La genesi della controversia
La diffusione di informazioni fuorvianti è una problematica sempre più diffusa, amplificata dalla velocità e dalla portata dei social media. Un esempio lampante di questo fenomeno è la distorsione di una dichiarazione del professor Sergio Abrignani, immunologo ed ex membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) durante la pandemia di COVID-19. La frase incriminata, "Se avessimo dato retta a tutti gli studi avremmo bloccato tutti i vaccini", è stata estrapolata dal suo contesto originale e utilizzata per alimentare teorie cospiratorie e diffondere messaggi antivaccinisti. La vicenda ha avuto origine in seguito all'audizione del professor Abrignani presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Un'immagine con la citazione, attribuita erroneamente a una data specifica, ha iniziato a circolare online, generando immediatamente un'ondata di reazioni negative e interpretazioni distorte. L'intento, come spesso accade in questi casi, era quello di screditare la figura del professore e, più in generale, la validità delle campagne vaccinali. La manipolazione del contesto è una tattica comune nella disinformazione.
Il contesto reale della dichiarazione
Per comprendere appieno il significato delle parole del professor Abrignani, è fondamentale analizzare il contesto in cui sono state pronunciate. Durante la sua audizione, Abrignani stava discutendo delle sfide affrontate dal CTS nel prendere decisioni rapide e informate in una situazione di emergenza sanitaria globale. Il professore non intendeva affatto suggerire che i vaccini fossero pericolosi o che la scienza fosse stata ignorata. Al contrario, voleva sottolineare la necessità di bilanciare la prudenza scientifica con l'urgenza di proteggere la popolazione. Come evidenziato da David Puente, esperto di fact-checking e disinformazione, è cruciale verificare la fonte originale e il contesto prima di condividere o commentare informazioni online. Puente, attraverso il suo lavoro di analisi e verifica dei fatti, smaschera quotidianamente le narrazioni distorte e le bufale che circolano sul web. La sua esperienza dimostra come la disinformazione possa diffondersi rapidamente, soprattutto quando si tratta di argomenti sensibili come la salute pubblica.
L'impatto della disinformazione
La distorsione della citazione di Abrignani ha avuto un impatto significativo, contribuendo ad alimentare la sfiducia nei confronti delle istituzioni scientifiche e delle campagne vaccinali. Questo tipo di disinformazione può avere conseguenze gravi, influenzando le decisioni individuali in materia di salute e minando gli sforzi per proteggere la comunità da malattie infettive. Walter Quattrociocchi, professore di informatica all'Università Ca' Foscari di Venezia e esperto di dinamiche della disinformazione online, ha studiato a fondo come le echo chambers e gli algoritmi dei social media contribuiscano alla polarizzazione e alla diffusione di notizie false. Secondo Quattrociocchi, le persone tendono a cercare e condividere informazioni che confermano le proprie convinzioni preesistenti, creando bolle informative in cui la disinformazione può prosperare senza essere messa in discussione.
Combattere la disinformazione
Contrastare la disinformazione richiede un approccio multifattoriale che coinvolga istituzioni, media, esperti e cittadini. È fondamentale promuovere l'alfabetizzazione mediatica, insegnando alle persone come valutare criticamente le informazioni che incontrano online e come riconoscere le fonti affidabili. Inoltre, è necessario che le piattaforme social si assumano la responsabilità di contrastare la diffusione di notizie false e di promuovere contenuti accurati e verificati. Infine, è essenziale che gli esperti e le istituzioni scientifiche comunichino in modo chiaro e trasparente, fornendo informazioni accessibili e comprensibili a tutti. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile arginare la marea della disinformazione e proteggere la salute pubblica.
