La vetrina mediatica e la realtà del mercato
L'iniziativa di Saverio Cutrullà, imprenditore nel settore ascensori e montacarichi, ha acceso i riflettori su una problematica diffusa: la difficoltà nel reperire figure professionali specifiche, in particolare elettricisti, idraulici e muratori. La sua campagna pubblicitaria, apparsa sui mezzi pubblici di Milano e Torino, con lo slogan provocatorio "Cerchiamo elettricisti, idraulici e muratori. Ma a Milano solo creativi e modelle?" (o, nella versione torinese, "solo imprenditori e giornalisti?"), ha avuto il merito di sollevare il dibattito. L'obiettivo era chiaro: attirare l'attenzione e stimolare candidature. Tuttavia, al di là della visibilità ottenuta, la risposta concreta sembra essere stata inferiore alle aspettative, aprendo interrogativi sulle ragioni di questa discrepanza.
Oltre la retorica del "lavoro che manca"
L'imprenditore ha dichiarato di offrire stipendi competitivi, oscillanti tra i 1.800 e i 2.700 euro, sebbene la cifra più alta sia riservata ai project manager, non agli operai specializzati. Questa precisazione, seppur comprensibile, evidenzia una sfumatura importante. Spesso, il dibattito si concentra sulla presunta mancanza di volontà dei giovani di intraprendere lavori manuali, alimentando stereotipi e semplificazioni. Cutrullà stesso, pur non esprimendosi in termini così diretti, ha accennato a fattori come la denatalità, il disprezzo per i lavori manuali e l'assenza di una strategia complessiva. Tuttavia, è necessario analizzare la questione in modo più approfondito, considerando le dinamiche del mercato del lavoro e le aspirazioni delle nuove generazioni.
Le vere ragioni di una "fuga" dal settore
Diversi fattori possono contribuire alla difficoltà di reperire figure professionali nel settore edile e impiantistico. Innanzitutto, le condizioni di lavoro spesso percepite come gravose e poco gratificanti, soprattutto in confronto ad altri settori. La mancanza di percorsi di formazione adeguati e di opportunità di crescita professionale può scoraggiare i giovani ad intraprendere queste carriere. Inoltre, la precarietà contrattuale e la scarsa tutela dei diritti dei lavoratori possono rappresentare un deterrente significativo. Marco Bentivogli, esperto di lavoro e innovazione, nel suo libro "Controvento", analizza le trasformazioni del mondo del lavoro e sottolinea l'importanza di investire nella formazione e nella riqualificazione professionale per affrontare le sfide del futuro. Secondo Bentivogli, la retorica del "lavoro che manca" spesso nasconde la mancanza di offerte di lavoro di qualità, con salari adeguati e condizioni di lavoro dignitose.
Investire nel futuro: formazione e valorizzazione
La soluzione non risiede semplicemente nell'aumentare gli stipendi, sebbene questo sia un aspetto importante. È necessario un approccio più ampio e strutturato, che coinvolga istituzioni, imprese e sindacati. Occorre investire nella formazione professionale, creando percorsi di studio e apprendistato che siano in linea con le esigenze del mercato del lavoro. È fondamentale valorizzare i lavori manuali, riconoscendone l'importanza e la dignità. Linda Laura Sabbadini, statistica sociale e demografa, ha più volte sottolineato l'importanza di superare gli stereotipi di genere e di promuovere la parità di opportunità nel mondo del lavoro. Secondo Sabbadini, è necessario creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso, che valorizzi le competenze e le capacità di tutti, indipendentemente dal genere o dall'origine sociale.
E se non basta? Un cambio di paradigma
L'iniziativa di Cutrullà ha avuto il merito di sollevare un problema reale, ma la sua soluzione non può limitarsi a una campagna pubblicitaria. È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la valorizzazione del lavoro, la formazione continua e la creazione di opportunità di crescita professionale. Solo così sarà possibile attrarre i giovani verso i settori che necessitano di competenze specializzate e garantire un futuro sostenibile per l'economia del paese. Se le offerte di lavoro non trovano risposta, forse è il momento di interrogarsi sulle ragioni profonde di questa mancanza e di agire di conseguenza, con coraggio e lungimiranza.
