Tusk: 'Senza soldi russi a Kiev, Polonia in pericolo

Pubblicato: 18/12/2025, 13:34:575 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Esteri
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Tusk: 'Senza soldi russi a Kiev, Polonia in pericolo
Il premier polacco avverte l'UE: decidere sui beni congelati o rischiare la sicurezza europea

Donald Tusk ha lanciato un allarme: se l'Unione Europea non decide di destinare i beni russi congelati all'Ucraina, l'indipendenza polacca potrebbe essere minacciata. In un contesto di tensioni crescenti, il leader polacco paragona i pagamenti in denaro a un'alternativa al sangue versato in guerra, mentre l'UE valuta un prestito da 105 miliardi di dollari a Kiev.

L'allarme di Donald Tusk sull'uso dei beni russi

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla sicurezza della Polonia, legandola direttamente alla capacità dell'Unione Europea di prendere decisioni rapide sui circa 246,7 miliardi di dollari di asset russi congelati dopo l'invasione dell'Ucraina. Secondo Tusk, l'indecisione europea potrebbe mettere a rischio non solo Kiev, ma anche i confini orientali dell'UE, inclusa la Polonia, esponendola a minacce dirette da parte della Russia. Questa posizione emerge in un momento critico per i leader europei, che stanno valutando opzioni come prestiti o confische per supportare la difesa ucraina.

Tusk ha utilizzato un linguaggio drammatico, affermando che l'Europa dovrà 'pagare in denaro o in sangue' se non agirà con decisione. Questa metafora sottolinea l'urgenza di trasformare i beni congelati in risorse finanziarie per l'Ucraina, evitando così un'escalation militare che potrebbe coinvolgere direttamente i paesi NATO al confine russo. La dichiarazione riflette la posizione hawkish della Polonia, storicamente esposta alle ambizioni espansionistiche di Mosca, e mira a spingere i partner UE verso un consenso rapido.

Il contesto geopolitico vede la Polonia come avamposto orientale dell'Alleanza Atlantica, con una storia di resilienza contro le aggressioni russe. Tusk, leader di un governo centrista, sta cercando di unire l'Europa attorno a una strategia comune, criticando implicitamente i ritardi burocratici di Bruxelles. Questa mossa rafforza il ruolo di Varsavia come voce influente nelle decisioni sulla sicurezza continentale.

Il dibattito UE sui 246 miliardi di asset congelati

L'Unione Europea detiene asset russi congelati per un valore stimato di 246,7 miliardi di dollari, principalmente riserve della banca centrale di Mosca bloccate in seguito all'invasione dell'Ucraina nel 2022. Questi fondi rappresentano una potenziale miniera d'oro per finanziare la ricostruzione ucraina e la sua difesa, ma il loro utilizzo solleva complesse questioni legali e politiche. I leader UE stanno valutando un piano per un prestito di 105 miliardi di dollari a Kiev, garantito proprio da questi beni.

Nonostante il sostegno di paesi come Polonia e Stati baltici, cresce l'opposizione da parte di altri Stati membri, preoccupati per le ripercussioni sul sistema finanziario globale e per possibili ritorsioni russe. La Germania e la Francia, ad esempio, esprimono cautele su una confisca diretta, preferendo meccanismi di prestito che preservino la legalità internazionale. Questo dissenso rischia di paralizzare il processo decisionale, proprio come paventato da Tusk.

Il meccanismo proposto prevede che i profitti generati dagli asset congelati, stimati in miliardi annui, siano canalizzati verso un fondo per l'Ucraina. Tuttavia, per attivare un prestito di tale entità, serve l'unanimità o una maggioranza qualificata tra i leader UE, un obiettivo complicato dalla frammentazione politica post-elezioni europee.

Implicazioni per la sicurezza polacca e ucraina

Pernews.google.comla Polonia, la minaccia russa non è astratta: Varsavia condivide un lungo confine con l'Ucraina e ha aumentato drasticamente la spesa militare, raggiungendo il 4% del PIL. Tusk lega esplicitamente l'indipendenza polacca al sostegno incondizionato a Kiev, sostenendo che una vittoria russa incoraggerebbe ulteriori aggressioni verso i paesi baltici e la stessa Polonia. Questa visione è condivisa da analisti che vedono nell'Ucraina un 'cuscinetto' strategico per l'Europa orientale.

L'indecisione UE potrebbe erodere la fiducia degli alleati orientali nella solidarietà occidentale, alimentando dibattiti interni sulla necessità di una difesa autonoma. Tusk ha evocato lo spettro di un 'pagamento in sangue', richiamando le lezioni della storia polacca, invasa più volte dalla Russia sovietica. Tale retorica mira a sensibilizzare i partner occidentali, spesso percepiti come distanti dalle minacce immediate.

Per l'Ucraina, i fondi dai beni russi sarebbero cruciali per sostenere l'economia di guerra, coprendo costi di armi, ricostruzione e welfare. Senza questo supporto, Kiev rischia un collasso che altererebbe l'equilibrio di potere in Europa, potenzialmente costringendo la Polonia a un confronto diretto con Mosca.

Prospettive future e sfide per l'Europa

Iit.wikipedia.orgleader UE sono chiamati a votare sul piano di prestito nei prossimi summit, con Tusk che spinge per una decisione entro fine anno. Il successo dipenderà dalla capacità di superare le resistenze di Stati cauti, bilanciando sicurezza e stabilità finanziaria. Esperti prevedono che un accordo parziale potrebbe emergere, limitandosi ai profitti piuttosto che alla confisca totale degli asset.

Questa crisi evidenzia le divisioni interne all'UE: da un lato, i paesi frontali spingono per un approccio aggressivo; dall'altro, le potenze economiche privilegiano la prudenza. Tusk, con la sua esperienza da ex presidente del Consiglio Europeo, è ben posizionato per mediare, ma il tempo stringe con l'inverno russo che incombe sull'Ucraina.

A lungo termine, l'uso dei beni russi potrebbe ridefinire le norme internazionali sul finanziamento delle guerre, aprendo prassi per future confische. Per la Polonia, una decisione positiva rafforzerebbe la sua stature europea, mentre un fallimento accentuerebbe le tensioni con Bruxelles. L'Europa si trova a un bivio tra unità e frammentazione.

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