Giannini rinuncia a Più Libri: solidarietà a Zerocalcare

Pubblicato: 06/12/2025, 12:02:183 min
Scritto da
Redazione
Categoria: Arte e Cultura
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Giannini rinuncia a Più Libri: solidarietà a Zerocalcare

La rinuncia e la lettera

Anche Massimo Giannini, noto giornalista e opinionista, ha annunciato la sua decisione di non partecipare alla fiera Più Libri Più Liberi, in programma a Roma. La sua rinuncia si aggiunge a quelle, già ampiamente discusse, di Zerocalcare e Corrado Augias, in segno di protesta contro la presenza alla fiera della casa editrice Passaggio al Bosco, accusata di promuovere ideologie neofasciste e antisemite. Giannini, che era atteso all'Arena Repubblica Robinson, ha motivato la sua scelta con una lettera aperta pubblicata su Repubblica, esprimendo solidarietà a Zerocalcare e Augias e ribadendo la sua ferma opposizione a condividere lo stesso spazio con chi diffonde tali idee.

Le motivazioni di Giannini

Nella sua lettera, Giannini spiega di non auspicare la chiusura forzata della casa editrice Passaggio al Bosco, riconoscendo il diritto alla libertà di espressione. Tuttavia, sottolinea come la presenza di un editore che, a suo dire, esprime "simpatie neo-nazifasciste e antisemite" rappresenti un problema etico e politico. "Non pretendo che Passaggio al Bosco sia chiusa d’imperio per le sue dichiarate simpatie neo-nazifasciste e antisemite. Ma anch’io mi rifiuto di condividere lo stesso spazio", scrive Giannini, evidenziando come la sua decisione sia un atto di responsabilità personale e un segnale di allarme rispetto alla normalizzazione di certe posizioni. Giannini fa riferimento anche a un certo atteggiamento della destra, che a suo dire invoca la libertà di parola in modo selettivo, prendendo a modello l'America di Trump nella lotta contro il wokismo e il politically correct.

La polemica e le reazioni

La decisione di Giannini si inserisce in un contesto di polemiche e dibattiti che hanno animato il mondo culturale italiano nelle ultime settimane. La presenza di Passaggio al Bosco a Più Libri Più Liberi ha scatenato un'ondata di proteste, culminata in un appello firmato da oltre cento autori ed editori, tra cui Alessandro Barbero e Antonio Scurati, che chiedevano l'esclusione della casa editrice dalla fiera. Come sottolinea Michela Murgia nel suo saggio God Save the Queer, la cultura è un campo di battaglia ideologico, e la presenza di editori legati a ideologie estremiste in contesti pubblici rappresenta una forma di legittimazione che va contrastata. La rinuncia di figure di spicco come Zerocalcare, Augias e ora Giannini è un segnale forte di questa opposizione.

Il ruolo della libertà di espressione

Il caso di Più Libri Più Liberi solleva interrogativi complessi sul rapporto tra libertà di espressione e responsabilità sociale. Come ha scritto Umberto Eco in Dire quasi la stessa cosa, la traduzione, e per estensione la comunicazione, è sempre un processo di interpretazione e negoziazione. La libertà di espressione non è un diritto assoluto, ma deve essere esercitata nel rispetto dei principi costituzionali e dei valori democratici. La decisione di non condividere lo stesso spazio con chi promuove ideologie che negano tali valori è una forma di autodifesa culturale che, pur nel rispetto della libertà di espressione altrui, rivendica il diritto a non legittimare posizioni inaccettabili.

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