Stelvio, la valle dei dinosauri: migliaia di orme fossili

Pubblicato: 15/12/2025, 19:02:215 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Stelvio, la valle dei dinosauri: migliaia di orme fossili
Una scoperta paleontologica straordinaria nelle Alpi valtellinesi rivela tracce di 210 milioni di anni fa

Nel Parco Nazionale dello Stelvio sono emerse migliaia di orme di dinosauri datate 210 milioni di anni fa, lasciate da grandi erbivori del Triassico Superiore. Questa 'valle dei dinosauri', la più grande delle Alpi, offre un patrimonio scientifico unico, studiato dal paleontologo Cristiano Dal Sasso.

La scoperta sensazionale nel Parco dello Stelvio

Le pareti rocciose del Parco Nazionale dello Stelvio hanno rivelato migliaia di orme di dinosauri, impresse circa 210 milioni di anni fa da branchi di grandi erbivori. Queste tracce, visibili su dolomie quasi verticali, formano piste lunghe centinaia di metri e sono eccezionalmente conservate, con dettagli come segni di dita e artigli. La scoperta, annunciata dalla Regione Lombardia e dal paleontologo Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano, rappresenta uno dei ritrovamenti paleontologici più importanti in Italia dopo quello del celebre 'Ciro'. L'area impervia, raggiungibile solo con mezzi speciali, sta attirando l'attenzione di scienziati da tutto il mondo per il suo potenziale.

Lo scioglimento dei ghiacciai, accelerato dal cambiamento climatico, ha portato alla luce questi fossili a circa 3.000 metri di altitudine nel Parco delle Orobie Valtellinesi. Un'operazione spettacolare con elicottero e attrezzature specializzate ha permesso il recupero dei primi campioni, ora esposti al Museo di Storia Naturale di Milano. Dal Sasso descrive il sito come una 'valle dei dinosauri' che si estende per chilometri, il più grande delle Alpi e tra i più ricchi al mondo. Questa rivelazione non solo arricchisce la conoscenza dell'era mesozoica nelle Alpi, ma evidenzia come il ritiro dei ghiacci stia scoprendo tesori geologici nascosti da millenni.

Le orme indicano il passaggio di dinosauri prosauropodi, antenati dei giganti sauropodi del Giurassico, con corpi robusti, colli lunghi e artigli appuntiti. Queste creature potevano superare i dieci metri di lunghezza e vivevano in branchi, come suggeriscono le piste multiple. Il sito aggiunge un tassello cruciale alla paleontologia alpina, collegandosi a reperti simili in Svizzera e Germania, e promette anni di ricerche con droni e telerilevamento per mappare l'intera area.

Il contesto geologico e l'era dei dinosauri

Le tracce risalgono al Triassico Superiore, circa 210 milioni di anni fa, periodo in cui i dinosauri iniziarono a dominare gli ecosistemi terrestri come arcosauri. In quell'epoca, le Alpi valtellinesi erano pianure alluvionali ideali per erbivori che si nutrivano di vegetazione primitiva. La dolomia, roccia sedimentaria formatasi in ambienti marini e lagunari, ha preservato perfettamente le impronte grazie alla sua durezza e alla successiva tettonica che ha inclinato le pareti.

Cristiano Dal Sasso, esperto di fama internazionale, paragona il sito allo 'Jurassic Park' reale, sottolineando la densità di orme che indica un luogo brulicante di vita preistorica. I prosauropodi, con teste piccole e code lunghe, rappresentavano i precursori dei sauropodi come diplodoco e brachiosauro. Scheletri analoghi trovati in Europa centrale confermano la distribuzione di queste specie nelle regioni alpine durante il Mesozoico, offrendo indizi su migrazioni e comportamenti sociali.

Il cambiamento climatico ha giocato un ruolo chiave: lo scioglimento dei ghiacciai ha esposto strati rocciosi altrimenti inaccessibili, rivelando un ecosistema del Permiano-Paleozoico misto a mesozoico. Questo fenomeno non è isolato; analoghe scoperte avvengono in tutto l'arco alpino, ma lo Stelvio si distingue per l'estensione e la qualità delle tracce, rendendolo un sito UNESCO-potenziale per la paleontologia.

L'intervento degli esperti e le tecniche di studio

Il paleontologo Cristiano Dal Sasso guida le ricerche, definendo il sito 'l'immenso patrimonio scientifico che richiederà decenni di studio'. Squadre specializzate usano droni per fotogrammetria e scansioni 3D, essenziali per un'area senza sentieri. I campioni recuperati con elicottero sono analizzati in laboratorio per determinare dimensioni esatte, velocità di movimento e interazioni tra individui.

La conservazione delle orme, con dettagli di artigli e dita, permette di ricostruire la morfologia plantare dei dinosauri. Confronti con fossili svizzeri rivelano somiglianze con Plateosaurus, un prosauropode onnivoro alto 4-5 metri. Dal Sasso nota che 'questo luogo era letteralmente pieno di dinosauri', suggerendo un hotspot ecologico del Triassico. Le piste indicano andature bipede e quadrupede, ampliando la comprensione della locomozione precoce.

Regione Lombardia finanzia il progetto, collaborando con musei e università per proteggere il sito da vandalismi e turismo incontrollato. Tecniche di telerilevamento satellitare mapperanno l'intera 'valle', stimata in chilometri quadrati. Questa scoperta rafforza il ruolo delle Alpi come archivio geologico vivente, integrando dati da altri siti italiani come Saltrio e Monte San Giorgio.

Implicazioni scientifiche e valore turistico

Questa scoperta illumina l'evoluzione dei dinosauri nelle Alpi, collegando il Triassico italiano a contesti europei. I prosauropodi dello Stelvio rappresentano un anello mancante tra rettili ancestrali e forme giurassiche, con implicazioni per la biogeografia mesozoica. Studi futuri analizzeranno isotopi per ricostruire dieta e clima, rivelando un ambiente umido e fertile 210 milioni di anni fa.

Dal punto di vista turistico, il Parco dello Stelvio guadagna appeal come destinazione paleontologica, simile a siti spagnoli o americani. Percorsi guidati e exhibit virtuali promuoveranno educazione ambientale, legando la scoperta al cambiamento climatico che l'ha resa possibile. Il Museo di Milano ospiterà mostre permanenti, attirando visitatori e fondi per conservazione.

In conclusione, le orme dello Stelvio non sono solo fossili, ma finestre sul passato profondo, sottolineando la fragilità del patrimonio geologico. Proteggere questi siti significa preservare la storia della vita sulla Terra, con ricerche che potrebbero ridefinire manuali di paleontologia per generazioni. La collaborazione tra scienza e istituzioni garantisce che questa 'valle dei dinosauri' diventi un faro per la divulgazione scientifica.

<span class="src">Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:Ricerca?search=Scoperte+migliaia+di+orme+di+dinosauri+nel+Parco+dello+Stelvio. </span>

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