Pino Corrias: La lezione di San Francesco che abbiamo smarrito

Pubblicato: 17/12/2025, 08:46:124 min
Scritto da
Maria Gloria Domenica
Categoria: Spettacolo
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Pino Corrias: La lezione di San Francesco che abbiamo smarrito

Il Ritorno Inatteso di un Santo nel 2025

Mentre il mondo si avvia verso la metà degli anni Venti del Duemila, un’epoca segnata da conflitti persistenti, crisi ambientali e una palpabile frammentazione sociale, emerge un interesse quasi anacronistico verso figure storiche capaci di offrire un faro morale. Tra queste, San Francesco d'Assisi riscuote una rinnovata attenzione, un fenomeno che l'autore Pino Corrias sembra analizzare con occhio critico e malinconico. Nonostante le celebrazioni ufficiali siano ancora lontane dagli otto secoli dalla sua dipartita, il santo patrono d'Italia è tornato prepotentemente nelle librerie e nelle conversazioni pubbliche. Questo fervore, tuttavia, non è necessariamente indice di una conversione collettiva, ma piuttosto di una ricerca disperata di antidoti alla durezza del presente. L'analisi di Corrias suggerisce che la riscoperta di Francesco, celebrato in un momento di profonda inquietudine globale, rivela quanto la nostra società contemporanea abbia allontanato i principi fondamentali che il frate predicava. Si parla di lui, si scrivono libri – due in particolare hanno dominato le classifiche, uno firmato dallo storico Alessandro Barbero e l'altro dal giornalista Aldo Cazzullo – ma l'essenza del suo messaggio sembra essersi persa tra le pieghe della tradizione e le manipolazioni ideologiche. L'interesse si concentra sulla narrazione, sulla mitopoiesi che ha accompagnato il santo attraverso i secoli, piuttosto che sull'applicazione pratica della sua visione radicale.

La Distanza tra Mito e Prassi Quotidiana

La figura di Francesco è stata storicamente plasmata e rimodellata in base alle esigenze del potere ecclesiastico e alle convenienze politiche del momento. Questa stratificazione biografica rende complessa l'individuazione di una "verità storica" pura, un punto che viene spesso sottolineato dagli studiosi. Tuttavia, per Corrias, la difficoltà nel recuperare il messaggio autentico non risiede tanto nella nebbia del passato, quanto nella nostra riluttanza contemporanea ad abbracciare la sua radicalità evangelica. Francesco parlava con il lupo, rinunciava ai beni terreni e poneva l'amore reciproco e la cura del creato al centro della sua esistenza. Nel 2025, un mondo ossessionato dalla crescita economica, dalla competizione e dalla polarizzazione ideologica, trova difficile digerire concetti come la povertà volontaria o l'ecologia integrale, se non come mere astrazioni letterarie. Lo storico Alessandro Barbero, nel suo contributo, offre spesso una prospettiva ancorata alla ricostruzione filologica, ma anche questa erudizione rischia di trasformare il santo in un oggetto di studio accademico, distante dalla vita vissuta. La lezione che sembra essersi smarrita è proprio quella trasformativa che imponeva un cambiamento interiore prima che esteriore.

L'Eredità Perduta: Povertà e Cura del Bene Comune

Il cuore pulsante dell'insegnamento francescano risiede nella sua visione del mondo come una fraternità universale, dove la compassione non è un sentimento passeggero, ma una prassi attiva. Pino Corrias sembra suggerire che abbiamo metabolizzato l'immagine folkloristica del santo – quello che parla agli animali – ignorando il suo monito contro l'accumulo e la mondanità. La sua critica non era rivolta solo al lusso sfrenato del clero, ma a ogni forma di attaccamento materiale che impedisce la vera libertà spirituale e la solidarietà. Il giornalista Aldo Cazzullo, esplorando le diverse anime del santo, evidenzia come la sua figura sia stata utilizzata per fini diversi, spesso contraddittori. Questa ambivalenza storica riflette la nostra incapacità di scegliere un percorso netto. Oggi, di fronte alle emergenze climatiche e alle disuguaglianze crescenti, il richiamo alla fraternità universale e al rispetto per il creato, elementi centrali nel pensiero di Francesco, risuonano come un’accusa silenziosa contro il nostro modello di sviluppo. Abbiamo perso la capacità di vedere il sacro nel fango, preferendo la purezza asettica delle teorie alla sporca, ma necessaria, azione concreta.

La Necessità di un Ritorno all'Essenziale

La lezione che Corrias ci invita a recuperare non è un ritorno nostalgico a un passato idealizzato, ma un invito urgente a ricalibrare le nostre priorità. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla superficialità, la profondità della spiritualità francescana – la capacità di fermarsi e ascoltare il sussurro della creazione – appare come una competenza quasi dimenticata. L'autore pone l'accento sul fatto che la vera sfida non è celebrare l'anniversario, ma interiorizzare il rifiuto dell'eccesso e l'accettazione della fragilità umana e ambientale. Se guardiamo alle fonti che hanno tentato di decifrare questo fenomeno, come i saggi di Barbero e Cazzullo, notiamo come entrambi, pur con approcci diversi, mettano in luce la distanza tra il Francesco storico (o leggendario) e il Francesco mediatico. La vera lezione che ci siamo persi è forse la semplicità disarmante con cui il santo affrontava la complessità del vivere, anteponendo il bene comune alle ambizioni personali e collettive. Riscoprire Francesco oggi significa, in ultima analisi, riscoprire una via di uscita dalla spirale dell'insoddisfazione cronica che caratterizza la nostra modernità.

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