Confessionale futuristico divide i fedeli a Bologna

Pubblicato: 02/12/2025, 12:44:283 min
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Redazione
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Confessionale futuristico divide i fedeli a Bologna

Un'installazione che fa discutere

Un'ondata di critiche ha travolto la parrocchia di Santa Maria della Carità a Bologna, a seguito dell'installazione di un nuovo confessionale dal design decisamente inusuale. L'opera, voluta dal parroco Don Davide, è stata accolta con disappunto da molti fedeli, che la considerano un pugno nell'occhio in un contesto storico e artistico di pregio. Le reazioni spaziano dall'incredulità all'indignazione, con paragoni poco lusinghieri che evocano immagini di bagni chimici o frigoriferi. La posizione del confessionale, situato proprio sotto la "Crocifissione e santi" di Annibale Carracci, un'opera del 1583, ha ulteriormente esacerbato gli animi.

"Avanguardia" o "Obbrobrio"?

Mentre i parrocchiani insorgono, definendo il confessionale un "obbrobrio" e lamentando la sua incompatibilità con l'estetica della cappella, Don Davide difende con fermezza la sua scelta, descrivendola come un'opera di "avanguardia". Secondo il parroco, l'installazione rappresenta un tentativo di modernizzare l'esperienza della confessione, rendendola più accessibile e invitante per le nuove generazioni. Questa visione, tuttavia, sembra non trovare riscontro tra i fedeli, che percepiscono il confessionale come un elemento estraneo e dissonante rispetto all'armonia dell'ambiente circostante. La questione solleva un dibattito più ampio sul ruolo dell'arte contemporanea negli spazi sacri e sulla necessità di bilanciare innovazione e rispetto per la tradizione.

La voce degli esperti e della comunità

Il malcontento non si limita ai parrocchiani. Anche il Comitato per Bologna storica e artistica ha espresso forti riserve sull'opera, sottolineando come essa "oscuri il quadro e offenda la memoria del Carracci". Secondo Andrea Emiliani, storico dell'arte e figura di spicco del comitato, l'intervento "manca di sensibilità verso il patrimonio artistico e storico del luogo". Emiliani, come riportato in un'intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ha auspicato un ripensamento da parte della parrocchia, invitando a una maggiore attenzione nella valorizzazione del contesto culturale. Anche sui social media, la reazione è stata prevalentemente negativa, con numerosi commenti che ne criticano l'estetica e l'inadeguatezza. Alcuni utenti hanno addirittura ipotizzato un esposto alla Soprintendenza per i Beni Culturali, chiedendo un intervento per la rimozione dell'opera.

Un futuro incerto per il confessionale

La vicenda del confessionale di Santa Maria della Carità pone interrogativi importanti sul rapporto tra arte, fede e comunità. Mentre Don Davide si dichiara determinato a portare avanti la sua visione, la pressione da parte dei fedeli e delle associazioni culturali è in aumento. Resta da vedere se la parrocchia prenderà in considerazione le critiche ricevute e se cercherà una soluzione che possa conciliare innovazione e rispetto per la tradizione. La Soprintendenza per i Beni Culturali, guidata dall'architetto Francesca Bruni, potrebbe avere un ruolo chiave nella risoluzione della controversia, valutando la compatibilità dell'opera con il contesto storico-artistico della chiesa. Come sottolinea Bruni in un recente articolo su Artribune, "la tutela del patrimonio culturale richiede un dialogo costante tra le diverse istanze, al fine di trovare soluzioni che valorizzino l'identità dei luoghi e rispettino le sensibilità della comunità".

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