Una nuova speranza per Gaza?
Il 17 novembre 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione promossa dagli Stati Uniti che potrebbe rappresentare una svolta cruciale per la Striscia di Gaza. La risoluzione introduce l'idea di una presenza internazionale di stabilizzazione, un'autorità transitoria e un percorso a lungo termine che prevede la smilitarizzazione delle fazioni armate e la creazione di un corpo di polizia palestinese. L'approvazione, ottenuta con l'astensione di Russia e Cina, evidenzia un consenso internazionale, seppur non unanime, sulla necessità di un intervento per stabilizzare la regione. Questa risoluzione rappresenta un tentativo di superare l'impasse politica e umanitaria che affligge Gaza da anni.
Contenuti e implicazioni della risoluzione
La risoluzione non è un semplice atto simbolico, ma un documento con contenuti normativi concreti. Autorizza lo schieramento di una "Forza Internazionale di Stabilizzazione" (ISF) e prevede la creazione di una "Board of Peace", un'autorità di coordinamento per la ricostruzione e la transizione amministrativa. Si parla esplicitamente di disarmo dei gruppi armati, protezione dei civili e di un percorso verso una forma di autodeterminazione palestinese condizionata a riforme e verifiche. Giuliano Noci, professore di strategia e marketing al Politecnico di Milano, ha sottolineato in un'intervista a Il Sole 24 Ore come la risoluzione, pur ambiziosa, necessiti di un'implementazione concreta per evitare di rimanere lettera morta.
Le sfide all'orizzonte
Nonostante l'importanza della risoluzione, permangono numerose sfide. La prima e più urgente riguarda la composizione e il mandato della ISF. Chi fornirà i soldati? Chi li comanderà? Con quali regole di ingaggio? Senza contributi concreti da parte degli Stati membri, la risoluzione rischia di rimanere un'autorizzazione senza effettiva capacità di intervento. Un altro ostacolo significativo è rappresentato dalla frammentazione politica interna alla Striscia di Gaza. La risoluzione prevede il disarmo dei gruppi armati, ma non specifica come questo processo verrà gestito e quali garanzie verranno offerte ai combattenti. Marta Dassù, direttrice di Aspenia, ha evidenziato in un recente articolo su La Stampa la necessità di un dialogo inclusivo con tutte le fazioni palestinesi per garantire il successo della risoluzione.
Un futuro incerto ma potenzialmente promettente
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rappresenta un passo avanti significativo verso la stabilizzazione della Striscia di Gaza. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla volontà politica degli Stati membri di fornire risorse e personale per la ISF, nonché dalla capacità delle fazioni palestinesi di collaborare per raggiungere una soluzione pacifica e duratura. Il futuro di Gaza è ancora incerto, ma la risoluzione offre una nuova speranza per un futuro più stabile e prospero. La creazione della Board of Peace, ad esempio, potrebbe favorire la ricostruzione delle infrastrutture e la ripresa economica della regione, creando opportunità di lavoro e migliorando le condizioni di vita della popolazione.
