Esploriamo La Niña
Cos'è La Niña e come si forma
La Niña rappresenta un fenomeno climatico periodico che si manifesta come fase opposta a El Niño nell'Oscillazione del Sud (ENSO). Si caratterizza per un raffreddamento anomalo delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico centro-orientale, con temperature inferiori di almeno 0,5°C rispetto alla media per almeno cinque mesi. Questo raffreddamento è provocato dal rafforzamento degli alisei, venti costanti da est verso oest che spingono le acque calde verso l'Asia, permettendo l'emersione di acque fredde profonde lungo le coste del Sud America. Tale dinamica intensifica l'upwelling, il processo di risalita di acque nutrient-rich, beneficiando la pesca in Perù ed Ecuador ma alterando i pattern atmosferici globali.
Il termine 'La Niña', che in spagnolo significa 'la bambina', è stato coniato come controparte di El Niño, osservato per la prima volta dai pescatori peruviani per le acque insolitamente fredde. Durante la Niña, i venti alisei si intensificano, riducendo il bacino di acque calde nel Pacifico orientale e amplificando le retroazioni oceano-atmosfera. Questo porta a una maggiore convezione tropicale spostata verso ovest, influenzando la circolazione atmosferica su scala planetaria. Gli eventi di Niña durano tipicamente da 9 a 12 mesi, con picchi tra fine anno e inizio successivo, e si alternano a fasi neutre o calde in cicli irregolari di 2-7 anni.
Le condizioni per definire una Niña sono rigorose: deviazione termica sostenuta e anomalie atmosferiche coerenti. Monitorata da enti come NOAA, la Niña non è solo un'anomalia locale ma un driver di variabilità climatica, con intensità variabili da debole a forte. Studi storici rivelano che episodi intensi, come quello del 1988-1989, hanno lasciato impronte durature su ecosistemi e agricoltura, sottolineando la sua natura 'indomabile' nel sfidare previsioni e adattamenti umani.
