L'analisi impietosa: vent'anni sprecati
Gianluigi Buffon, attuale capodelegazione e direttore sportivo della nazionale italiana, non usa mezzi termini per descrivere lo stato di salute del calcio italiano. In una recente intervista, l'ex portiere ha espresso un'opinione forte e chiara: "Abbiamo perso vent'anni, dovevamo programmare." Un'affermazione che suona come una dura critica al sistema calcistico italiano, reo di essersi adagiato sugli allori del passato senza investire in una programmazione a lungo termine. Secondo Buffon, l'Italia si è crogiolata nella sua storia gloriosa, dimenticando di adattarsi all'evoluzione del calcio moderno. Questa mancanza di lungimiranza ha portato a un progressivo declino, culminato nella mancata qualificazione agli ultimi due Mondiali. L'ex numero uno azzurro sottolinea come, al ritorno dal Sudafrica, avesse già intuito la necessità di un cambiamento radicale, prevedendo che in futuro ci saremmo ritrovati a festeggiare le qualificazioni, non un Mondiale vinto.
Mancini e il futuro: la fiducia in Spalletti
Nonostante le difficoltà, Buffon esprime fiducia nel futuro della nazionale. Riconosce il valore del lavoro svolto da Roberto Mancini, ma guarda con ottimismo all'arrivo di Luciano Spalletti. "Rino è il ct giusto, ha intuizioni e fa gruppo: si vince solo così", afferma Buffon, sottolineando l'importanza di un allenatore capace di creare un ambiente positivo e di valorizzare il gruppo. Spalletti, fresco vincitore dello scudetto con il Napoli, è visto come l'uomo giusto per riportare l'Italia ai vertici del calcio mondiale. La sua capacità di innovare e di motivare i giocatori è considerata fondamentale per superare le difficoltà attuali. Buffon, forte della sua esperienza, si pone come punto di riferimento per la squadra, cercando di trasmettere la sua mentalità vincente e la sua passione per la maglia azzurra.
Presunzione e paura: il difficile equilibrio italiano
Buffon individua un problema culturale profondo nel modo in cui gli italiani vivono il calcio: "Vivere in due mondi che non s’incontrano." Da un lato, una presunzione derivante dalla gloriosa storia calcistica del paese, che porta a credere che la vittoria sia un diritto acquisito. Dall'altro, una paura di non essere all'altezza delle aspettative, che sfocia in critiche eccessive anche in caso di vittorie di misura. Questa oscillazione tra spocchia e timore, secondo Buffon, impedisce di trovare un equilibrio e di affrontare le sfide con la giusta mentalità. L'ex portiere invita i tifosi a sostenere la squadra in modo più costruttivo, evitando di alimentare un clima di negatività che può danneggiare il morale dei giocatori.
Amateci di più: l'appello ai tifosi
L'appello finale di Buffon è rivolto ai tifosi italiani: "Amateci di più". Un invito a sostenere la nazionale incondizionatamente, anche nei momenti difficili. Buffon sa che il supporto del pubblico è fondamentale per raggiungere grandi obiettivi. Ricorda i momenti di gioia condivisa durante il Mondiale del 2006 e spera di poter rivivere quelle emozioni con la nuova generazione di calciatori. Pur consapevole delle difficoltà, Buffon è convinto che l'Italia abbia le potenzialità per tornare a competere ai massimi livelli. La sua esperienza e la sua leadership sono un valore aggiunto per la squadra, che ha bisogno di ritrovare fiducia e di credere nelle proprie capacità.
L'obiettivo Mondiale: una sfida alla portata
Nonostante le difficoltà incontrate nel percorso di qualificazione, Buffon è fiducioso che l'Italia riuscirà a staccare il pass per il prossimo Mondiale. "Italia, ai Mondiali ci andiamo", afferma con convinzione. Sa che la strada è ancora lunga e che ci saranno ostacoli da superare, ma crede nel potenziale della squadra e nella capacità di Spalletti di tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Buffon sottolinea l'importanza di affrontare ogni partita con la massima concentrazione e determinazione, senza sottovalutare nessun avversario. Cita la Norvegia come esempio di nazionale in crescita, definendola "una delle tre o quattro più forti d’Europa" e pronosticando un suo buon cammino al Mondiale.
