Fontana e la Materia: La Rivoluzione Ceramica a Venezia

Pubblicato: 17/12/2025, 08:05:004 min
Scritto da
Maria Gloria Domenica
Categoria: Arte e Cultura
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Fontana e la Materia: La Rivoluzione Ceramica a Venezia

Una Nuova Prospettiva su Lucio Fontana

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia inaugura un capitolo espositivo inedito e fondamentale dedicato a Lucio Fontana, artista universalmente riconosciuto per aver squarciato la tela e ridefinito i confini della pittura con i suoi celebri tagli. Questa iniziativa, intitolata Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana, rappresenta la prima grande retrospettiva interamente focalizzata sulla sua produzione tridimensionale in ceramica, un corpus di opere spesso messo in ombra dalla fama dei suoi manifesti spazialisti. La mostra, curata dalla stimata storica dell’arte Sharon Hecker, offre una visione olistica dell’artista italo-argentino, esplorando come la sua ricerca incessante di spazialità e materialità abbia trovato espressione anche nel medium più antico e tattile: l'argilla. L'esposizione veneziana non è solo un omaggio, ma un vero e proprio atto di rilettura critica, che sottolinea la coerenza concettuale tra le sue opere bidimensionali e quelle scultoree.

Il Dialogo tra Gesto e Materia Primordiale

Il percorso espositivo si snoda attraverso circa settanta opere selezionate da prestigiose collezioni private e pubbliche, coprendo un arco temporale di quattro decenni e due continenti, a testimonianza della sua incessante mobilità tra Argentina e Italia. Fontana non considerava la ceramica un’arte minore o un mero esercizio preparatorio; al contrario, essa costituiva un terreno fertile per la sperimentazione tattile. Come evidenziato da diverse analisi critiche, l'argilla offriva all’artista una vitalità primordiale e una duttilità che si prestavano a un dialogo fisico e immediato con la forma. Le sue prime incursioni in questo campo risalgono agli anni Venti, ben prima che lo Spazialismo prendesse forma compiuta. Le sculture ceramiche esposte rivelano una tensione costante tra il gesto rapido e istintivo – quasi un’estensione della sua firma pittorica – e la necessità di plasmare una materia che porta con sé la storia dell'artigianato. Questa sezione della mostra evidenzia come l'artista abbia saputo fondere la tradizione ceramica con la sua visione avanguardista, trasformando vasi, piatti e sculture in veri e propri concetti spaziali tridimensionali.

Oltre il Taglio: L'Esplorazione della Superficie

La forza di questa rassegna risiede nel far emergere l'aspetto meno conosciuto ma ugualmente radicale della sua opera. Mentre i fori e i tagli sulle tele miravano a superare la bidimensionalità, le sue ceramiche esplorano la superficie in modi altrettanto innovativi. Si osservano opere che presentano texture ruvide, increspature profonde e smalti cangianti che catturano la luce in modo imprevedibile. La Hecker, nella sua curatela, ha saputo orchestrare un confronto serrato tra queste opere e il contesto più ampio della sua produzione, dimostrando che la ricerca di Fontana era sempre orientata verso l'infinito e la quarta dimensione. L'uso audace del colore e la manipolazione della forma, spesso lasciata volutamente imperfetta o "rotta", riflettono la sua convinzione che l'arte dovesse essere un evento, un’esperienza sensoriale completa.

L'Importanza del Contesto Veneziano

Ospitare questa mostra alla Collezione Peggy Guggenheim a Venezia non è casuale. La città lagunare, crocevia di culture e storia artistica millenaria, offre uno sfondo ideale per comprendere la complessa relazione di Fontana con la tradizione italiana e la sua spinta verso la modernità. La mostra, che rimarrà aperta fino al 2 marzo 2026, permette ai visitatori di apprezzare la maestria tecnica dell'artista nel maneggiare il fuoco e l'argilla, elementi che richiedono una comprensione profonda del processo di cottura e smaltatura. L'allestimento è studiato per enfatizzare la fisicità delle opere, invitando lo spettatore a considerare il peso, la texture e la tridimensionalità in un modo che le riproduzioni fotografiche dei suoi quadri non possono restituire pienamente. È un invito a riscoprire l'artista non solo come teorico dello Spazialismo, ma come artigiano visionario capace di infondere energia cosmica persino nel più umile degli impasti terrosi.

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