L'articolo esamina la narrazione proposta da Alessandro Di Battista nel suo smartbook e nei suoi interventi pubblici, che descrivono una «Russia non nemica e accusano l'Occidente di promuovere una «russofobia funzionale al riarmo. Attraverso riferimenti a recensioni critiche, copertura giornalistica e la presentazione editoriale dell'autore, si valuta come questa rappresentazione costruisca una Russia idealizzata, quali argomenti retorici utilizzi per demonizzare il «nemico occidentale e quali implicazioni politiche e informative ne derivino per il dibattito pubblico italiano ed europeo.
Il testo e la tesi di Di Battista: una Russia idealizzata
Alessandro Di Battista, con il suo smartbook intitolato La Russia non è il mio nemico, sostiene che la diffusione della «russofobia sia un sentimento artificiale e strumentale costruito per giustificare riarmo e politiche esterne dell'Occidente; la collana e la presentazione editoriale dettagliata del volume sono reperibili direttamente nella scheda dell'editore Paper First, che promuove l'opera come prima uscita della collana Smartbook e ne riassume la tesi principale sull'utilizzo della paura di Mosca per finalità economiche e geopolitiche Paper First - La Russia non è il mio nemico.
Nel promuovere la sua tesi pubblica, Di Battista ha ribadito in trasmissioni televisive e video come la narrativa della «russofobia possa servire a legittimare programmi di riarmo e aumentare la fiducia nelle élite che guidano le politiche estere, affermazioni che sono state riprese e commentate anche dalla stampa televisiva nazionale La7 - Di Battista sulla Russia.
Il nucleo argomentativo del testo tende a separare l'identità culturale russa dall'azione politica del governo di Mosca, proponendo una distinzione che mette in primo piano la vittimizzazione della Russia: tale scelta retorica, come evidenziano alcune critiche, rischia di creare una «Russia fantasy priva di complessità storica e politica, descritta più come entità immutabile che come attore responsabile di scelte internazionali contestabili Valigia Blu - recensione critica.
Critiche: la costruzione di una 'Russia immaginaria'
Diverse recensioni e analisi critiche hanno evidenziato come il racconto di Di Battista costruisca una «Russia immaginaria, cioè un'immagine semplificata e idealizzata che funziona più come strumento retorico che come ritratto realistico della società e della politica russa; un esempio di critica autonoma mette in rilievo come gli stereotipi positivi (paesaggi idilliaci, continuità storica inalterabile) servano a mascherare responsabilità e dinamiche di potere Valigia Blu - La Russia immaginaria.
Questo genere di rappresentazione, secondo i critici, tende a ridurre la complessità geopolitica a una dicotomia vittima/colpevole e a trasformare ogni critica a Mosca in un atto di pregiudizio culturale, diventando così un meccanismo retorico che produce effetti analoghi a quelli che denuncia: polarizzazione dell'opinione pubblica e delegittimazione delle analisi basate su fatti e responsabilità accertate Il Fatto Quotidiano - presentazione e contesto.
La critica giornalistica nota inoltre che la messa a fuoco sulla «russofobia come strumento di manipolazione politica può sminuire le responsabilità concrete di attori statali quando esistono evidenze di azioni militari o di violazioni dei diritti umani: la discussione pubblica richiede quindi una distinzione rigorosa tra denuncia di pregiudizi e valutazione delle condotte statali, compito che non può essere risolto esclusivamente da una retorica della vittima Valigia Blu - analisi critica.
Gli argomenti di Di Battista: risorse, riarmo e narrazione
Tra i punti ripetuti negli interventi pubblici di Di Battista vi è l'idea che la Russia possieda risorse strategiche (energia, minerali, acqua) e che l'Occidente avrebbe interesse a costruire una minaccia percepita per giustificare politiche di riarmo e affari economici legati alla difesa; questa interpretazione è sintetizzata sia nelle note di presentazione editoriale sia nei contenuti dei suoi interventi televisivi Paper First - sinossi e La7 - intervento.
È importante però separare l'osservazione che interessi economici esistono sempre nel settore della difesa dalla tesi che la narrativa di minaccia sia totalmente costruita: gli analisti geopolitici sottolineano che le relazioni internazionali sono il prodotto di vari fattori (sicurezza, interessi energetici, dinamiche interne ai regimi) e che le spiegazioni monocausali rischiano di ignorare elementi strutturali concreti documentati dalle fonti di intelligence e dalla cronaca internazionale Il Fatto Quotidiano - contesto.
In sede di dibattito pubblico, quindi, la forza retorica dell'accusa di «russofobia richiede una verifica fattuale: le politiche di riarmo e i cambiamenti nei bilanci della difesa possono essere analizzati attraverso dati ufficiali e studi comparati, mentre la legittimità delle argomentazioni politiche deve essere valutata sulla base di prove e documentazione storica piuttosto che su generalizzazioni emotive La7 - trasmissione.
Implicazioni per il dibattito pubblico e raccomandazioni
La diffusione di narrazioni semplificate come quella che accusa l'Occidente di alimentare una «russofobia produce effetti concreti sul dibattito pubblico: polarizza l'opinione, indebolisce gli argomenti fondati su prove e rende più difficile arrivare a politiche esterne basate su analisi complesse; analisti e giornalisti invitano pertanto a una discussione informata, evidenziando la necessità di distinguere critica politica legittima da pregiudizi culturali, come sottolineato in diverse recensioni e articoli sul tema Valigia Blu - raccomandazioni critiche.
Per migliorare la qualità del dibattito pubblico è utile che il racconto politico si basi su fonti verificabili e su una pluralità di prospettive: la presentazione editoriale del libro e i commenti televisivi dovrebbero essere integrati con studi accademici, documenti ufficiali e reportage sul campo per contestualizzare le affermazioni su responsabilità storiche e attuali Paper First - contesto editoriale.
Infine, la responsabilità dei comunicatori pubblici è duplice: non strumentalizzare la sofferenza o la storia di popolazioni reali per costruire schemi narrativi semplicistici e, al tempo stesso, riconoscere che accuse di pregiudizio possono essere legittime quando documentate; la strada auspicabile è una discussione che valorizzi l'accuratezza fattuale e sottragga il confronto politico alla logica della rappresentazione mitica Il Fatto Quotidiano - osservazioni.
