Un futuro vicino in cui insalate e micro-ortaggi cresceranno sulla Luna grazie a tecnologie italiane hi-tech. Progetti come MICROx2 e Hort3Space preparano il terreno per missioni Artemis
Le Sfide della Coltivazione Lunare
La Luna presenta condizioni estreme per la crescita delle piante: assenza di atmosfera, radiazioni intense, bassa gravità e temperature oscillanti da -173°C a 127°C. Questi fattori rendono impossibile l'agricoltura tradizionale, richiedendo sistemi chiusi e controllati. I progetti italiani come MICROx2, finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana, stanno sviluppando moduli hi-tech per micro-ortaggi come ravanelli e cavoli, integrando irrigazione precisa e illuminazione LED. Tali innovazioni mirano a creare ambienti simulati che replicano condizioni terrestri, monitorando in tempo reale umidità, CO2 e salute delle piante attraverso sensori smart non distruttivi.
Per superare la scarsità di suolo fertile, si utilizza il terriccio regolite lunare, ricco di minerali ma tossico per perossidi e metalli pesanti. Ricerche hanno dimostrato che piante come la crescione possono crescere in substrati lunari simulati o reali, trattati per neutralizzare pericoli. L'obiettivo è massimizzare l'uso di risorse limitate come acqua e nutrienti, riciclando tutto in un sistema idroponico o aeroponico. Questo approccio non solo sostiene la vita umana ma prepara basi per colonie permanenti, riducendo i costi logistici delle missioni spaziali.
I benefici vanno oltre la nutrizione: le piante producono ossigeno, purificano l'aria e migliorano il benessere psicologico degli astronauti. Studi INAF indicano che insalate spaziali, come combinazioni di cavolo riccio e soia, soddisfano fabbisogni nutrizionali con minima acqua. In Italia, ENEA guida lo sviluppo di questi orti, testati anche in ambienti polari terrestri per simulare condizioni lunari, garantendo rese elevate e sicurezza alimentare.
