Nel 2007 Lewis Hamilton fu a un passo dal debuttare in Formula 1 con la Sauber invece che con la McLaren. Peter Sauber rivela i dettagli di un negoziato saltato per divergenze sulla durata del prestito, un episodio che avrebbe potuto alterare radicalmente le carriere di piloti e team.
L'ascesa meteora di Lewis Hamilton
Lewis Hamilton irrompe nel panorama della Formula 1 dopo una stagione dominante in <strong>GP2</strong> nel 2006, dove conquista il titolo con cinque vittorie e nove podi. La McLaren, che lo segue dal karting grazie a Ron Dennis, vede in lui il talento del futuro e decide di accelerare il suo inserimento in top team, saltando l'apprendistato tradizionale. Questo contesto rende affascinante il retroscena con la Sauber, come rivelato da Peter Sauber in un'intervista recente. La scuderia di Woking voleva un rodaggio graduale per il giovane britannico, allora ventiduenne, in un ambiente meno pressurizzante rispetto al circus maggiore.Formula Passion
Il padre Anthony Hamilton gioca un ruolo chiave nelle trattative, accompagnando il figlio negli incontri decisivi. La McLaren, fresca di titolo costruttori nel 2005, conta su Fernando Alonso come campione in carica per il 2007, lasciando spazio per un rookie come Lewis. Eppure, le ambizioni del team spingono verso una scelta audace: esordire direttamente a Woking. Questo piano B con la Sauber emerge come opzione per testare Hamilton in un contesto di metà griglia, permettendo accumulo di esperienza senza rischi immediati per i punti iridati. La storia della F1 è piena di tali 'what if', ma questo caso tocca uno dei piloti più vincenti di sempre.
Peter Sauber, fondatore del team elvetico, descrive l'incontro all'<strong>aeroporto di Kloten</strong> vicino Zurigo come momento cruciale. Presenti Lewis, Anthony Hamilton, una delegazione McLaren, lo stesso Sauber e l'avvocato Monisha Kaltenborn. L'atmosfera è carica di aspettative: la Sauber, allora sotto BMW, cerca talenti emergenti per rafforzare la line-up accanto a piloti come Robert Kubica e Nick Heidfeld. Questo negoziato illumina le dinamiche complesse tra team grandi e piccoli nella gestione dei giovani promesse.La Gazzetta dello Sport
Il negoziato con Peter Sauber
Peter Sauber, oggi 82enne, ha scelto Abu Dhabi per svelare questo aneddoto durante un'intervista con il giornalista Roger Benoit di Blick, chiudendo simbolicamente un'era con il team che dal 2026 si chiamerà Audi. 'Praticamente nessuno sa che circa 20 anni fa <strong>Lewis Hamilton</strong> stava per correre per la Sauber', confessa il patron svizzero. La McLaren propone un prestito per far maturare il rookie a Hinwil, sede del team, in un periodo in cui la Sauber beneficia del supporto BMW, correndo con colori tedeschi e ambizioni crescenti.
L'incontro a Kloten non è casuale: l'aeroporto internazionale facilita spostamenti rapidi per i vertici F1. Sauber, in veste di consulente dopo la cessione a BMW, vede in Hamilton il potenziale per elevare il team. La discussione verte su dettagli contrattuali, con Monisha Kaltenborn a garantire solidità legale. Questo retroscena sottolinea come la Sauber fosse un hub per talenti: in passato aveva lanciato Kimi Raikkonen, ceduto poi alla McLaren in un'operazione redditizia che finanziò infrastrutture come la galleria del vento ancora in uso.Formula Passion
La Sauber del 2007 è in transizione: acquistata da BMW, punta a risultati solidi in metà classifica. Un Hamilton in rampa di lancio avrebbe potuto accelerare questo processo, magari spodestando Heidfeld o Kubica. Sauber insiste per un impegno biennale, tempo necessario per integrare il pilota nel progetto tecnico e sportivo. La divergenza con McLaren evidenzia strategie opposte: Woking privilegia controllo totale, Hinwil cerca stabilità a lungo termine. Questo scontro di visioni segna il destino del negoziato.La Gazzetta dello Sport
Perché l'accordo saltò
Il punto di rottura emerge chiaro dalle parole di Sauber: 'L’accordo è poi saltato perché la McLaren voleva prestarlo per una sola stagione, mentre noi insistevamo per un prestito di <strong>due anni</strong>'. Woking, fiduciosa nelle capacità di Hamilton dopo GP2, preferisce un apprendistato breve per riportarlo subito in prima linea. Questo cambia tutto: Ron Dennis, impressionato dai test e dai risultati minori, decide di promoverlo titolare accanto ad Alonso, complice l'uscita di Juan Pablo Montoya nel 2006.
Internamente, McLaren gestisce tensioni: Alonso è il fulcro, ma Hamilton dimostra di poter competere immediatamente. Il licenziamento di Montoya libera il sedile, accelerando la promozione. Per Sauber, un solo anno non basta per valorizzare l'investimento in adattamento e sviluppo. BMW-Sauber, con Kubica in ascesa, vede nel prestito breve un rischio: troppa instabilità per un progetto pluriennale. Così, le parti si separano senza intesa, lasciando Hinwil con la sua line-up originale.
La cronaca del 2007 conferma: Hamilton esordisce con McLaren al GP d'Australia, sfiorando il titolo al debutto con podi costanti. Sauber beneficia comunque del contesto BMW, culminando nel 2008 con la vittoria di Kubica in Canada, primo e unico successo del team. Questo 'no' di McLaren si rivela profetico, ma il rifiuto di un biennio segna un bivio storico per entrambi.La Gazzetta dello Sport
Impatto sulla storia della F1
Se Hamilton fosse approdato a Sauber nel 2007, la griglia sarebbe mutata radicalmente. Invece di sfidare Alonso in McLaren, Lewis avrebbe gareggiato contro Kubica e Heidfeld in un team di centro gruppo, accumulando esperienza preziosa ma lontana dai riflettori. McLaren avrebbe dovuto gestire diversamente la line-up, forse prolungando Montoya o puntando su un altro rookie. Kubica, destinato a grandi cose, avrebbe condiviso box con un fenomeno, potenzialmente alterando la sua traiettoria fino al grave incidente 2007.Formula Passion
Per Sauber-BMW, Hamilton avrebbe potuto accelerare l'ascesa: nel 2008 colsero podi e una vittoria, ma un rookie del suo calibro avrebbe portato punti extra e visibilità. Il team svizzero, storicamente fucina di talenti come Raikkonen, avrebbe cementato la reputazione. BMW, uscita dalla F1 nel 2009, avrebbe forse prolungato l'impegno con risultati migliori. Hamilton, invece, debutta con quattro vittorie e vicecampionato, lanciando una carriera da sette titoli mondiali.
Questo episodio esemplifica i bivi della F1: scelte contrattuali modellano leggende. Oggi, con Hamilton in Ferrari e Sauber che diventa Audi, il racconto di Peter Sauber aggiunge profondità storica. Rivela come un disaccordo su un anno di prestito abbia preservato l'esplosione immediata di Lewis, mentre BMW-Sauber visse il suo picco senza di lui. La Formula 1 resta un gioco di 'se' e contrattazioni, dove il destino si decide in aeroporti anonimi.Wikipedia
