Donald Trump affronta il suo secondo mandato con tre problemi cruciali che potrebbero determinare il successo della sua amministrazione: lo scandalo Epstein che coinvolge l'élite americana, la persistente crisi dell'affordability che affligge i cittadini americani, e le profonde divisioni all'interno del movimento MAGA. Con le elezioni di metà mandato previste a novembre 2026, il presidente ha poco tempo per invertire il calo della sua popolarità e affrontare le contraddizioni della sua strategia economica.
Lo scandalo Epstein e la connivenza dell'élite
Il primo grande problema che Trump deve affrontare riguarda lo scandalo Epstein e la portata della connivenza dell'élite statunitense, come evidenziato dalle foto recentemente pubblicate del miliardario condannato per reati sessuali. Questo tema rappresenta una minaccia significativa per la credibilità del presidente, poiché coinvolge direttamente figure di spicco della società americana, incluso Trump stesso. La questione non è meramente legale, ma tocca aspetti profondamente morali e politici che risuonano nell'opinione pubblica, specialmente in un momento in cui la fiducia nelle istituzioni è già fragile.
Le implicazioni dello scandalo vanno oltre il semplice coinvolgimento personale. La rivelazione della connivenza dell'élite americana mina la narrativa di rinnovamento e pulizia che Trump ha promesso durante la sua campagna elettorale. I cittadini americani, già scettici verso le promesse politiche, vedono in questo scandalo una conferma dei loro sospetti riguardo alla corruzione sistemica che permea i vertici del potere. Questo crea un danno reputazionale che è difficile da riparare attraverso semplici comunicati stampa o dichiarazioni pubbliche.
La gestione di questa crisi sarà cruciale per il presidente nei prossimi mesi. Trump dovrà trovare un equilibrio tra affrontare la questione con serietà e cercare di minimizzarne l'impatto politico. La sua capacità di navigare questo scandalo senza perdere ulteriormente il supporto della sua base elettorale sarà determinante per la sua agenda politica complessiva e per la sua posizione di forza nelle negoziazioni con il Congresso.
L'affordability: il costo della vita fuori controllo
Il secondo problema cruciale riguarda l'affordability, ovvero il costo della vita che rimane fuori controllo nonostante le smentite del presidente. Questo tema rappresenta la preoccupazione più sentita dagli americani comuni, che vedono i loro conti bancari svuotarsi per coprire spese essenziali come abitazione, alimentazione e sanità. Nonostante Trump affermi che "i prezzi stanno calando molto" e che "stiamo battendo l'inflazione", i dati economici reali raccontano una storia diversa, creando un divario significativo tra la narrativa presidenziale e l'esperienza quotidiana dei cittadini.
La strategia economica di Trump, basata su dazi commerciali e una riforma fiscale che aumenterà il deficit di 4,1 trilioni di dollari nel prossimo decennio, ha generato conseguenze inaspettate. Sebbene il presidente abbia introdotto misure come l'innalzamento della soglia di reddito esente dalle imposte e la riduzione del carico fiscale per la classe media, questi benefici sono stati largamente offuscati dall'inflazione persistente e dall'aumento dei costi di beni e servizi. Gli analisti ritengono che le difficoltà dei Repubblicani alle elezioni di novembre siano state determinate proprio dalle preoccupazioni persistenti sull'inflazione e sulla qualità della vita economica.
La questione dell'affordability è particolarmente delicata perché tocca direttamente la vita quotidiana degli americani. Mentre Trump continua a negare l'evidenza dei dati economici, cresce il nervosismo alla Casa Bianca e il calo di fiducia nella gestione economica del tycoon. Risolvere questo problema richiede non solo misure economiche concrete, ma anche una comunicazione più onesta e trasparente con il popolo americano riguardo alle vere condizioni dell'economia nazionale.
Le divisioni interne del movimento MAGA
Il terzo problema significativo riguarda le divisioni che spaccano il fronte Make America Great Again (MAGA), creando fratture all'interno della coalizione che ha portato Trump al potere. Queste divisioni riflettono tensioni ideologiche fondamentali tra diverse fazioni del movimento: da un lato gli isolazionisti che desiderano un ritiro dalla scena internazionale, dall'altro i sostenitori di un intervento militare più aggressivo. Trump si trova costretto a navigare tra queste posizioni contrapposte, cercando di mantenere l'unità di un movimento che mostra segni crescenti di frattura.
La perdita di popolarità di Trump è evidente nei risultati delle elezioni locali recenti. Il presidente ha registrato un forte calo della sua popolarità, perdendo di recente tutte le elezioni locali, a cominciare da quelle per i sindaci di New York e, fatto ancora più sorprendente, Miami. Questi risultati indicano che anche nelle aree tradizionalmente favorevoli a Trump, il supporto sta diminuendo. Le divisioni interne del movimento MAGA si riflettono in queste sconfitte elettorali, con diversi segmenti della base che esprimono insoddisfazione per le scelte politiche del presidente.
Con le elezioni di metà mandato previste a novembre 2026, Trump ha dieci mesi di tempo per riconciliare le divisioni interne e ricostruire l'unità del suo movimento. I Democratici faranno di tutto per sfruttare il malcontento e prendersi la rivincita al Congresso, approfittando delle debolezze interne del movimento MAGA. La capacità di Trump di affrontare queste divisioni sarà determinante non solo per il successo della sua agenda legislativa, ma anche per la sopravvivenza politica del movimento stesso nel lungo termine.
Le contraddizioni della strategia economica e le sfide internazionali
Oltre ai tre problemi principali, Trump deve affrontare le contraddizioni intrinseche della sua strategia commerciale basata su dazi e investimenti esteri. La strategia del presidente mira a ridurre il deficit commerciale attraverso l'imposizione di tariffe doganali, ottenere una nuova fonte di entrata per l'erario federale, e contemporaneamente attrarre massicci nuovi investimenti dai partner commerciali. Tuttavia, questi obiettivi sono contabilmente incompatibili: una riduzione del deficit commerciale dovrebbe portare a una contrazione del deficit di conto corrente, mentre le richieste di maggiori investimenti negli Stati Uniti dovrebbero portare a un incremento del surplus di conto finanziario e dunque a un ulteriore allargamento del deficit di conto corrente.
Sul fronte internazionale, Trump dovrà definire la posizione di Washington nei confronti della Cina, unico vero rivale del ventunesimo secolo e unico paese ad aver dimostrato nel 2025 di poter resistere all'impeto americano. Il presidente visiterà Pechino ad aprile in un viaggio determinante per i rapporti sino-americani ma anche per il resto del mondo. Questa visita rappresenta un momento cruciale per la diplomazia globale, dove Trump dovrà bilanciare l'approccio aggressivo sui dazi con la necessità di mantenere relazioni stabili con la principale potenza economica mondiale.
La "dottrina Trump" che sta prendendo forma non somiglia a ciò che era stato immaginato alla luce del suo primo mandato. Trump vuole evitare "guerre senza fine" come quelle combattute dagli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq, ma allo stesso tempo non esita a usare l'esercito, deludendo l'ala isolazionista del suo movimento. Questa contraddizione tra il desiderio di ridurre l'impegno militare all'estero e la volontà di mantenere la supremazia americana attraverso la forza rappresenta un'altra sfida significativa che Trump dovrà risolvere nei prossimi mesi, con implicazioni profonde per la politica estera americana e per la stabilità globale.
