Una decisione condivisa e meditata
La scomparsa delle gemelle Alice ed Ellen Kessler, avvenuta a 89 anni a Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera, ha suscitato grande commozione e riflessione. Le due icone dello spettacolo tedesco, note come le “gambe della nazione”, avevano da tempo deciso di porre fine alla propria vita con il suicidio assistito, una scelta che hanno condiviso apertamente in passato. La conferma è giunta dalla polizia tedesca e da fonti giornalistiche autorevoli come la Bild, che ha riportato come le sorelle avessero espresso il desiderio di non vivere separatamente e di affrontare insieme anche la fine della loro esistenza. Questa decisione non è stata improvvisata, ma frutto di una profonda riflessione maturata nel corso degli anni. In un’intervista del 2011, Ellen aveva dichiarato che se una delle due fosse stata colpita da demenza senile o da una malattia debilitante, avrebbero scelto entrambe di non proseguire. “Non credo di poter sopravvivere senza di lei”, aveva detto con chiarezza, sottolineando il legame indissolubile che le ha accompagnate per tutta la vita.
Un legame indissolubile e una vita di successi
Nate nel 1936 a Nerchau, in Sassonia, le gemelle Kessler hanno vissuto un’infanzia segnata da difficoltà familiari, tra la perdita precoce dei fratelli maggiori e un padre alcolizzato e violento. La famiglia si trasferì in Germania Ovest prima della costruzione del Muro di Berlino, cercando un futuro migliore. Nonostante le avversità, Alice ed Ellen svilupparono un talento straordinario per la danza e lo spettacolo, iniziando a studiare fin da giovani. Il loro debutto internazionale avvenne a 18 anni, quando furono ingaggiate al teatro di rivista Palladium di Düsseldorf. Da lì la carriera esplose rapidamente: ballerine, cantanti e attrici, conquistarono il celebre Lido di Parigi e divennero un simbolo della cultura pop europea degli anni ’50 e ’60. Il loro stile, la loro eleganza e la complicità sul palco le resero famose in tutto il mondo, tanto da essere ricordate come le “gambe della nazione”. La loro vita professionale è stata un esempio di dedizione e passione, ma anche di un rapporto umano unico, che ha superato ogni difficoltà.
Il suicidio assistito: un tema controverso e delicato
La scelta delle gemelle Kessler di ricorrere al suicidio assistito riapre il dibattito su un tema eticamente complesso e spesso controverso. In Germania, la legge sul suicidio assistito è stata oggetto di numerose discussioni e modifiche negli ultimi anni, con un crescente riconoscimento del diritto all’autodeterminazione in caso di malattie terminali o condizioni di sofferenza insopportabile. Secondo il parere di esperti come quelli dell’Istituto di Bioetica e Diritto della Sanità, la decisione delle Kessler rappresenta un esempio di come la volontà individuale possa essere rispettata in un contesto legale e medico che tutela la dignità della persona. La loro scelta è stata accompagnata da un percorso consapevole e assistito, che ha coinvolto medici e familiari, garantendo il rispetto delle normative vigenti e delle procedure previste.
L’eredità umanitaria e il ricordo
Le gemelle Kessler hanno deciso di destinare la loro eredità a organizzazioni umanitarie, tra cui Medici senza Frontiere, sottolineando ancora una volta il loro impegno sociale e la volontà di lasciare un segno positivo nel mondo. Questa scelta riflette la loro sensibilità verso le sofferenze altrui e la volontà di contribuire a migliorare le condizioni di vita di chi si trova in situazioni di emergenza sanitaria. Il ricordo delle Kessler non si limita alla loro carriera artistica, ma si estende alla loro umanità e al coraggio dimostrato nel gestire la fine della loro vita secondo principi di libertà e rispetto. La loro storia invita a riflettere sul valore del legame familiare, sulla dignità della persona e sulle scelte che ognuno può fare di fronte alla sofferenza.
