Liste degli stupri a scuola: shock anche a Modena

Pubblicato: 22/12/2025, 12:19:064 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Liste degli stupri a scuola: shock anche a Modena
Il fenomeno emulativo si diffonde dai licei romani agli istituti tecnici emiliani

Un inquietante fenomeno di 'liste degli stupri' scritte sui muri dei bagni scolastici, nato a Roma, ha raggiunto l'Istituto tecnico Fermi di Modena, sollevando allarme su violenze sessuali e mancanza di educazione affettiva nelle scuole italiane.

Il fenomeno delle 'liste degli stupri' nei licei romani

Le 'listenews.google.comdegli stupri' sono emerse alla fine di novembre nei bagni di prestigiosi licei romani, come il Liceo classico Giulio Cesare, il Liceo delle scienze umane Carducci e il Liceo classico Anco Marzio di Ostia. Queste scritte contenevano nomi e cognomi di studentesse e persino di due professoresse, indicate esplicitamente come 'bersagli' di violenze sessuali. Il fenomeno ha generato un'ondata di indignazione, con studenti e docenti che hanno denunciato la gravità di tali atti intimidatori, spesso accompagnati da frasi sessiste e violente già presenti in passato sui muri scolastici[1][2].

Le autorità hanno reagito prontamente: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale presso il Liceo Giulio Cesare, mentre indagini simili sono in corso al Carducci. Studentesse hanno protestato davanti agli istituti, affermando che 'non è la prima volta' e lamentando una cultura di supremazia maschile persistente nelle scuole. La polizia sta lavorando per identificare gli autori, con probabili sopralluoghi imminenti[2].

Questi episodi non sono isolati ma riflettono un problema sistemico: precedenti scritte analoghe indicano una normalizzazione della violenza verbale. Le studentesse si sentono insicure e chiedono cambiamenti strutturali, inclusa un'educazione sessuo-affettiva più incisiva per prevenire tali derive[1].

Il caso shock all'Istituto tecnico Fermi di Modena

Circa una settimana fa, il fenomeno ha raggiunto Modena, all'Istituto tecnico Fermi in via Luosi, dove sui bagni maschili sono apparsi nomi di studentesse e due professe indicati come obiettivi di stupri. Si tratta del primo caso documentato in Emilia-Romagna, emulazione diretta degli eventi romani, segnalato da un rappresentante di istituto alertato da compagni[1][3].

La scoperta ha provocato sgomento nella comunità scolastica modenese. Docenti hanno immediatamente organizzato sensibilizzazioni nelle classi, enfatizzando la gravità penale e morale di tali atti. Non si conoscono ancora dettagli su indagini locali, ma il parallelo con Roma suggerisce possibili interventi delle forze dell'ordine per verificare responsabilità e rimuovere le scritte[1].

L'episodio modenese evidenzia come il meccanismo dell'emulazione social e mediatica amplifichi comportamenti devianti tra adolescenti. Fonti interne confermano che le liste erano esplicite, con nomi completi, alimentando timori per la sicurezza delle ragazze coinvolte e ponendo interrogativi sulla vigilanza scolastica[3].

Cause profonde e meccanismi di emulazione

Il diffondersi delle liste appare legato a un effetto emulativo: dopo la viralità mediatica dei casi romani, simili scritte sono spuntate in altre città, inclusa Modena. Mancano percorsi strutturati di educazione sessuo-affettiva, lasciando vuoti che favoriscono culture tossiche tra i giovani[1][3].

Studenti romani hanno ammesso precedenti frasi sessiste nei bagni, suggerendo un humus culturale di misoginia non affrontato. A Modena, l'assenza di alert precoci indica che il problema potrebbe essere radicato anche lì, con la scuola Fermi che ora affronta il primo caso pubblico[4].

Esperti sottolineano il ruolo dei social media nel propagare queste 'mode' devianti, dove l'anonimato incoraggia atti estremi per notorietà. Senza interventi educativi mirati, il rischio di escalation è alto, come dimostrato dalla rapida diffusione da Roma a province come Modena[1].

Risposte scolastiche, indagini e prevenzione futura

Le scuole coinvolte hanno attivato assemblee e incontri tematici: a Roma, procure indagano per reati gravi; a Modena, sensibilizzazioni immediate mirano a condannare il sessismo. Studentesse pretendono 'cambiamenti reali', inclusa sorveglianza potenziata nei bagni[1][2].

Per prevenire ricorrenze, si propone un'educazione affettiva obbligatoria dal primo anno, con focus su consenso e rispetto. Casi come il Fermi di Modena spingono verso protocolli nazionali contro la violenza di genere scolastica[4].

Le indagini proseguono per identificare autori minorenni, con pene educative prioritarie. Il fenomeno interpella la società: scuole, famiglie e istituzioni devono collaborare per eradicare queste manifestazioni di odio, trasformando lo shock in opportunità formativa duratura[2][3].

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