Un viaggio attraverso La storia degli imperi
Le Invasioni Germaniche e il Declino dell'Impero Romano d'Oriente
Nel 395 d.C., l'imperatore Teodosio il Grande divise l'Impero Romano tra i figli Onorio e Arcadio, assegnando l'Occidente a Onorio e l'Oriente ad Arcadio. Questa spartizione, pensata per stabilizzare il regno, si rivelò fatale: la pressione degli Unni spinse i popoli germanici non verso l'Occidente ben difeso, ma contro l'Impero d'Oriente, più vulnerabile. I Germani, con la loro prepotenza migratoria, iniziarono un'ondata di invasioni che minarono le fondamenta bizantine, segnando l'inizio di una ruota storica di ascesa e caduta imperiale.
Re Hengist guidò i nuovi venuti nell'est della Britannia, insediandosi da padroni e abbandonandosi a saccheggi. Parallelamente, Meroveo, re dei Franchi e fondatore della dinastia merovingia, conquistò Galazia e Cappadocia, minacciando i Burgundi. Queste mosse prepotenti illustrano come i popoli germanici, spinti da necessità e ambizione, sovvertissero equilibri consolidati, prefigurando il destino di imperi più grandi. L'Impero d'Oriente, nonostante la sua ricchezza culturale, non riuscì a resistere alla forza d'urto germanica, evidenziando la fragilità delle potenze centralizzate di fronte a migrazioni barbariche.
Attila, furibondo per l'imprigionamento di Onoria da parte di Valentiniano III, invase l'Impero d'Oriente per rivendicarla. Questo episodio accelera il declino: dopo la frammentazione dell'impero unno, Gepidi, Bulgari e Avari si insediarono in nuove regioni. La ruota gira, con Zenone che nel 488 offre Grecia e Costantinopoli agli Ostrogoti di Teodorico per rovesciare Odoacre, scatenando 300.000 ostrogoti su Tessaglia e Grecia, in un ciclo perpetuo di alleanze opportunistiche e prepotenze imperiali.
