Cile al voto: tutto quello che devi sapere

Pubblicato: 16/11/2025, 17:40:195 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Esteri
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Cile al voto: tutto quello che devi sapere

Domenica 16 novembre il Cile si prepara a un appuntamento elettorale storico. Per la prima volta nella storia del Sudamerica, il voto presidenziale è obbligatorio per tutti i cittadini maggiorenni, una decisione che trasformerà radicalmente la partecipazione politica del paese. Quasi sedici milioni di cileni si recheranno alle urne, quasi il doppio rispetto alle ultime elezioni del 2021, quando la partecipazione volontaria aveva attirato soltanto sette milioni di votanti. Questa tornata rappresenta un momento cruciale per il Cile, chiamato a scegliere il successore di Gabriel Boric, il presidente progressista che ha guidato il paese dal marzo 2022 e che non può candidarsi per un secondo mandato consecutivo.

Lo scenario politico frammentato

La campagna elettorale cilena si caratterizza per una frammentazione senza precedenti della destra, che arriva divisa in almeno tre candidati principali. José Antonio Kast, leader del Partito Repubblicano e volto dell'estrema destra, ha dominato i sondaggi per cinque mesi consecutivi ma ha subito un calo significativo nelle ultime settimane, scendendo dal 24,7% di settembre al 20,1% nelle rilevazioni di fine ottobre. Accanto a lui si posiziona Evelyn Matthei, esponente della coalizione di centrodestra Chile Vamos e già candidata presidenziale in passato, mentre Johannes Kaiser, deputato del Partito Nazionale Libertario, ha registrato una crescita inaspettata, passando dal 13,4% al 16,8% delle intenzioni di voto. Sul fronte della sinistra, invece, emerge una situazione completamente diversa. Jeannette Jara, candidata unica del fronte progressista e comunista, mantiene un vantaggio considerevole con oltre il 33% dei consensi secondo i sondaggi di Bloomberg. Avvocata ed ex ministra del Lavoro nel governo Boric, Jara rappresenta una generazione più giovane all'interno del Partito Comunista cileno e incarna una leadership che gli esperti interpretano come simbolo di un nuovo corso della formazione politica. La sua vittoria nelle primarie della coalizione di sinistra ha consolidato l'unità del fronte progressista, un elemento che potrebbe rivelarsi decisivo nel contesto di una destra profondamente frammentata.

Il sistema elettorale e il ballottaggio

Il Cile adotta un sistema maggioritario a doppio turno per l'elezione presidenziale, il che significa che per vincere al primo turno è necessario ottenere la maggioranza assoluta dei voti, ovvero il 50% più uno. Secondo tutti i sondaggi disponibili, nessun candidato raggiungerà questa soglia domenica 16 novembre, il che comporterà l'indizione di un ballottaggio fissato per il 14 dicembre tra i due candidati più votati al primo turno. Questo meccanismo elettorale assume un'importanza cruciale nel contesto attuale. Sebbene Jara sia quasi certa di accedere al secondo turno con la sua pluralità di voti, i dati suggeriscono che la destra nel suo complesso raccoglie più del 50% delle preferenze quando i voti dei tre candidati vengono sommati. Tuttavia, separatamente, ciascun candidato di destra rimane tra il 14% e il 20%, il che rende queste elezioni le più contese degli ultimi anni. Gli analisti politici concordano nel ritenere che il candidato di destra che accederà al ballottaggio avrà probabilità significative di vittoria, poiché Jara difficilmente supererà il 30% al primo turno e, secondo i sondaggi, perderebbe di sei punti percentuali contro Kast e di cinque contro Kaiser in uno scontro diretto.

Il voto obbligatorio e i nuovi elettori

L'introduzione del voto obbligatorio rappresenta un elemento di rottura rispetto al passato. Dal 2021, il voto è diventato facoltativo per i cittadini cileni, ma per queste elezioni presidenziali è tornato a essere vincolante, con sanzioni pecuniarie per chi non si presenta alle urne. Questa decisione avrà ripercussioni significative sulla composizione dell'elettorato: quasi novecentomila stranieri residenti in Cile da almeno cinque anni potranno votare per la prima volta, mentre i nuovi elettori obbligati sono prevalentemente giovani e appartenenti ai settori più popolari della società. L'allargamento della base elettorale introduce un elemento di incertezza nei calcoli dei sondaggisti. I giovani e i settori popolari hanno tradizionalmente mostrato una maggiore propensione verso candidati di sinistra, ma l'effetto concreto di questa massiccia ondata di nuovi votanti rimane difficile da prevedere con precisione. Alcuni analisti suggeriscono che questo fattore potrebbe sorprendere le previsioni della vigilia, anche se le tendenze generali indicate dai sondaggi rimangono sostanzialmente stabili.

Le sfide e le promesse

La campagna elettorale si sviluppa in un contesto segnato da preoccupazioni concrete della popolazione cilena. L'aumento della violenza urbana, le questioni migratorie e la sicurezza rappresentano temi centrali nel dibattito politico. Jara ha cercato di convincere gli elettori di centro e centrosinistra, tradizionalmente riluttanti a votare per un candidato comunista, promettendo accordi trasversali e una squadra di governo orientata agli interessi generali del paese. Nel suo precedente incarico di ministra del Lavoro, ha promosso politiche significative, tra cui l'innalzamento del salario minimo al livello più alto dell'America Latina, circa 450 euro, e una riforma previdenziale storica dopo decenni di fallimenti. I candidati di destra, dal canto loro, hanno proposto programmi focalizzati su sicurezza e controllo migratorio. Kaiser, in particolare, ha promesso la chiusura delle frontiere con la Bolivia, l'estradizione di stranieri con precedenti penali e l'apertura di "campi di riconduzione" per chi entra illegalmente nel paese. Ha inoltre annunciato una radicale riforma amministrativa, riducendo i ministeri da 25 a 9, e si è dichiarato disponibile a concedere indulti ai condannati per violazioni dei diritti umani durante la dittatura di Pinochet.

Conclusione

Le elezioni ciliane di domenica 16 novembre rappresentano un momento di transizione per il paese. Con il voto obbligatorio che raddoppia la partecipazione, una sinistra unita e una destra frammentata, il Cile si trova di fronte a scenari politici complessi e difficili da prevedere. Il ballottaggio di dicembre potrebbe determinare una svolta significativa nella direzione politica del paese, indipendentemente da quale candidato emergerà dal primo turno. Ciò che rimane certo è che il risultato di queste elezioni avrà conseguenze durature sulla politica cilena nei prossimi quattro anni.

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