Le origini letterarie di Sandokan
Emilio Salgari introdusse Sandokan nei suoi romanzi d'avventura alla fine del XIX secolo, trasformandolo nel simbolo della resistenza malese contro i colonizzatori inglesi. Soprannominato Tigre della Malesia, il pirata guida una flotta da Mompracem per vendicare la strage della sua famiglia per mano del Rajah Brooke, noto come lo sterminatore dei pirati. Nei primi sette episodi del ciclo, Sandokan è un eroe monolitico, privo di dubbi, mosso da un odio profondo verso gli inglesi e il loro dominio sulle isole del Sud-Est asiatico. La sua figura muta nel secondo ciclo, dove appare meno dominante, ma sempre legato alla lotta per la libertà del suo regno insulare.
L'amore per Marianna, la Perla di Labuan, aggiunge un elemento romantico alle sue gesta eroiche. Nipote del lord Guillonk, collaboratore di Brooke, la giovane rappresenta un amore impossibile ostacolato dalle divisioni coloniali. Sandokan la incontra durante una battuta di caccia e, riconosciuto da un ufficiale inglese, fugge promettendole di tornare. Questa trama, ricca di abbordaggi, fughe nelle giungle e scontri epici, ha reso i romanzi salgariani best-seller intramontabili, affascinando lettori con il coraggio e la nobiltà del protagonista ultimo erede di una dinastia spodestata.
Il contesto storico si ispira a figure reali come James Brooke, il Rajah bianco di Sarawak, le cui imprese contro i pirati furono riportate dalla stampa inglese, contribuendo a mitizzarle. Salgari, pur senza viaggiare in Malesia, ricreò vividamente un mondo di prahos, giunghe e fortezze coloniali, mescolando esotismo e critica al colonialismo. Questo intreccio di finzione e realtà ha assicurato a Sandokan un posto nella letteratura popolare italiana, con oltre trenta anni di produzione narrativa che ne esplorano l'evoluzione da pirata vendicativo a leader riconciliato.
