Matteo Piantedosi, Ministro dell'Interno, ha dichiarato un calo del 3,5% dei delitti nei primi dieci mesi del 2025 rispetto all'anno precedente. I dati confermano una tendenza positiva avviata nei mesi scorsi, con riduzioni significative in furti, rapine e violenze sessuali, nonostante alcune criticità e una percezione di insicurezza persistente tra i cittadini.
La dichiarazione di Piantedosi e il contesto dei dati 2025
Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha annunciato un calo del 3,5% dei delitti complessivi nei primi dieci mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa riduzione si inserisce in un trend più ampio, con dati che evidenziano una diminuzione progressiva della criminalità in Italia. Secondo le statistiche ufficiali del Ministero, il fenomeno è attribuibile a interventi mirati come l'aumento delle risorse per le forze dell'ordine e il ringiovanimento degli organici. In particolare, per la Polizia di Stato l'età media è scesa da 46 a 43 anni, migliorando l'efficacia delle operazioni sul territorio. Tale annuncio arriva in un momento di dibattito politico acceso sulla sicurezza pubblica, dove i numeri ufficiali contrastano con le segnalazioni di microcriminalità quotidiana.
I dati parziali dei mesi precedenti rafforzano questa tendenza: nel primo semestre del 2025, i reati sono diminuiti del 9%, con cali specifici del 7,7% per i furti, del 6,7% per le rapine e del 17% per le violenze sessuali. Piantedosi ha sottolineato come questi risultati derivino da politiche governative che hanno invertito i tagli del passato, stanziando fondi per nuove assunzioni. Dal 1 gennaio al 31 luglio, la delittuosità complessiva è scesa del 9% rispetto al 2024, confermando una traiettoria discendente. Tali cifre sono state presentate in sedi istituzionali, come resoconti parlamentari, per contrastare narrazioni di emergenza sicurezza. Tuttavia, l'analisi richiede attenzione a specifici contesti territoriali, dove la percezione di rischio rimane alta.
Guardando al quadro decennale, Piantedosi ha evidenziato una riduzione dell'11% dei reati negli ultimi dieci anni, smentendo l'idea di un'Italia sempre più insicura. Questo trend lungo periodo include cali significativi negli omicidi volontari, passati dal 33% in meno rispetto al 2015. Le misure adottate dal governo, inclusi 48 nuovi reati introdotti per colmare lacune normative, hanno contribuito a questo risultato. Nonostante ciò, oppositori politici contestano i dati, puntando su aumenti in aree come usura ed estorsioni, anche se i numeri aggregati parlano chiaro. L'annuncio dei primi dieci mesi rafforza la narrativa governativa di efficacia nella gestione della sicurezza.
Dettaglio dei cali per tipo di reato e misure governative
Tra i reati più colpiti dal calo, spiccano furti e rapine, con riduzioni rispettivamente del 7% e del 6% nei periodi monitorati. Piantedosi ha citato dati dal primo semestre 2025, dove la delittuosità complessiva è calata del 9%. Queste diminuzioni sono state possibili grazie a un potenziamento delle forze dell'ordine, con risorse dalla legge di bilancio 2023 e successive. L'inversione di tendenza storica deriva da assunzioni progressive che hanno aumentato la presenza sul territorio, specialmente nelle periferie e grandi centri urbani. Il ministro ha enfatizzato come tali interventi abbiano reso le strade più sicure, specie nelle ore serali.
Le violenze sessuali registrano un calo del 17%, un dato significativo che riflette l'impatto di campagne preventive e maggior coordinamento tra polizia e magistratura. Analogamente, lesioni dolose e altri reati predatori mostrano flessioni, sebbene alcuni settori come prostituzione minorile ed usura presentino incrementi isolati. Il governo ha risposto introducendo normative più severe, tra cui i 48 nuovi reati, per affrontare la microcriminalità. Questi sforzi sono supportati da statistiche ministeriali che, dal gennaio a luglio, confermano oltre il 7% di furti in meno. L'obiettivo è mantenere questa curva discendente anche nei mesi finali del 2025.
Il primo semestre ha visto un calo aggregato del 9% a livello nazionale, un indicatore chiave per proiezioni sui dieci mesi. Piantedosi ha collegato questi risultati al Decreto Sicurezza e ad altre riforme, che facilitano l'azione repressiva e preventiva. Il ringiovanimento degli organici garantisce maggiore mobilità e tecnologia sul campo, riducendo tempi di risposta. Nonostante critiche su specifici aumenti, i dati macroeconomici della sicurezza confermano l'efficacia, invitando a un'analisi equilibrata oltre le polemiche.
Percezione pubblica vs realtà statistica
Nonostante i dati positivi, la percezione di insicurezza rimane elevata, specialmente nelle aree metropolitane. Eventi come il Simposio di Fondazione Roma hanno evidenziato questo divario: omicidi in calo del 33% dal 2015, ma furti e rapine influenzano negativamente il sentimento cittadino. Piantedosi ha partecipato a tali confronti, sottolineando la necessità di allineare statistiche e aspettative. La comunicazione gioca un ruolo chiave, con i media che amplificano episodi isolati, creando un circolo vizioso.
Cittadini segnalano microcriminalità in aumento, come borseggi e vandalismi, anche se i numeri ufficiali smentiscono un trend generale. Dal 2024, i reati predatori persistono nelle periferie, alimentando sfiducia nonostante il calo del 3,5% nei dieci mesi. Il ministro ha invitato a distinguere realtà da percezione, promuovendo cooperazione tra forze dell'ordine, magistratura e società civile. Iniziative come quelle discusse al simposio puntano su prevenzione digitale e sicurezza nei trasporti per colmare il gap.
Studi ministeriali confermano che la sensazione di rischio è influenzata da fattori socio-economici più che da statistiche pure. Piantedosi ha ribadito che i cali registrati, inclusi quelli del primo semestre, devono tradursi in fiducia pubblica attraverso visibilità delle azioni. La sfida è comunicare i successi senza minimizzare criticità, come aumenti in estorsioni, per un approccio olistico alla sicurezza.
Prospettive future e politiche di sicurezza
Per il 2026, il governo prevede di continuare il trend con ulteriori stanziamenti per assunzioni e tecnologie. Piantedosi ha annunciato inversioni storiche rispetto ai tagli passati, puntando su un età media organici sempre più bassa. Il calo del 3,5% nei dieci mesi 2025 è visto come base per obiettivi ambiziosi, inclusa la riduzione della criminalità organizzata. Nuove norme sui 48 reati rafforzeranno il contrasto a fenomeni emergenti come la prostituzione minorile.
La strategia include maggiore coordinamento interforze e focus su nuove sfide urbane e digitali. Dati dal Senato mostrano efficacia nelle rapine (-6%), da estendere. Il ministro enfatizza prevenzione e ruolo dell'informazione per migliorare percezione. Proiezioni indicano cali ulteriori se le risorse saranno mantenute.
In conclusione prospettica, l'11% di riduzione decennale autorizza ottimismo, ma richiede vigilanza. Piantedosi smentisce emergenze, invitando a politiche evidence-based. Il 2025 segna un turning point, con dati che guidano riforme future per una sicurezza sostenibile.
