L'Unione Europea ha approvato un prestito di 90 miliardi di euro per l'Ucraina
L'Accordo UE: Un Prestito da 90 Miliardi per Kiev
L'Unione Europea ha finalmente dato il via libera a un massiccio prestito di 90 miliardi di euro destinato all'Ucraina, garantito dal margine del bilancio comunitario attraverso l'emissione di eurobond sui mercati dei capitali. Questa decisione, maturata durante il Consiglio Europeo del 19 dicembre 2025, arriva dopo vertici estenuanti che si sono protratti fino a notte fonda, rispondendo a una situazione critica in cui Kiev rischiava di esaurire le risorse operative già da marzo 2026. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso gratitudine ai leader UE, definendo il sostegno 'significativo' per rafforzare la resilienza del paese contro l'aggressione russa. Il prestito coprirà sia esigenze civili che militari, offrendo un respiro finanziario essenziale per i prossimi due anni e permettendo una pianificazione stabile delle difese.
Il meccanismo finanziario prevede prestiti senza interessi, sostenuti dal bilancio UE, che evitano il default ucraino e mantengono l'unità europea nonostante divergenze interne. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha evidenziato l'urgenza di questa misura, che bypassa le controversie sull'uso diretto degli asset russi congelati, stimati in circa 210 miliardi di euro. Le conclusioni del summit legano esplicitamente il rimborso del prestito alle future riparazioni di guerra da parte di Mosca, creando un ponte tra aiuti immediati e giustizia a lungo termine. Questa mossa geopolitica rafforza la posizione UE di fronte a pressioni esterne, inclusi i segnali da Washington con l'ascesa di Donald Trump.
L'approvazione unanime dei 27 leader, con un opt-out concesso all'Ungheria di Viktor Orbán in cambio del via libera, dimostra la flessibilità dei trattati UE come la cooperazione rafforzata. Il ruolo di mediatori come Giorgia Meloni è stato cruciale dietro le quinte, evitando un blocco totale. Questo accordo non solo salva il bilancio ucraino ma segnala un impegno duraturo dell'Europa nella sostegno a Kiev, mantenendo gli asset russi immobilizzati come leva futura.
