Il Fascino Inestinguibile della Scaramanzia
Nell'era dei big data, dell'analisi predittiva e della preparazione atletica spinta all'estremo, sorprende constatare come la scaramanzia continui a permeare il mondo dello sport. Che si tratti di gesti ripetitivi, oggetti portafortuna o rituali propiziatori, atleti e squadre di ogni disciplina si affidano a pratiche che sfidano la logica e la razionalità. Un esempio recente è quello di Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha chiamato un sacerdote per benedire i campi di allenamento di Formello, nella speranza di arginare l'ondata di infortuni che ha colpito la sua squadra. Questo gesto, apparentemente anacronistico, rivela una profonda esigenza di controllo e sicurezza in un ambiente intrinsecamente imprevedibile come quello sportivo. La scaramanzia, lungi dall'essere un fenomeno marginale, rappresenta una componente psicologica fondamentale per molti atleti. Come spiega Luigi Anolli, professore di Psicologia della Comunicazione all'Università degli Studi di Milano, "la superstizione offre un senso di controllo illusorio, riducendo l'ansia e aumentando la fiducia in se stessi". Questo "effetto placebo" può tradursi in una performance migliore, anche se non vi è alcuna evidenza scientifica che colleghi direttamente il rito scaramantico al risultato sportivo.
Voodoo e Pallone: Quando la Fede Incontra il Campo
La scaramanzia non si limita ai gesti individuali o ai piccoli rituali. In alcune culture, assume forme più elaborate e radicate, spesso legate a credenze religiose o spirituali. Un episodio emblematico è quello denunciato da Éric Chelle, allenatore della nazionale di calcio del Nigeria, che ha accusato la panchina del Congo di aver praticato "riti voodoo" durante la serie dei rigori che ha sancito l'esclusione della sua squadra dai Mondiali 2026. Questo episodio, al di là della sua veridicità, solleva interrogativi sulla linea sottile che separa la fede dalla superstizione e sull'influenza che le credenze popolari possono esercitare sulle dinamiche sportive. In contesti in cui la pressione è altissima e la posta in gioco è elevata, la tentazione di ricorrere a mezzi "alternativi" per influenzare il destino può diventare irresistibile.
Tra Scienza e Superstizione: Un Equilibrio Precario
La convivenza tra scienza e superstizione nel mondo dello sport è un equilibrio precario, spesso dettato dalle circostanze e dalle personalità coinvolte. Da un lato, la preparazione atletica, la nutrizione, la biomeccanica e la medicina sportiva offrono strumenti sempre più sofisticati per ottimizzare la performance e prevenire gli infortuni. Dall'altro, la scaramanzia continua a rappresentare un rifugio emotivo, un modo per esorcizzare la paura e l'incertezza. Giovanni Trapattoni, uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio italiano, era noto per le sue pratiche scaramantiche, tra cui l'uso di acqua santa e preghiere. Pur essendo un uomo di grande esperienza e competenza, Trapattoni non rinunciava a questi rituali, considerandoli un elemento integrante della sua strategia di gestione della squadra. Come affermava lo stesso Trapattoni, "nel calcio, come nella vita, non si sa mai cosa può succedere. Un po' di fortuna non guasta".
La Scaramanzia come Identità e Coesione di Gruppo
Oltre alla dimensione individuale, la scaramanzia può assumere un ruolo importante nella costruzione dell'identità e della coesione di gruppo. Rituali condivisi, oggetti portafortuna e gesti simbolici possono rafforzare il senso di appartenenza e creare un clima di fiducia e collaborazione all'interno della squadra. Ad esempio, molte squadre di calcio hanno delle vere e proprie "tradizioni" scaramantiche, tramandate di generazione in generazione. Che si tratti di un particolare schema di riscaldamento, di un grido di battaglia o di un rito propiziatorio prima di ogni partita, questi elementi contribuiscono a creare un'atmosfera unica e a cementare il legame tra i giocatori. In questo senso, la scaramanzia non è solo una questione individuale, ma un fenomeno sociale che coinvolge l'intero gruppo.
