Fai la Fine di Saman: Padre Condannato per Matrimonio Forzato

Pubblicato: 17/12/2025, 20:04:296 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Fai la Fine di Saman: Padre Condannato per Matrimonio Forzato
La minaccia a una ragazza di 18 anni costretta a lasciare la scuola per un'unione in Pakistan

Un padre pakistano è stato condannato e arrestato a Novellara per aver minacciato la figlia di 18 anni con la sorte di Saman Abbas se non avesse sposato un cugino in Pakistan. La vicenda riaccende i riflettori sui matrimoni forzati e precoci, pratica ancora diffusa nonostante le recenti leggi pakistane che fissano l'età minima a 18 anni.

La minaccia che ha sconvolto Novellara

A Novellara, in provincia di Reggio Emilia, i carabinieri hanno arrestato un uomo di 54 anni di nazionalità pakistana condannato in via definitiva per maltrattamenti in famiglia e induzione al matrimonio forzato. La vittima è la sua figlia diciottenne, costretta a interrompere gli studi per piegarsi alla volontà paterna di un'unione con un cugino in Pakistan. La frase choc 'Se non ti sposi fai la fine di Saman Abbas' ha rivelato un clima di terrore domestico, evocando il tragico omicidio della giovane pachistana uccisa dalla famiglia nel 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato. Questa vicenda giudiziaria, culminata con l'arresto definitivo, sottolinea come le tradizioni culturali possano scontrarsi violentemente con i diritti individuali in contesti immigrati.

La ragazza, seguita per lungo tempo dai servizi sociali locali, viveva nel terrore di essere rimpatriata in Pakistan, dove nel 2021 era stata già obbligata a un 'matrimonio a distanza' con un parente mai incontrato di persona. I genitori, padre di 52 anni all'epoca e madre acquisita di 37, furono denunciati per maltrattamenti e costrizione matrimoniale, accuse che hanno portato alla condanna del capofamiglia. La minaccia esplicita rivolta alla figlia maggiore, paragonandola a Saman Abbas, ha accelerato l'intervento delle forze dell'ordine, evidenziando un pattern di coercizione che va oltre il singolo episodio e radica in dinamiche familiari oppressive.

L'arresto è avvenuto dopo una sentenza definitiva, confermando le responsabilità penali del padre che, nonostante la maggiore età della figlia, ha esercitato un controllo autoritario negandole l'autonomia. Questo caso non è isolato nel contesto delle comunità pakistane in Italia, dove pressioni per matrimoni arrangiati persistono, spesso legate a norme tribali o economiche. Le autorità locali hanno agito con prontezza, tutelando la giovane e ponendo fine a un ciclo di abusi che rischiava di culminare in tragedia, simile a quanto accaduto a Saman.

Il parallelo con il caso Saman Abbas

Il riferimento a Saman Abbas non è casuale: la diciottenne di origini pakistane fu uccisa il 1° maggio 2021 dopo aver rifiutato di sposare un cugino in Pakistan. All'epoca 17enne, aveva denunciato i genitori per maltrattamenti, induzione al matrimonio e sequestro di documenti, riuscendo temporaneamente a bloccare le nozze programmate per dicembre 2020 grazie all'intervento dei servizi sociali. Ospitata in una comunità protetta, Saman pagò con la vita la sua ribellione, strangolata dai familiari e dal loro complice, in un delitto che sconvolse l'Italia e portò a condanne severe per gli assassini.

Nel caso di Novellara, la minaccia 'fai la fine di Saman' evoca esattamente quel contesto di violenza familiare, dove il rifiuto di un matrimonio imposto diventa motivo di rappresaglia letale. Saman aveva chiesto aiuto per fermare l'unione forzata, denunciando i genitori che insistevano per rimandarla in Pakistan. Similmente, la ragazza di 18 anni temeva un destino analogo, con il padre che la costringeva a un legame con il cugino già formalizzato a distanza. Queste storie rivelano un sottotraccia culturale di matrimoni combinati, spesso mascherati da tradizioni, che negano alle giovani il diritto all'autodeterminazione.

