnica – e sta al singolo sfruttare al meglio le proprie qualità e colmare i propri limiti. In un’intervista rilasciata dopo il match, ha sottolineato che la sua vittoria a Roma è stata frutto di una settimana di grande concentrazione e di un’ottima gestione della pressione, soprattutto nel tie-break del secondo set, dove ha salvato un set point decisivo in un punto chiave.
La risposta di Sabalenka ha trovato ampio sostegno tra molti addetti ai lavori e tifosi, che hanno apprezzato il suo rifiuto di entrare in una polemica sulle differenze fisiche. Allo stesso tempo, alcuni commentatori hanno notato che la sua posizione, pur comprensibile, non risolve il problema di fondo: come garantire un ambiente di gara equo quando le differenze fisiche tra giocatrici sono molto marcate. Il dibattito, quindi, non riguarda solo Kostyuk e Sabalenka, ma tocca questioni più ampie legate alla regolamentazione e alla percezione della parità nel tennis femminile, temi che la WTA continua a monitorare con attenzione attraverso le sue politiche di inclusione.
Il dibattito sulle differenze fisiche nel tennis femminile
Le dichiarazioni di Kostyuk e la risposta di Sabalenka hanno riaperto un dibattito già affrontato in diverse occasioni nel tennis femminile: quanto le differenze fisiche influenzano i risultati e la competitività del circuito? In passato, giocatrici come Naomi Osaka, Simona Halep e altre hanno espresso preoccupazioni simili, sottolineando come alcune avversarie sembrino avere un vantaggio oggettivo per via di una maggiore potenza di servizio o di colpo. Questo tema è particolarmente sensibile quando si parla di inclusione di giocatrici transgender o con caratteristiche fisiche atipiche, un argomento che la WTA ha affrontato con linee guida specifiche sull’idoneità alle competizioni femminili.
Da un lato, c’è chi sostiene che il tennis sia uno sport individuale in cui ogni giocatrice deve fare i conti con le proprie caratteristiche e con quelle delle avversarie, e che cercare giustificazioni esterne rischia di minare lo spirito sportivo. Dall’altro, c’è chi ritiene che, in un contesto che si definisce femminile, sia legittimo chiedersi se le regole garantiscano davvero un campo da gioco equo per tutte. In questo senso, le parole di Kostyuk non sono isolate, ma fanno parte di un filone di riflessione che coinvolge diversi atleti e analisti, soprattutto in un’epoca in cui la potenza e la fisicità stanno diventando sempre più determinanti sui campi in terra rossa e cemento.
La WTA, in diverse occasioni, ha ribadito il suo impegno per un ambiente inclusivo ma anche equo, sottolineando che le regole di partecipazione sono basate su evidenze scientifiche e su un’attenta valutazione dei rischi per la competitività. Tuttavia, il dibattito resta aperto, soprattutto quando giocatrici di alto livello come Kostyuk e Sabalenka esprimono posizioni così distanti. Il rischio, per il circuito, è che polemiche come questa possano distogliere l’attenzione dallo sport in sé e alimentare divisioni tra giocatrici, piuttosto che favorire un confronto costruttivo sulle regole e sul futuro del tennis femminile.
Cosa cambia per il futuro del circuito WTA
L’episodio Kostyuk-Sabalenka potrebbe spingere la WTA a rafforzare il dialogo con le giocatrici su temi sensibili come le differenze fisiche e le regole di inclusione. Se da un lato è importante tutelare lo spirito sportivo e il merito, dall’altro è altrettanto necessario garantire che tutte le giocatrici si sentano in un ambiente di gara equo e rispettoso. In questo senso, la federazione potrebbe valutare di organizzare tavoli di confronto con giocatrici, allenatori e esperti per discutere in modo più strutturato di questi temi, senza lasciarli esclusivamente al dibattito mediatico.
Allo stesso tempo, il circuito deve fare i conti con l’evoluzione del gioco: il tennis femminile sta diventando sempre più veloce e fisico, e questo tende a favorire giocatrici con determinate caratteristiche. Se non si interviene con regole chiare e condivise, il rischio è che il divario percepito tra giocatrici aumenti, alimentando polemiche come quella tra Kostyuk e Sabalenka. La WTA, quindi, ha il compito delicato di bilanciare inclusione, equità e competitività, anche attraverso aggiornamenti delle linee guida esistenti sull’inclusione e l’idoneità alle competizioni femminili.
Per le giocatrici, l’episodio è un monito a gestire con attenzione le dichiarazioni pubbliche, soprattutto quando toccano temi così delicati. Da un lato, è legittimo esprimere frustrazione dopo una sconfitta, ma dall’altro è importante farlo in modo costruttivo, senza alimentare divisioni o generalizzazioni. Il tennis femminile ha fatto passi avanti importanti in termini di visibilità e parità, ma per consolidare questi progressi serve un confronto maturo, basato su dati, regole chiare e rispetto reciproco tra tutte le protagoniste del circuito.
