Iran in Rivolta: Mercanti con i Giovani per Abbattere il Regime

Pubblicato: 30/12/2025, 19:45:492 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Iran in Rivolta: Mercanti con i Giovani per Abbattere il Regime
Le proteste dal bazaar di Teheran si espandono

Le proteste in Iran del dicembre 2025

L'Escalation delle Proteste nei Bazaar di Teheran

Le proteste in Iran hanno raggiunto un nuovo picco il 28 e 29 dicembre 2025, quando i mercanti del bazaar di Teheran hanno chiuso le loro botteghe in segno di protesta contro la gestione economica disastrosa del regime. Il tasso di cambio del dollaro ha sfondato i 145.000 toman, rendendo impossibile per molti commercianti fissare prezzi o rifornirsi di merci, a causa della volatilità del rial e dell'inflazione alle stelle. Questi scioperi, iniziati nei centri commerciali principali, si sono estesi a quartieri periferici come Pakdasht, con i venditori che gridano slogan contro la corruzione e la povertà imposta dal governo clericale. L'unione tra mercanti tradizionali e giovani manifestanti segna un momento cruciale, dove il malcontento economico si trasforma in rabbia politica.

Maryam Rajavi, leader del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, ha esortato la popolazione a sostenere i rivoltosi, sottolineando come questi eventi riflettano la furia di un popolo esausto da inflazione, povertà e repressione. Nei video diffusi sui social, si sentono cori come 'Iraniani muoiono ma non accettano umiliazioni' e appelli ai bazaari per continuare la lotta. Le proteste del 29 dicembre si sono concentrate intorno a zone come Lalehzar e Chaharsouq, con chiusure coordinate che paralizzano il cuore economico della capitale. Questo allargamento indica una strategia di resistenza diffusa, capace di sfidare le promesse vuote del presidente Pezeshkian sull'inflazione.

I social media amplificano la mobilitazione, con chiamate a scioperi estesi al 30 dicembre, motivati da instabilità valutaria e pressioni sulle sussistenze. Analisti economici puntano il dito sulle politiche monetarie fallimentari, deficit cronici e sanzioni internazionali, che colpiscono duramente le piccole imprese dipendenti dalle importazioni. La partecipazione di mercanti storicamente influenti rafforza la protesta, trasformandola da sporadica a movimento strutturato contro il regime.

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