L'indagine su Laura Casagrande
Il contesto della scomparsa di Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, scomparve il 22 giugno 1983 a Roma mentre rientrava a casa dopo le lezioni di flauto presso il conservatorio Tommaso Ludovico da Victoria. Quel giorno, la ragazza fu vista l'ultima volta in Corso Rinascimento, vicino alla fermata dell'autobus 70. Il caso divenne uno dei più enigmatici della cronaca italiana, con piste che coinvolgono terrorismo, Banda della Magliana e persino lo Ior. Nonostante decine di indagini, la verità resta elusa, alimentando teorie su complotti e coperture istituzionali. Oggi, a oltre 40 anni di distanza, nuove verifiche su testimonianze passate riportano l'attenzione su figure vicine alla vittima.
Laura Casagrande, allora coetanea e compagna di corso di Emanuela, è tra le ultime persone che dichiarano di averla vista. Secondo la sua ricostruzione iniziale, le due si separarono dopo la lezione, con Casagrande che si voltò più volte per controllare se l'amica la seguisse. Tuttavia, questa versione è stata messa in discussione da successivi accertamenti, rivelando discrepanze che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati. La Procura di Roma, coordinata dal pm Stefano Luciani, contesta alla donna di aver fornito false informazioni al pubblico ministero, riaprendo un capitolo delicato dell'inchiesta.
L'interesse per Casagrande non è nuovo: già nell'estate 1983 ricevette una telefonata da un uomo con accento mediorientale, che sosteneva di tenere Emanuela in ostaggio per uno scambio con Ali Agca. Questo episodio, unito alle sue dichiarazioni lacunose, ha sempre suscitato sospetti. Pietro Orlandi, fratello della scomparsa, ha accolto con favore l'indagine, definendola 'importante' e segno di serietà da parte della Procura.