Il parallelo tra i due casi illumina le difficoltà di integrazione nelle comunità immigrate, dove norme patriarcali pakistane si scontrano con il quadro legale italiano. Mentre Saman non sopravvisse alla coercizione, la figlia del 54enne è stata salvata grazie a una denuncia tempestiva e a un sistema giudiziario efficace. Tuttavia, l'uso del nome di Saman come monito terrorizzante indica quanto il suo omicidio continui a fungere da deterrente implicito nelle famiglie oppressive, perpetuando un ciclo di paura e sottomissione.

Matrimoni forzati e precoci in Pakistan

In Pakistan, i matrimoni precoci e forzati restano una piaga diffusa, specialmente nelle aree rurali del Punjab meridionale, nonostante le recenti riforme legislative. Secondo dati UNESCO, le ragazze sposate prima dei 18 anni hanno il 60% di probabilità in più di abbandonare la scuola, con tassi di istruzione femminile drammaticamente bassi: solo il 13% prosegue fino al decimo anno. Famiglie impoverite, spesso a causa di disastri naturali, ricorrono a queste unioni come strategia di sopravvivenza, scambiando figlie per denaro o riduzioni di dote, in violazione dei diritti umani fondamentali.

Un'indagine demografica del 2018 rivela che il 29% delle ragazze pakistane si sposa prima dei 18 anni, con il 4% prima dei 15, posizionando il Paese tra i primi 10 al mondo per spose bambine. Queste unioni comportano rischi elevati di violenza domestica, abusi e problemi di salute, inclusa mortalità materna precoce. La senatrice Naseema Ehsan, sposata a 13 anni, ha testimoniato in Parlamento: 'La maggior parte delle ragazze non ha la mia fortuna', spingendo per cambiamenti radicali. Tali pratiche sono radicate in tradizioni tribali, ma contrastate da voci religiose come l'Imam Ali Noor, che condanna i matrimoni senza consenso come invalidi.

I matrimoni forzati spesso coinvolgono cugini per preservare patrimoni familiari, come nei casi di Saman e della ragazza di Novellara. In contesti rurali, la povertà e le inondazioni aggravano il fenomeno, trasformando le figlie in merce di scambio. Sebbene imam e attivisti promuovano l'educazione come diritto islamico, le disparità di genere persistono, limitando l'empowerment femminile e perpetuando cicli di dipendenza e violenza.

Le nuove leggi pakistane contro i matrimoni infantili

Nel maggio 2025, il Parlamento pakistano ha approvato l'Islamabad Capital Territory Child Marriage Restraint Act, fissando a 18 anni l'età minima per il matrimonio per entrambi i sessi, abrogando la legge obsoleta del 1929. La normativa introduce pene severe: fino a 7 anni di carcere per chi facilita o costringe un minore alle nozze, e 3 anni per lo sposo adulto. Cruciale è la clausola che equipara i rapporti sessuali con minorenni, anche consenzienti e matrimoniali, a stupro, rompendo il tabù culturale che legittimava tali abusi.

Promotrice del bill, la senatrice Sherry Rehman ha dichiarato che 'le nostre ragazze meritano un'infanzia, un'istruzione e una vita libera dalla coercizione'. Firmata dal presidente Asif Ali Zardari il 31 maggio 2025, la legge rappresenta un segnale di speranza, estendendosi potenzialmente ad altre province come il Sindh, dove norme simili esistono dal 2022. Nonostante resistenze religiose, la Corte Federale della Sharia ha avallato l'età minima, confermando la compatibilità con l'Islam.

Tuttavia, l'efficacia della legge è messa alla prova nelle zone rurali, dove tradizioni prevalgono sulla carta stampata. Attivisti sperano che Islamabad, con 1,1 milioni di abitanti, diventi modello per il Paese che conta oltre 19 milioni di spose bambine. Queste riforme, unite a campagne educative, potrebbero ridurre i matrimoni forzati, offrendo alle ragazze come quella di Novellara una via d'uscita legale anche in contesti immigrati, promuovendo un cambiamento culturale globale.

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