L'Avvio della Procedura e le Motivazioni di Bruxelles
La Commissione Europea ha formalmente avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia in merito all'applicazione del golden power nel settore bancario. Questa decisione, annunciata con un comunicato stampa, segna un punto di svolta nelle relazioni tra Roma e Bruxelles su una questione delicata come la protezione degli asset strategici nazionali. La Commissione ha inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora, il primo passo formale di una procedura d'infrazione, concedendo al governo italiano due mesi per rispondere alle obiezioni sollevate. Le preoccupazioni della Commissione riguardano l'uso del golden power, uno strumento che consente allo Stato di intervenire in operazioni societarie che coinvolgono asset considerati strategici, imponendo condizioni o, in casi estremi, bloccando l'operazione. Bruxelles teme che l'applicazione di questo strumento in Italia, in particolare nel settore bancario, possa violare i principi di libera circolazione dei capitali e di libertà di stabilimento, pilastri fondamentali del mercato unico europeo. La Commissione non ha esplicitamente menzionato l'offerta di UniCredit su BPM, ma è ampiamente riconosciuto che questo caso specifico abbia contribuito ad alimentare le preoccupazioni di Bruxelles.
La Riforma del 2022 e le Obiezioni della Commissione
Il cuore della disputa risiede nella riforma del golden power introdotta nel 2022 durante il governo Draghi. Secondo la Commissione, questa riforma potrebbe aver ampliato eccessivamente l'ambito di applicazione del golden power, consentendo allo Stato italiano di esercitare un controllo eccessivo su operazioni societarie nel settore bancario. Questo, secondo Bruxelles, potrebbe scoraggiare gli investimenti esteri e ostacolare la concorrenza nel mercato unico. La Commissione Europea, come evidenziato in un'analisi di Reuters, è particolarmente attenta a garantire che gli Stati membri non utilizzino il golden power in modo protezionistico, ostacolando la libera circolazione dei capitali e la concorrenza. L'obiettivo è trovare un equilibrio tra la protezione degli interessi nazionali e il rispetto delle regole del mercato unico.
La Risposta del Governo Italiano e le Prospettive Future
Il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha rilasciato una dichiarazione in cui ha espresso l'intenzione del governo italiano di rispondere ai rilievi mossi dalla Commissione in uno spirito "costruttivo e collaborativo". Giorgetti ha annunciato l'intenzione di presentare una proposta normativa che chiarisca e superi le obiezioni sollevate, al fine di definire un quadro di competenze condiviso con l'Unione Europea. La risposta del governo italiano sarà cruciale per determinare l'esito della procedura d'infrazione. Se la Commissione non sarà soddisfatta delle spiegazioni e delle modifiche proposte dall'Italia, potrebbe decidere di proseguire con la procedura, deferendo il caso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, una condanna da parte della Corte potrebbe comportare sanzioni finanziarie per l'Italia.
Le Implicazioni per il Settore Bancario Italiano
La procedura d'infrazione solleva interrogativi sulle implicazioni per il settore bancario italiano. L'incertezza normativa legata all'applicazione del golden power potrebbe rendere più difficile per le banche italiane attrarre investimenti esteri e realizzare operazioni di fusione e acquisizione transfrontaliere. Questo potrebbe limitare la capacità delle banche italiane di competere efficacemente nel mercato unico europeo. Inoltre, la procedura d'infrazione potrebbe avere un impatto sulla reputazione dell'Italia come destinazione per gli investimenti esteri. Gli investitori potrebbero essere riluttanti a investire in Italia se percepiscono che il governo italiano è incline a intervenire in operazioni societarie per motivi protezionistici.
